Editoriale n. 60
Annalisa Civitelli Editoriale bambini, conte, editoriale, esami di terza media, la repubblica, librerie, maturità, parco giochi, ponte di genova, presidente del consiglio, presidente della repubblica, riaperture, scuola, sport 0
Oggi gli ultimi quarantaquattro metri definiranno il termine dei lavori del ponte di Genova, progettato da Renzo Piano. Domani 28 aprile 2020 sarà dunque pronto per il suo quotidiano utilizzo. Un segno di speranza. Si pensa alle riaperture, le librerie offrono di nuovo i loro servizi ai cittadini e intanto aspettiamo di uscire dalle nostre tane.
Fase uno, fase due. È tutto un enigma che ci rende tuttora incerti e confusi rispetto al futuro prossimo. Si sa, però, che dal quattro maggio alcuni esercizi commerciali riapriranno i battenti, ma a scaglioni, e noi gente comune potremmo andare a trovare i congiunti ovvero i parenti più prossimi, sempre muniti di mascherine e seguendo le precauzioni necessarie. Ci si potrà spostare solo nella Regione ove si abita ma, per i residenti fuori sede, le regole vigenti prevedono, per gli spostamenti, l’autocertificazione per motivi di lavoro, di salute o di necessità.
Riapriranno i parchi per i bimbi, che finalmente potranno giocare e correre fuori dalle mura domestiche; gli assembramenti saranno comunque vietati; si potrà fare sport nei parchi, ma singolarmente; gli allenamenti per gli atleti saranno garantiti, dal 18 maggio in poi; le scuole, qui in Italia, rimarranno chiuse almeno fino a settembre, mentre in Cina e in altri Paesi le classi riprendono le lezioni; bar e ristoranti se la caveranno con cibo da asporto o con il distanziamento tra i tavoli.
Ci sarà ancora da soffrire un po’: come sarà la nostra estate? Ci si potrà godere il sole e il mare o si lavorerà per recuperare il lungo periodo perso, per risanare l’economia? La scuola, inoltre, è da considerarsi una perdita per i ragazzi?
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affermato che “le scuole sono […] un luogo di relazione. La loro chiusura è una ferita per tutti“. A fronte del suo messaggio per una trasmissione di Rai Cultura, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, riferendosi agli studenti aggiunge: “la scuola non è soltanto il luogo dell’apprendimento. È la vostra dimensione sociale fondamentale, nella quale, assieme al sapere e alla conoscenza, cresce e si sviluppa – anche nella relazione con gli altri, con i compagni, con i vostri insegnanti – la personalità di ognuno di voi. Cioè quel che sarete nella vostra vita futura“.
Che la pandemia neghi la libertà degli alunni italiani, in quanto non escono per quel tragitto casa–scuola? Di certo, pensiamo, che le maestre delle scuole materne ed elementari non potranno costringere i bambini a stare lontani, mentre i distanziamenti possono sicuramente funzionare nelle medie e nelle superiori, ma in sicurezza. Per questo tipo di misure pertanto bisognerà attendere fine estate.
Ma quanta valenza ha l’istruzione nel nostro Paese? Sappiamo che la ministra dell’Istruzione Azzolina si è adoperata per assicurare le lezioni on–line, tuttavia con tante difficoltà alcune maestre si sono adeguate al metodo virtuale, a differenza di altre che hanno tardato ad aggiornarsi e far studiare i loro alunni. Si sono trovati, nonostante tutto, mezzi innovativi e alternative per assicurare gli esami di terza media e quelli di maturità. Che l’avventura abbia inizio: come andrà a finire e cosa avranno appreso i giovanissimi da questa esperienza senza precedenti?
In mezzo al trambusto generale c’è una questione che ci lascia perplessi: il mondo dell’editoria. La Repubblica, pochi giorni fa, ha subìto un cambio di rotta: Carlo Verdelli è stato sostituito da Maurizio Molinari, il quale ci auguriamo sia all’altezza del suo predecessore. Il quotidiano è stato acquistato dalla GEDI, di cui John Elkann è presidente. Insomma, gran parte della stampa nostrana è in mano agli Agnelli.
Che ci sia una sottaciuta macchinazione di notizie e un desiderio di controllo sulle stesse?