Come vivere lontani dai social
Ce lo possono raccontare gli otto sopravvissuti all’esperimento a cui hanno aderito solo 43 studenti dei 503 complessivi, che frequentano il liceo Cairoli di Pavia.
Le menti geniali dello psichiatra Maurizio Fea (Federazione degli operatori dei servizi delle dipendenze e già direttore del Dipartimento delle dipendenze dell’Asl di Pavia) e della professoressa di Scienze umane, Lucia Dorigo, hanno partorito tale iniziativa, cui l’intento primario era divulgare un metodo di concentrazione, più congeniale, verso lo studio.
Ritornare un po’ indietro nel tempo dunque non fa male ma neanche può considerarsi una malattia infettiva: si può pensare, infatti, a una forma di rivoluzione che guida a un apprendimento senza troppe distrazioni e rivolto anche all’approccio diretto con le persone. Dedicarsi quindi alle telefonate rivolte agli amici e uscire con loro, e infine, ritagliarsi del tempo libero per leggere addirittura un libro.
Carola, 16 anni, ce l’ha fatta! A dispetto di altri suoi compagni, i quali hanno desistito dopo il primo giorno, perché si sono sentiti “lontani dal mondo”. Il che è da considerarsi un po’ assurdo.
Come ci si può sentire lontani dal mondo rispetto ai like, agli “stati” su FB, alle chat con gli amici? La scuola propone un cambiamento per comprendere il significato di una solitudine solida e l’alternativa all’uso del tempo più sano, per avvicinarsi in modo assertivo agli altri, e si pensa ai social?
E’ necessario essere sempre connessi? Dove inizia e dove termina la libertà personale?
Possibile sentirsi spaesati senza Internet? E intanto muoiono gli interessi personali?
Questi quesiti vi sembreranno distorti, soprattutto in tempi in cui il cellulare è quasi l’unico linguaggio-strumento che facciamo nostro, utilizzandolo tutti i giorni, discostandoci dalle voci altrui.
Ma è davvero così importante tanto da farci distaccare dalla realtà e allontanarci dai veri e tangibili contatti? Soprattutto restringendo il nostro campo visivo e la gestione del nostro tempo?
Tutto probabilmente è divenuto fittizio ma abbiamo la consapevolezza che otto giovani ragazzi – fieri di loro stessi – si sono messi alla prova, superandola, sebbene le difficoltà iniziali. La forza di volontà ha così prevalso: l’orgoglio pertanto sta anche nel fatto di essersi conosciuti sotto altri aspetti, verso a una crescita e un arricchimento personali.
Siamo ulteriormente sicuri che aprire un libro “di carta” sia più facile di quanto si possa credere, nonostante l’e-book ne conservi migliaia. Ma l’odore dei fogli e l’azione di sfogliare le pagine sono azioni coinvolgenti, che aiutano a immedesimarsi nella storia e altresì allontanano dalla fredda luce del tablet, sebbene in certe occasioni risulti utile.
Una sfida difficile per i giovani di oggi ma non impossibile!
E voi sareste arrivati al traguardo?