Nuove iniziative all’orizzonte
Mentre sentiamo ancora parlare dell’aumento di contagi da Covid–19, soluzioni anti assembramenti e possibili chiusure di città e di specifiche zone urbane, tra discussioni politiche e sterili commenti che si leggono in continuazione sui rotocalchi, veniamo a conoscenza di uno spazio che rinasce a miglior vita nel cuore della capitale.
Ricordate lo “Splin Time”, il palazzo occupato tra le zone San Giovanni ed Esquilino all’interno del quale fu rilevante il riallaccio della luce da parte dell’elemosiniere del Papa? Ora è al centro dell’attenzione in quanto ospita lo spazio della redazione di “Scomodo” ma non solo: il luogo sarà anche a disposizione per assistere a spettacoli, a workshop, a conferenze e a lezioni.
Il magazine, rigorosamente cartaceo, è nato nel 2016 per iniziativa di un gruppo di ragazzi romani e intende dare “un nuovo significato all’informazione”, tramite un giornalismo partecipativo, “e svincolarsi – quindi – da quella rapida e istantanea, che non sappia dare vere risposte alla cittadinanza” (spiega Lorenzo Cirino); “Scomodo” vanta inoltre di collaboratori che gravitano tra Milano e Torino.
Tommaso Salaroli, uno dei fondatori di “Scomodo”, asserisce che la superficie è stata recuperata dopo anni di abbandono con l’intento di “farne un luogo di aggregazione e studio” e afferma che il gruppo ha “collaborato con 24 studenti di architettura coordinati dallo studio Alvisi–Kirimoto, raggiunto grazie a Renzo Piano“. Il 2 ottobre prossimo sarà possibile andare a visitare la redazione e ammirare i lavori svolti, che a livello architettonico di certo non deluderanno.
L’importante rigenerazione urbana e la riqualificazione degli spazi abbandonati sia pubblici sia privati, è frutto di un forte impulso di svecchiare il territorio. Da un garage, infatti, nasce un nuovo punto di vista che dona ai 2.600 mq una modernità fluida, fresca e rigenerativa, appunto. Il tutto ospita molti libri che sono stati donati ai ragazzi, un’area studio che può accogliere fino a 150 giovani, a disposizione h24 per sopperire all’assenza di spazi notturni utili per studiare, e tanto altro.
A noi questa idea piace accostarla alla viabilità, al progetto GRAB (Grande Raccordo Anulare Biciclette) previsto nella capitale, alla riduzione delle macchine e al buon uso dei monopattini che imperversano per le strade. Perché, vi domanderete voi?
Perché l’aggregazione è una forma dello spirito che conduce al benessere e che i giovani conoscono molto bene, a dispetto di quanto si pensi. E loro sanno bene che significa lottare per un mondo migliore con coraggio e determinazione, mettendoci la faccia e buone proposte che dovrebbero/potrebbero essere seguite senza indugi. Di conseguenza, non ci farebbe poi tanto male ascoltare i millennials circa i loro progetti.
Da loro bisogna ripartire: credere che l’accoglienza sia fonte dalla quale attingere e non solo; noi, dunque, pensiamo che il sentimento dell’informazione giusta e coerente, legato a quello ecologico e di crescita personale, siano ancora da spronare e da supportare, poiché frutti di un rispetto comune e di una civiltà educata.
Perché questo insieme aiuta l’essere umano a vivere più sereno, più ossigenato e in modo più limpido.