Musica dal Paradiso
Ammettiamolo. Quanti di noi desidererebbero chiudere il 2020 sin da ora? Mancano ancora cinque mesi alla fine dell’anno, che ci sentiamo stanchi e affaticati da una situazione contingente e dalla quale non possiamo fuggire. È un anno duro che continua a renderci molto malinconici.
Non solo il Covid si è insinuato nelle nostre vite e bisogna stare in guardia – mettendoci in costante ansia –, ma le morti di esponenti di spicco colpiscono il nostro Paese e lo impoveriscono a livello culturale, soprattutto musicale. Oggi, 6 luglio, perdiamo un’altro illustre esponente della musica: il Premio Oscar alla carriera, Ennio Morricone.
Siamo sinceri: scrivere con in sottofondo le sue musiche è una suggestione che non ci siamo mai permessi prima. Nato a Roma il 10 novembre del 1928, Morricone muore a causa di una caduta. Diplomatosi al Conservatorio di Santa Cecilia della capitale, in tromba, è divenuto famoso per le sue numerose composizioni musicali, colonne sonore che sono entrate nella storia del cinema internazionale.
Dallo stile inconfondibile è riuscito a conservare la sua privacy e a essere riconoscibile per i suoi timbri personali, ammalianti, dolci e fluenti, abbracciando musicalità diverse tra loro e di ambientazione. Riusciva, infatti, ogni volta, a immergersi alla perfezione nel mood dei film di cui componeva il tappeto musicale in modo impeccabile, insegnandoci a entrare in contatto con la nostra emotività.
Morricone disegnava con le note: era capace di farci vivere intensamente ogni situazione contestualizzata nei lungometraggi; le sonorità hanno dato voce alle immagini salienti dei film, tra suspense e passioni travolgenti; tra nostalgia e guerriglie urbane; tra rimandi western ed epica; come altre meravigliose suggestioni.
Chi non ricorda le note di “C’era una volta in America”? Chi invece non fischietta il motivo di apertura, maestoso, immenso e arioso di “C’era una volta il West”? E come si fa a dimenticare il tema principale di “Nuovo Cinema Paradiso”, romantico e di ampio respiro, che evoca serenità?
E non si possono non menzionare la famosa armonica, l’aria danzante di “Giù la testa”, il fischiettio de “Il buono, il brutto e il cattivo”! Molti dunque i suoi successi che vanno ben oltre le colonne sonore e che completano il vasto repertorio dal quale si attingerà per acquisire un po’ di quella genialità contemporanea e versatilità che il Maestro lascia ai posteri.
Oggi vi vogliamo salutare così, con un buon ricordo. Altre notizie le analizzeremo la prossima volta, poiché in questo periodo non sono affatto mancate le riflessioni. Che la pandemia non abbia lasciato alcuna traccia di miglioramento in noi? Ritornano cattiveria, violenza e inciviltà senza riguardo per il prossimo: ci piace vivere in questo modo?