Ecosostenibilità: il decreto clima
Mentre in Italia si discute ancora di leggi, di riforme, di cambiamenti, anche rispetto l’ambiente, la Germania anticipa i tempi con premesse innovative e soprattutto interessanti. La potenza europea, con l’intento di abbandonare definitivamente l’immissione di CO2 nell’aria, ha emesso appunto un programma in difesa del clima da qui a dieci anni, tanto da rispettare gli obiettivi climatici Ue. In questo modo viene disincentivato l’uso delle macchine private a favore di mezzi pubblici elettrici gratuiti e delle biciclette.
Unitamente a Francia, Italia e Spagna, anche la Germania fa parte degli otto stati europei in regola: la diffusione di biossido di azoto e di polveri sottili infatti sono rientrate nei limiti previsti dagli standard della comunità europea. In Italia (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Firenze, Napoli, Catania, Palermo), inoltre, già si sente parlare di “sharing auto green” ovvero di mobilità condivisa: questo permetterà di rottamare un’auto vecchia (fino a Euro 4) senza acquistarne di fatto una nuova e quindi passare a forme di trasporto sostenibili.
Il bonus fiscale di 2.000 € pertanto farà gola a molti: la cifra si potrà spendere in cinque anni da suddividere tra trasporto pubblico, car-sharing, veicoli elettrici a emissioni zero ossia biciclette e mezzi non motorizzati. Totale che va a beneficio di familiari conviventi. Attenzione però! Siamo controllati: i 2.000 € saranno revocati se si dovesse comprare o noleggiare un mezzo con basse emissioni. Il progetto si allarga a taxi e trasporti scolastici.
In attesa che la proposta del Decreto Ambiente venga approvata (doveva essere presentata lo scorso 19 settembre al Consiglio dei Ministri) a fare da sfondo al movimento ormai globale rivolto al benessere del Pianeta c’è lei: Greta. Lei che arriva in America in barca a vela, lei che incita le voci del “Friday for future”, lei ostinata e contraria, continua imperterrita a combattere l’inarrestabile scia umana a sostegno del nostro ecosistema.
All’Onu è stata accolta con clamore per lo “Youth Climate Summit” al fianco del segretario generale Antonio Guterres. Il fine, ancora attuale e in fermento, è quello di far pressione su chi governa sia per diminuire le sostanze che inquinano, sia per essere fedeli agli accordi di Parigi. A fronte di ciò molte le “manifestazioni giovani” che da New York si sono diramate a Kabul, a Dacca e a Nairobi, per proseguire fino al 27settembre prossimo.
Uno sciopero globale dunque in grande scala che intende contagiare tutti.
Noi, però, nel nostro piccolo, che facciamo per il pianeta? In che modo contribuiamo a renderlo migliore? Chi di noi ha la coscienza veramente – è il caso di dire – “pulita”?