Il post lockdown
Il periodo che ci piace chiamare in modo scherzoso “il tana liberi tutti” si sta dimostrando fervido dal punto di vista culturale. Molte infatti sono le rassegne teatrali in lungo e in largo per la Penisola che alcune associazioni stanno organizzando affinché la gente riprenda contatto con il teatro, il cinema, la musica, le parole e l’atmosfera magica che le serate estive ci donano.
Il Teatro dell’Opera della capitale ha organizzato al Circo Massimo il primo balletto dopo la chiusura totale, dove gli elementi concepiti per la scena sono gli stessi che adoperiamo giornalmente per proteggerci dal virus: guanti e mascherine si trasformano così in un tramite per superare i limiti imposti dal Covid, stando sempre accorti al contatto.
Un’operazione, questa, che rivisita “Le quattro stagioni” di Vivaldi e le ripropone con un idee innovative e inserite in un contesto di emergenza, riappropriandosi della creatività che inventa mascherine di aspetto più teatrale che non di uso comune. Accorgimenti che vanno a fondersi con la scelta dei costumi, tanto da rendere il lavoro dei ballerini suadente, morbido, leggero e armonioso, e ben inserito nei tempi attuali in cui “bisogna reinventarsi – soprattutto –nei momenti difficili, far lavorare anche la creatività” come spiega bene in coreografo Giuliano Peparini.
La prima è andata in scena il 25 luglio al Circo Massimo, e lo spettacolo sarà replicato il 26 e il 30 dello stesso mese, per proseguire il 2 e il 3 agosto: un’occasione dunque da non perdere al fine di riappropriarsi della bellezza. Il Globe Theatre di Villa Borghese a Roma, anch’esso è pronto a far emozionare il pubblico e gli affezionati con Shakespeare, e siamo certi che colpirà nel segno con il vivace ingegno dello scrittore inglese.
A Verona, invece, l’Arena riapre all’insegna della musica, per una serata dedicata agli operatori sanitari. “Il cuore italiano della musica” è stato il primo appuntamento del “Festival d’estate 2020”. E ci auguriamo che il proseguo abbia successo e sia accolto a braccia aperte per rianimare la città dell’amore.
Con questo Editoriale siamo giunti al numero 70. La nostra speranza viene rigenerata da un pensiero: che questo lieve movimento culturale sia il fermento per il futuro. Noi desideriamo sempre farvi compagnia in maniera moderata ed educata, senza alzare i toni né tanto meno essere sgarbati. A tutti voi che ci leggete e ci seguite con costanza, senza mai tradirci, auguriamo buona estate. Ci rincontreremo a settembre con qualche novità e manterremo i contatti seguendo gli eventi di un’estate strana e alquanto unica nel suo genere.