Contatto umano anti Covid
Diciamocelo chiaramente. In questo periodo silente, in cui ognuno è perso dentro le proprie riflessioni sulle circostanze attuali, chi non ha bisogno di affetto, di vicinanza, di amore e di coccole?
Eccovi serviti! A sopperire alle richieste emozionali ci ha pensato l’ospedale “Domenico Sartor” di Castelfranco Veneto (Treviso) che ha creato una stanza degli abbracci infarcita di plastica morbida e anallergica per evitare il contagio durante il vigoroso contatto umano. Peccato sia riservata ai pazienti ricoverati all’interno della struttura.
Non solo, sono stati allestiti degli spazi con divisori di vetro muniti di microfoni per conversare con i propri cari e tenere loro la mano grazie a degli appositi guanti. Inoltre, il “Cubo Sensoriale Interattivo” aiuta pazienti, operatori sanitari e visitatori a rilassarsi tramite delle immagini prese in prestito dalla natura, dall’arte e da ambienti domestici.
Ecco che di conseguenza ci si emoziona di nuovo senza recare danno alla salute mentale e fisica, bensì risanandola attraverso abbracci e dialogo. Quindi, possiamo vivere situazioni che curano l’animo anche durante la pandemia?
A quanto pare si. Ci si ingegna e noi crediamo che questa iniziativa possa ripetersi in altre aree di Italia, purché si sia sempre visionati da un’operatore sanitario. Sopperire alle esigenze emotive che il nostro corpo richiede è un allarme da ascoltare, sempre. Da non sottovalutare, poiché tutti percepiamo ciò che ci manca e ciò che desideriamo.
E se questi teli di plastica fossero installati per la strada, nei musei o nei bar/ristoranti tanto da fronteggiare le attuali vicissitudini e mancanze? Che accadrebbe?
Con consapevolezza, nulla. Ma seguiti, almeno, ritorneremo ad abbracciarci e a baciarci come ritorneremo a vedere i sorrisi di tutti. Forse il mondo ci sembrerà più vero e sincero.
Intanto si comincia a parlare dei vari tipi di vaccino anti–Covid, che saranno immessi sul mercato l’anno prossimo. E le case farmaceutiche giocano al chi arriva prima. Non sappiamo ancora quali saranno gli effetti desiderati e indesiderati dell’antitodo in questione, ma i volontari sono già pronti per testarlo.
Non sarà un’operazione semplice distribuire il vaccino a tutta la popolazione mondiale, come avere mezzi di trasporto idonei con freezer o altro che dovranno mantenere le fiale a -80° centigradi. In fondo rimangono pochi mesi davanti a noi e dobbiamo, con le nostre forze, rispondere necessariamente alle esigenze personali e soprattutto rimanere saldi, affidandoci alle responsabilità e alle accortezze verso noi stessi e verso il prossimo.
In poche parole resistere per un bene comune.