Il compromesso mondo degli adolescenti
È da quasi un anno che viviamo tra lockdown, restrizioni e distanziamento e, inutile nasconderlo, le conseguenze sono ancora delicate per tutti. Tra il silenzio dei teatri, dei cinema e della musica, e tra il chiasso assordante delle notizie, ora fa clamore la vita degli adolescenti messa a rischio da una clausura imposta.
Stanno emergendo infatti i loro disagi. Noi in effetti ci siamo dimenticati della loro esistenza e ci siamo sbagliati nel credere che essa potesse reggere all’astinenza da socialità. Ebbene, attualmente sulle pagine delle cronache compaiono titoli preoccupanti: dai tentativi di suicidio alle manifestazioni per riaprire le scuole in sicurezza, dall’uso smodato delle applicazioni alla mancanza dello sport, per giungere alle fughe di casa per incontrare gli amici e le amiche.
Insomma, le ragazze e i ragazzi soffrono e ci vuole un occhio assertivo e vigile per comprendere ciò che sentono e come intendono occupare le lunghe giornate senza un vero scopo. Forse. Si presuppone dunque che i genitori siano presenti nel controllare la prole su Internet, ma se sfugge loro qualche cosa, cosa accade?
Antonella (della quale non dovremmo neanche conoscere nome e cognome, “La carta di Treviso” ci insegna che tutelare la privacy dei bambini in caso di fatti tragici è necessario) è deceduta per soffocamento a causa di una sfida – black out challange – su Tik Tok. Almeno così pare. Aveva solo dieci anni. E, al momento, la Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta.
Tik Tok rimane bloccata, dopo la morte della bambina siciliana, agli utenti che non abbiano ancora verificato la loro età anagrafica. Ma questo basta? Chi è il colpevole? Probabilmente lo siamo un po’ tutti, per le troppe corse che ci distolgono dalla realtà che viviamo.
Rimane tuttavia molto da discutere sul tavolo.
Stiamo notando al contempo il “movimento creativo” che stimola i giovani a manifestare a Roma e non solo, per ritornare all’interno delle aule scolastiche, in sicurezza. Farsi ascoltare dunque da chi ci governa affinché la didattica riprenda, primo perché la DAD evidentemente ha subito qualche falla, secondo in quanto incontrarsi di nuovo con le compagne e con i compagni per le ragazze e i ragazzi è essenziale.
Emerge l’esigenza di confrontarsi e di stare insieme, ma soprattutto la voglia di approcciarsi allo studio, che potrebbe portare a risvolti interessanti fino ad ora sconosciuti. In questo gioco rientra anche il sistema trasporti, il quale deve di certo incrementare le corse giornaliere per non creare assembramenti. Apprendiamo inoltre che alcuni plessi hanno riaperto le porte proprio il 25 gennaio in Liguria, Puglia, Marche, Umbria e Campania,, mentre il 1° febbraio si adegueranno le altre regioni (chiaramente facendo entrare i giovani a seconda delle classi che frequentano).
L’intera filiera scolastica pertanto riprende a tempo pieno e auspichiamo che le questioni crisi di governo atipica e vaccini si risolvano presto. Ma almeno una cosa sembra risolta: l’istruzione voluta dai teenagers ingrana e ritrova il suo respiro in presenza.