Tra emergenza e notizie positive
Il 24 febbraio del 1990 moriva Sandro Pertini, il Presidente degli italiani. Un uomo rigoroso, onesto e di certo fuori dal comune, che ancora rimane una figura imporante a livello storico e politico. Forse da prendere da esempio in questi tempi così sterili di uomini emblematici e combattivi. Amava stare in mezzo ai giovani, freschi e portatori di idee, si sentiva sempre vicino al popolo e lontano dalle istutuzioni che rappresentava, probabilmente perché le pensava corrotte e poco esemplari.
Nel giorno del ricordo, però, la notizia che irrompe nelle nostre case è che il corona virus è arrivato in Italia. Attenzione: è un virus nuovo di cui si conosce poco e dal quale non possiamo difenderci con facilità, poiché non abbiamo sviluppato le difese necessarie.
Si registra così un allarmismo come è lecito che sia: i cittadini sono avvertiti su ogni precauzione da prendere (il Ministero della Salute ha stilato un decalogo); il Carnevale di Venezia è stato sospeso; le gite scolastiche rimandate; i musei, i locali notturni, i teatri, le scuole, gli uffici pubblici rimarranno chiusi; i concorsi posticipati; i movimenti sono previsti solo se necessari; il calcio si prende una pausa, come altre competizioni sportive; l’Austria ha chiuso l’ingresso ai treni provenienti dall’Italia e per l’Italia.
L’Europa e altri paesi sono entrati nello stato d’ansia derivato dall’omertà iniziale dei cinesi. Era dunque prevedibile tale propagazione del virus “letale” nel nostro Paese? Nella penisola aumentano i contagiati (al momento se ne segnalano 222) e le regioni in allerta sono la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l’Emilia Romagna. La cosidetta zona rossa.
C’è la rincorsa all’amuchina e alle mascherine, si divulgano video di città deserte ma soprattutto si respira una paura di fondo. Riteniamo che tutto sia giustificato ma quanto conta l’informazione – in questi casi –, come divulga e come svolge il suo lavoro, insomma, lo fa nel modo giusto?
In queste circostanze si ri-chiede la collaborazione di tutti ma soprattutto di non falsificare le notizie, anzi, al contrario di avvalersi del consiglio di esperti e di giornalisti che si impegnano a diffondere servizi costruttivi e consapevoli. Ovviamente i palinsesti TV sono stati variati, le trasmissioni sono monoteatiche e l’intervento di virologi sono all’ordine del giorno. A noi non rimane che prestare attenzione alle fonti e non farci ingannare dalle false informazioni.
Vogliamo tuttavia concludere con due notizie positive che donano speranza.
L’una vede a Napoli la demolizione delle Vele a Scampia, frutto di uno scempio di edilizia popolare tra gli anni ’60–’70. Le palazzine, progettate dall’architetto palermitano Franz Di Salvo, rientrano nel progetto Re–Start Scampia, che va a riqualificare il quartiere, eliminando di fatto le tracce ispirate dall’architettura brutalista del francese Le Corbusier e del giapponese Kenzo Tange. La prospettiva è che le aspettative delle persone non verranno disattese, con l’augurio di vivere un futuro migliore.
L’altra riguarda il Dottorato “Honoris Causa” in Storia dell’Europa a Liliana Segre, all’Università La Sapienza di Roma. In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico la Senatrice a vita ha tenuto la lectio magistralis “La storia sulla pelle”, nella quale hanno preso parte istituzioni e alunni. Una traccia che rimarrà nel futuro, indelebile. Un insegnameno che i giovani dovranno tenere sempre a mente per un senso di pace a livello mondiale.
Insomma, vicende sottaciute per l’epidemia che ha un’ampia eco e di cui attendiamo sviluppi. Bisognerà prepararsi a una pandemia?