Speranze in crescita
La settimana scorsa l’apertura della crisi di governo da parte di Renzi ci ha davvero spiazzati. Oggi Conte è al rush finale e chiede la fiducia in Parlamento. Siamo dunque in fibrillazione ma speranzosi che il Presidente del Consiglio ottenga di nuovo ampi consensi per poter proseguire la sua strada, seppure difficoltosa.
Lo abbiamo asserito più volte: di politica ci capiamo poco e non siamo in grado di criticare le mosse di ogni politico perché non abbastanza ferrati in materia. In questo caso è meglio affidarsi agli esperti! A noi spetta il compito di approfondire e giudicare il perché della scelta della crisi, sempre nel rispetto delle nostre ideologie politiche personali.
Intanto possiamo esprimere delle idee a riguardo: 1) in piena pandemia ci permettiamo un salto nel vuoto riscuotendo stupore anche in Europa; 2) chi ha innescato la bomba è lo stesso che nega i fatti, dichiarandosi addirittura patriota (lavora per l’Italia, insomma!); 3) a noi sembra che la situazione sia surreale da lasciarci spaesati come già accade da anni.
Al momento sembra che il governo possa reggere al trauma e non crollare almeno alla Camera. Noi attendiamo fiduciosi, appunto, fino a domani, quando si voterà al Senato.
Ma ci chiediamo:
era davvero necessaria una crisi invece di far nascere un dialogo consapevole e unitario? Si potevano mettere da parte gli interessi personali a fronte della difficile situazione che stiamo affrontando? Abbiamo bisogno di instabilità o di certezze? Chi ci governa è davvero all’altezza di guidare l’Italia verso un futuro più fiorente? Ma se personalità e ruoli cambiassero affinché preparazione e competenze siano all’ordine del giorno?
Saremmo un Paese ordinato, pulito, serio, equilibrato, civile, felice, meno arrabbiato.
Ma torniamo a noi: il Covid di certo deve essere annientato (i vaccini servono a questo) e le varianti – l’ultima viene dal Brasile –, non ci fanno stare affatto tranquilli, come i ritardi dei vaccini stessi, vedi quelli della Pfizer.
Intanto altre notizie si innestano in questo marasma e spiccano ai nostri occhi: riaprono i licei con alunni che siederanno ai banchi in alternanza; dal lunedì al venerdì i musei saranno aperti; Procida sarà la Capitale italiana della Cultura 2022; infine, un torneo di padel a Roma, “Amami e basta”, dove hanno preso parte personaggi dello spettacolo, è stato organizzato per sensibilizzare il pubblico contro la violenza sulle donne.
Quest’ultima iniziativa ci fa capire quanto lo sport sia essenziale per una divulgazione ad ampio raggio che riguarda sia un problema sociale serio, il quale coinvolge strettamente l’universo femminile, sia per rendere partecipe ogni cittadino, affinché si assuma le proprie responsabilità di fronte circostanze dolorose e traumatiche, che ancora nascondono molte insidie.
Lo sguardo sui ragazzi che cominciano a percepire l’importanza dell’insegnamento e scendono in piazza invece si anima di stupore. Questo accade poiché loro hanno senz’altro bisogno di interagire con i coetanei, ma soprattutto riteniamo sia una presa di coscienza da parte dei giovani stessi. Studiare dunque per alimentare la sete di conoscenza personale, per poi condividerla con gli altri. Di certo, le loro azioni sono gridi per sensibilizzare il Paese: approcciarsi a una cultura vasta, matura, cosciente e imprescindibile.
Moti nuovi, potremmo denominarli così, cominciano a bollire nel sottosuolo che sembrava dormiente. Tutto ciò ci rincuora, sapendo che la cultura, con la “C”, è sempre una spinta verso l’alto che fortifica l’essere umano. E dopo aver accolto la notizia che Procida sarà la capitale italiana della cultura 2022, dopo Parma, possiamo auspicare a delle vacanze da sogno nell’isola di fronte Napoli e prepararci a gustarci gli eventi che la coinvolgeranno.
Abbiamo tempo per una nuova rinascita, non molliamo!