Il traffico romano
Inaspettatamente la capitale si è svegliata con una sorpresa: il blocco totale del traffico per due giorni interi, il 19 e il 20 febbraio scorsi, con l’aggiunta del conseguente 21 febbraio. Insomma tre giorni senza automobili almeno nella fascia verde: dalle ore 7.30 alle ore 20.30.
Il tempo infatti non aiuta: la concentrazione di polveri sottili e l’assenza di pioggia e di vento hanno di molto influenzato la decisione del Sindaco della città eterna, Virginia Raggi, la quale, appunto, nel tentativo di ridurre l’inquinamento, che ha superato i livelli tollerati, ha firmato l’ordinanza stabilendo così il divieto di circolazione diretta ai veicoli inquinanti.
E’ da anni che continuiamo a girare intorno al medesimo problema: il blocco totale del traffico e le domeniche ecologiche ma, le soluzioni alternative dove sono? Chi ci pensa?
Chi di voi ha mai considerato qualcosa di diverso? Possibile non si trovino altro tipo di rimedi per migliorare una situazione stantia?
Il potenziamento del trasporto pubblico, per esempio, sia metropolitano, sia su strada, potrebbe essere un motivo valido, per portare le persone a vivere la città in altro modo. Magari nel silenzio. Poche auto, poco traffico, più biciclette e aria più pulita.
Quanti però si soffermano su questo quadro a dir poco idilliaco? Roma potrebbe tollerare un altro sistema di vita, modificarlo radicalmente?
Si alleggerirebbero i costi delle auto e della benzina come inoltre si incentiverebbero le auto elettriche, il car sharing, sempre più in auge, la sicurezza per i pedoni e i ciclisti, e perché no anche per chi va in giro con skate.
Insomma più liberi e più sani. Questo può di certo sembrare uno slogan ma almeno indurrebbe all’utilizzo della macchina solo nel momento del bisogno, per gite fuori porta e per viaggi più lunghi e piacevoli, al fine di non ingolfare la città, soprattutto il GRA, lasciando gli autisti in balia degli eventi.
La costruzione di parcheggi appositi, forniti di navette, che portano i “fuori porta” verso il centro, favorirebbero di molto tutta la popolazione. Ma forse progettare, lavorare bene e rapidamente è un concetto ancora per noi distorto ed è una pecca a nostro sfavore. Ma l’intento andrebbe a favorire la città, ormai multifunzionale, che dovrebbe puntare a una visione più europea.
Vivremmo meglio o no?