Il valore della memoria
Anna Frank scriveva nel suo “Diario”: “La gente non sa quanto siano importanti i libri per uno che sta nascosto”. Erano gli inizi degli anni ’40.
Oggi, alcuni eventi, seppur sporadici, che trovano luogo nel sottobosco delle azioni antisemite, emergono e ci fanno ricordare tutto ciò che i martìri della Shoah hanno seminato. Ultimo episodio a Mondovì (Cuneo), dove su un portone è comparsa la scritta: “Qui abitano degli ebrei”.
L’abitazione è quella di Aldo Rolfi, figlio di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana e sopravvissuta ai campi di sterminio (Ravensbruck) dove fu deportata per via della sua attività politica. Morì nel 1996 a 71 anni.
Un altro gesto simile, ma in questo caso razzista, si è verificato a Rezzato (Brescia) dove un bar, gestito da una ragazza di origine marocchina nata in Italia e da tempo integrata nel nostro paese, è stato distrutto. Ancora una volta, quindi, il linguaggio remoto, antico e violento, e simbologie naziste compaiono e infondono paura, timore.
Cosa fare, dunque, ora, per non dimenticare la storia? Come arginare tali vandalismi che ricompaiono silenziosamente, in modo misterioso, che rimangono impuniti, perché nessuno viene rintracciato?
Sembra che ormai sia tutto legittimato a favore di una non-civiltà e diseguaglianza incalzanti, sentendosi in diritto di offendere, punire, degradare e non rispettare il più debole, il giusto. Di urlare contro al diverso.
Liliana Segre, Senatrice a vita, è ancora testimone dell’Olocausto ma in primavera ha deciso di terminare il racconto della bambina che è stata con tutte le sue esperienze (dopo trent’anni di incontri nelle scuole): la troveremo dunque ad Arezzo, precisamente a “Rondine, cittadella della pace”, un esempio per tutti noi.
Qui la realtà accoglie giovani studenti, futuri leader globali di pace, provenienti da diversi luoghi dove la guerra semina vittime ogni giorno, con l’intento di coinvolgerli attraverso il senso di unione e di uguaglianza. La “Rondine” pertanto sarà “l’erede del patrimonio morale, del messaggio di pace e speranza di Liliana Segre“.
Forse un passo avanti? Speriamo di si, in positivo. Un altro interrogativo che ci invita a riflettere è destinato al futuro della storia, al futuro di questa materia così imponente ma soprattutto a come verranno ricordati gli stermini avvenuti:: saranno ridotti a una sola riga o a un solo capitolo?
In effetti, basti pensare che i sopravvissuti ai campi di concentramento si avvicinano ai 90 anni e sono dei portavoce potenti, che divulgano le loro vite ai giovani del futuro.
La speranza è quella che loro riescano appunto a cogliere la grandezza di questi messaggi come i punti salienti affinché fatti di antisemitismo non si ripetano più, non abbiano più risonanza.
Primo Levi diceva: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. A noi, dunque, per capire e approfondire questo ampio tema rimangono libri, film e le voci di chi ha vissuto sulla propria pelle la Shoah italiana e non.
Non rimanere indifferenti? È una possibilità.
Proprio la Segre ha scritto per il vocabolario Zingarelli 2020 una definizione d’autore che ci può aiutare a far nostro tale concetto così riassunto: “L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. L’indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori“.
Riconoscere i segnali diviene essenziale per salvare e salvarci dalla malvagità umana grazie a una solidarietà forte e necessaria.