Quale valenza dell’Universo Femminile?
8 Marzo 2019. Giornata Internazionale della Donna. Ancora, in questa “epoca moderna”, si scende in piazza a manifestare e combattere contro la violenza, e quindi per rivendicare i nostri diritti.
Ma basta tutto – e solo – questo? Stiamo regredendo invece di crescere?
Tante le ragazze uccise per mano di uomini violenti che vogliono far valere il loro potere e la supremazia sull’Universo Donna mentre altre violentate, una in pieno giorno a Napoli, di recente. Sotto gli occhi di molti passanti, tutti inermi.
Nell’arco dell’anno si sommano dieci donne uccise e due ferite in modo grave. E già da fine 2018 oltre 100 donne uccise da ex compagni, ex mariti o fidanzati; 7 milioni, al contrario, picchiate, maltrattate o violentate.
Le scuse sono sempre le stesse. Si è messo così a punto un decalogo di stereotipi di cui non fare mai uso, espressioni alquanto inappropriate: “Omicidio per gelosia”; “Tempesta emotiva”; “Se l’è cercata”; “Perché lei non lo ha lasciato?”;“Era un bravo ragazzo, un padre buono”; “Follia”; “Raptus”; “Amore malato” che, insieme ai crudi particolari e alla descrizione delle ferite, aumentano il crimine e giustificano gli atti violenti.
Una delle ultime sentenze ha ridotto la pena a chi ha ucciso una donna in Emilia Romagna: la Corte di Appello ha deciso in tal maniera nei confronti di M. Castaldo, reo confesso dell’omicidio di Olga Matei, strangolata a mani nude.
A voi sembra normale ridurre la pena a causa di una “tempesta emotiva”? A voi sembra normale che un uomo agisca impulsivamente per gelosia e uccida? A noi sembra un incubo come se veramente i giudici non entrassero nella problematica, ne vivessero il dramma della stessa, escludendone a priori il disagio sociale e istintivo e il dominio che l’uomo tende ad attuare.
La colpa dunque è sempre della donna? Fosse così è grave, anzi, gravissimo. Il paese stenta a crescere ma soprattutto gli uomini non comprendono la libertà di ciascuno.
A noi verrebbe da dire: “Poveri!”. A noi verrebbe da esprimere che questo tipo di uomini ci fanno davvero pena. Ci chiediamo infatti: possibile che un uomo che viene lasciato, perché una donna non lo ama e non lo desidera più, debba per forza rivendicare il suo vigore e non accetti in alcun modo l’abbandono, rivendicando il senso di possesso? Ma noi donne al contrario sappiamo sempre ricostruirci? O esistono sfaccettature non sempre rosee? Gli uomini non sanno stare soli? Soffrono di una crisi di identità?
A noi verrebbe da aggiungere: “Uomini. E’ ora che cresciate”. Non è con la veemenza che otterrete il nostro rispetto, bensì se voi cominciaste a modificare il vostro atteggiamento ovvero se ricominciaste a corteggiare le donne con rispetto, andando incontro alle loro esigenze ma soprattutto a trattarle con cura, delicatezza, amore e ascolto. A equipararle quindi al vostro mondo tanto da capire che ricchezza, arricchimento, pari opportunità, diritti, salario e rispetto possano conciliare in ambedue i mondi. Magari si cresce entrambi, no?
In attesa dell’approvazione della legge “Codice Rosso” che la ministra Giulia Bongiorno ha messo in atto, per garantire tempi brevi di protezione alle donne che denunciano violenza, all’interno del I° Municipio di Roma – Circonvallazione Trionfale, 19 – è stato inaugurato proprio l’8 Marzo il centro di ascolto Mariella Gramaglia (parlamentare, giornalista e femminista) dedicato alle donne violentate.
Aperto dalle 11:00 dal lunedì al venerdì, è fornito anche di un numero verde attivo h24 (1522). Qui il percorso personalizzato permetterà di essere ascoltate, accolte, assistite psicologicamente e legalmente, orientate al lavoro e verso un’autonomia abitativa, e inoltre usufruire di un supporto rivolto ai figli e ai minori.
Desideriamo aumentare o diminuire la discriminazione di genere?