Orgogli italiani
Il corona virus non ci spezza, anzi, continuiamo a lottare e vinciamo!
Malgrado l’Italia sia invasa dall’epidemia del Covid–19, che ormai sembra sia un problema che abbraccia tutto il mondo, giungono buone notizie dal Festival di Berlino. A Roma cominciano ad affacciarsi i primi casi di contagio, è stato chiuso un liceo e delle lezioni all’Università La Sapienza di Roma rimandate.
Insomma, la situazione è tenuta sotto controllo. Il governo è in fervida attività e cerca di tranquillizzare i cittadini, come provvede a contenere allarmismi e a prendere misure precauzionali a livello economico che di certo intaccano non solo il nostro paese.
La vita sembra essere inoltre sospesa: le trasmissioni TV vanno in onda senza pubblico, di fatto sono meno chiassose e più intime; l’attesa ci rende meno liberi ma la fantasia aiuta a trovare espedienti per incontrarsi tra amici anche ai confini delle zone interdette; gli insegnanti organizzano lezioni in remoto; il sistema lavorativo cambia ottica sperimentando il tele–lavoro di cui tanto si parla da anni e che, a quanto pare, oltre a recare benefici a livello psicologico e produttivo, aiuta a porsi degli obiettivi, a darsi degli orari e a organizzarsi meglio.
Non mancano dunque le iniziative e le costanti raccomandazioni. Che queste siano sperimentazioni che possano aiutarci e condurci verso nuove visioni dell’esistenza? Impareremo così a goderci meglio la propria casa, vita, famiglia e hobbies? Forse ci abitueremo ai ritmi lenti e a ridurre lo stress? Soprattutto a entrare in contatto con la filosofia ecosostenibile?
Mentre il filosofo Umberto Galimberti ci aiuta a comprendere in che modo affrontare l’emergenza, alla 70ma Berlinale Elio Germano vince l’Orso d’Argento come miglior attore in “Volevo nascondermi” per la regia di Giorgio Diritti, e i gemelli Damiano e Fabio D’Innocenzo si aggiudicano l’Orso d’argento per la sceneggiatura di “Favolacce”.
Dunque una doppietta che ci fa ben sperare nelle sorti del cinema italiano che, come ha espresso Germano in un’intervista su La Repubblica, a firma di Arianna Finos, “È il momento del nostro cinema non omologato“.
Una considerazione non tanto ardita ma certamente fa comprendere quanto la settima arte nostrana sia visionaria e pronta a portare sui grandi schermi storie lontane dalla tecnologia, magari autobiografiche, dai registri sociali e riprese dalle vite di personaggi illustri del mondo letterario e artistico. Sicuramente sanno avvicinare le persone e insegnano a riflettere su tanti temi che la società di impone, distinguendosi per la loro diversità.
Un altro fatto che in questi giorni ci preoccupa e ci incupisce è il problema degli emigranti ai confini tra Grecia e Turchia. Una situazione di emergenza mondiale che chi potrà contenere se nessuno interviene e l’ONU è impotente?