Alla ricerca delle nostre identità
Le notizie, si sa, son sempre quelle. Si rincorrono come un cane si morde la coda. Questo accade perché ci vogliono far distrarre da qualche cosa di più importante, che meriterebbe più attenzione.
Oggi Roma è silenziosa. E’ una delle domeniche ecologiche. Il caldo comincia a farsi sentire. Verrebbe inoltre voglia di prendere a schiaffi o peggio, a calci, chi ha rovesciato la sentenza di risarcimento a sfavore dei tre figli di Marianna Manduca violentata e poi uccisa “per divertimento” (si legge così dalle cronache) dal marito. Oggi però ci asteniamo. La battaglia è ancora lunga per far capire che chi maltratta non dovrebbe godere di alcun diritto di essere nominato e neanche considerato. La sua personalità dovrebbe essere cancellata dalla società.
L’identità dunque dovrebbe sparire nel nulla. Ma non è proprio così. Questi soggetti continuano ad esistere finché gli si dà rilievo. Magari cambiarla e identificarsi in qualcun altro? Oppure, anche meglio, rieducarsi, risanarsi mentalmente e perché no, reintegrarsi nella collettività in maniera civile?
In questi giorni un pensiero ci frulla per la testa: siamo forse alla ricerca delle nostre vere identità, in quanto non ci sentiamo riconosciuti in ambito lavorativo, familiare e tanto altro, e ciò non aiuta a identificarci, appunto, in mezzo a tanti. Siamo un popolo grande composto da molteplici solitudini.
Stiamo inoltre notando che c’è chi tuttavia gioca con la propria personalità, nascondendo le virtù essenziali e mascherandosi dietro a volti irriconoscibili. In televisione circolano molte donne che hanno modificato le loro sembianze fisiche e a noi sembrano mummie viventi.
Probabilmente tale circostanza, quella di ricorrere alla chirurgia estetica per modificare il proprio aspetto esteriore, aiuta a identificarsi in modo totalmente diverso da come si era prima, mentre per noi comuni mortali il viso è la risultante di non riconoscere più quella determinata persona.
Le donne, quelle belle, si sono pertanto introdotte dentro altri esseri e in maschere di gomma che le rende immuni all’invecchiamento sano e glorioso. Si, perché la maturazione della donna sta proprio in questo: accettare il passare degli anni e lasciar che la bellezza viva le tappe necessarie.
Non vogliamo fare nomi ma di certo sembra che il mondo stia distorcendo la sua ottica abituale nell’accettarsi per come si è. Quali sono i motivi che portano a volersi differenti da tale stato? Perché spingersi oltre, oltrepassare quel limite e quella sensazione di percepirsi ancora giovane?
Si adotta così un percorso contrario. Non ne capiremo mai il motivo ma ci auguriamo che qualcosa in tal senso svegli il proprio “Io” per far si che si rimanga puri e non si viva in preda alla voglia della continua trasformazione.
A questo concetto ci abituano i bambini eroi e coraggiosi che non si sentono affatto inermi e immobili di fronte al tempo. Ce lo insegnano con i loro esempi soprattutto dopo essersi salvati in gruppo da un bus in fiamme a Milano lo scorso 22 marzo.