La settimana dei ricordi e del contro
Oggi 23 novembre si rievoca la terra che trema. Quaranta anni sono passati da quel fatidico terremoto che scombussolò Campania e Basilicata. La zona dell’Irpinia, con esattezza. La commemorazione a Sant’Angelo dei Lombardi, per ricordare i morti ancora lì, avvolti dal silenzio, i crolli devastanti e gli sfollati.
Gli anni ’80, per l’Italia, sono stati anni difficili. L’ideale del Mezzogiorno si è rilevato una chimera, mentre la mafia uccideva figure di spicco. E quelle terre lì che fine hanno fatto? Ora sono protagoniste di un richiamo anti–spopolamento, in quanto l’ondata di emigranti ha svuotato i numerosi comuni colpiti, che ancor oggi richiedono una ricostruzione definitiva.
Questa situazione ci conduce a L’Aquila, altra città, di origine romana, deturpata dal terremoto del 2009 e mai recuperata. A distanza di anni assistiamo alle stesse problematiche che si dividono tra politica e interessi economici. Spetta a noi il compito di sovvertire il sistema, renderlo snello e più equo, affinché non assistere più a queste indecenze che si ripercuoto sui cittadini.
Ma, passando “al contro” vogliamo ricordare, appunto, che il 23 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Voluta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, da quando è stata istituita nel 1999 viene rappresentata con eventi dedicati e con simboli di colore rosso.
Si sente già parlare delle iniziative che si terranno, ma purtroppo, quest’anno, senza far “rumore” nelle piazze. Un comune toscano invita ad appendere dei drappi rossi fuori dalle finestre o dai balconi fino al 29 novembre; si potranno seguire eventi on line e via radio; saranno coinvolti sindacati, città e partiti politici tramite conferenze.
Si prosegue con un appello accorato da parte del “Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani”, che intende incitare la scuola a consegnare ai ragazzi un messaggio importante: “[…] la preoccupazione per l’emergenza Covid non cancella la volontà di essere in prima linea nella difesa dei diritti delle donne. Ci teniamo a ribadire che i diritti fondamentali delle donne sono una parte integrante, imprescindibile e inalienabile dei Diritti Umani. Le donne devono poter contare sulle leggi, sul diritto, sui valori civili di chi deve tutelare la loro dignità e la loro felicità“.
Gli insegnanti potranno così coinvolgere i propri studenti in percorsi didattici affinché vengano a conoscenza del femminicidio, una piaga sociale che dilaga ogni giorno di più con dati allarmanti. E se si è in grado di partire dalle nuove generazioni e abili a insegnare loro il rispetto verso le donne, saremo capaci di fermare tali violenze.
L’intento è infondere l’educazione necessaria per avviare un percorso dedicato alla considerazione, senza più né soprusi né discriminazioni. La destinazione? Giungere a una parità che veda donne e uomini camminare insieme per egual diritti e stipendi.
Credete che questo percorso possa aprire definitivamente le porte alla libertà femminile senza compiere ulteriori passi indietro? A far scegliere le donne senza che l’uomo non prevarichi su di loro?