A Palazzo Bonaparte – Nuovo Spazio Generali Valore Cultura – di Roma, sito in Piazza Venezia, sarà possibile recarsi alla mostra di ‘Escher’, prorogata fino a domenica 5 maggio. Curata da Federico Giudiceandrea, uno dei più importanti esperti di Escher al mondo, e da Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company, dimostra quanto ancora l’artista olandese possa coinvolgere la collettività e diramare il suo ingegno
“Per me è ancora da chiarire se il gioco di figure bianche e nere […] appartenga al regno della matematica o a quello dell’arte.”
La mostra del pittore e genio olandese, ‘Escher’, è stata prorogata fino al 5 maggio prossimo. Un’occasione per recarsi a Palazzo Bonaparte capitolino in Piazza Venezia e immergersi nella totalizzante e ipnotica esperienza.
Mano con sfera riflettente – 1935
L’incisore e grafico olandese, durante la sua esistenza si è occupato appunto di incisioni su legno, litografie e mezzetinte che, nelle sue opere, presentano costruzioni incredibili e irrealizzabili nella realtà, grazie alle quali si impara ad esplorare sia l’ingegno sia la visione personale dell’artista.
Si può quindi entrare nell’intangibile infinito, nelle tassellature – figure geometriche che, ripetute all’infinito senza essere sovrapposte, coprono una superficie – del piano e dello spazio in cui motivi geometrici creano figure interconnesse tra loro che, in modo graduale, acquistano forme differenti, donando movimento ai quadri stessi.
Escher: sperimentare con vivacità
L’esposizione interattiva, curata da Federico Giudiceandrea e Mark Veldhuysen, è ben organizzata: la scelta è ricaduta su circa 300 opere dell’artista che invitano i visitatori anche a sperimentare, a entrare nelle opere dello stesso e a divertirsi al contempo.
Metamorfosi II – 1939
Un’immersione a tutto tondo per vivere la sensazione di sentirsi dentro l’opera d’arte e scattare qualche foto da portarsi dietro come ricordo.
L’introduzione alla mostra è un video che illustra l’enigmatica figura di Escher dal quale emerge la sua personalità eclettica e non solo: si va dalla bellezza dei cubi agli scacchi e ai quadretti, elementi che già dagli esordi appartenevano ai layout dell’artista, che tuttora influenza le attuali generazioni, fino a giungere al suo soggiorno italiano e all’importanza della sua filosofia di pensiero.
“Ero incredibilmente interessato al paesaggio del Sud Italia. Alle influenze dei Mori come ad esempio quei tetti tondeggianti…L’ho trovato affascinante.”
L’Universo geometrico
Le geometrie hanno definito Escher da subito: le forme cicliche, le costruzioni impossibili, gli schizzi impenetrabili e i disegni paradossali delineano la sua arte che tuttavia include anche quei paesaggi naturali del nostro Paese, protagonisti delle sue incisioni, per poi evolvere nella trasformazione delle immagini.
In effetti, è possibile ammirare la serie dei dodici “Notturni romani” prodotta nel 1934, che ritraggono i luoghi dell’Abruzzo, della Calabria, della Sicilia, e i dintorni di Pogerola, Rossano, Siena, Ravello, Amalfi e Roma.
“La sera disegnavo la meravigliosa, bellissima architettura di Roma di notte, che mi piaceva di più di quella alla luce del giorno. Le passeggiate notturne sono il più meraviglioso ricordo che ho di Roma”.
Le otto sezioni abbracciano i periodi in cui Escher si è espresso con la sua arte: Gli inizi, Italia, Tassellature, Metamorfosi, Struttura dello spazio, Paradossi geometrici, Lavori su commissione, Eschermania. Ci si perde dunque tra Art Nouveau, curiosità, i panorami italiani, tassellature, mutazioni, spazio, geometrie paradossali, ciclicità, relatività, concavo e convesso per, in conclusione, affascinarsi con la ricostruzione del suo studio, i quadri luminescenti e le grafiche dei biglietti di auguri.
Escher: il percorso sorprendente
Le tavole sono molte e affascinanti. Tutte testimoniano una precisione della tecnica incisoria. Osservarle attentamente significa avvicinarsi ad esse e carpirne gli elementi, anche quelli più piccoli, che non si possono cogliere da una visione marginale.
Gatto bianco – 1919
“Gatto bianco”, “Ritratto di Jetta”, “Cattedrale sommersa”, “La musica”, rimandano al microcosmo del bianco e nero, in cui macchie bianche o linee rette verticali raffigurano i primi lavori.
Proseguendo il percorso espositivo altresì si rimane stupiti dalle opere in cui la natura diviene protagonista assoluta e l’artista gioca con panorami che si possono definire apocalittici o addirittura meccanici – la serie “Pofondità” è un esempio – come alcune immagini più tranquillizzanti ritraggono gli animali nel loro ambiente.
Rimangono impressi, inoltre, “Pozzanghera”, “Tre mondi”, “Sfere” e “Goccia di rugiada” dalla precisione millimetrica, in cui in qualche modo ci si vede riflessi insieme alla complessità dei disegni.
Colori brillanti
Un excursus trascinante che dal b/n sconvolge i piani e introduce anche il colore con i famosi patterns, forme che si ripetono su una superficie circoscritta: “Cigni”, “Vermi piatti”, “Giorno e notte”, “Metamorfosi II” e tanti altri ci fanno conoscere il mondo delle illusioni attraverso sagome ripetute più volte che, a volte, da strutture architettoniche o da parti geometriche si trasformano in volatili, donando un senso di estrema libertà.
Non manca il senso della circolarità con le “Spirali”, le famose sfere e “Vincolo d’unione”, per sentirsi avvolti e un tutt’uno con i movimenti del cosmo. E quelle architetture elaborate dove l’uomo si ritrova in percorsi costruiti come contorti labirinti di infiniti sali e scendi.
Sognatore, creativo e intuitivo
‘Escher’ è un viaggio tra xilografie, astrattismo, patterns dai colori vivaci, grafiche disegnate per la rivista “Emblemata”, per confluire nelle architetture in b/n e nei giochi esperenziali-prospettici in cui di certo prevalgono regole logiche e matematiche.
Giorno e Notte – 1938
Questo spiega il perché Escher è tutt’oggi apprezzato da scienziati e fisici, e attrae gli architetti, i quali prediligono l’uso che l’artista faceva dei solidi dalle facce piane poligonali, delle distorsioni geometriche e infine della lettura originale dei concetti appartenenti alla scienza.
È difficile quindi paragonare Escher ad altri artisti del suo tempo, poiché la tecnica dell’incisione non lo accosta di certo ai pittori dell’epoca.
È piuttosto da considerarsi uno sperimentatore: le sue opere possono definirsi esercizi mentali dell’interpretazione della spazialità attraverso l’uso maniacale della matematica e dei numeri, che alla fine creano spazi 3D che si ripetono in loro stessi.
La reiterazione infinitesimale dunque non fa altro che accelerare la percezione geometrica dello spazio che, raggiunta la velocità giusta, ci fa vedere la realtà.
Escher pertanto può essere percepito come un sognatore, intuitivo e creativo. Ci rende spettatori della sua visione del mondo che, nonostante esuli dalle nostre percezioni, ci catapulta in un’altra dimensione senza l’ausilio – per paradosso – di sostanze alcooliche o stupefacenti.
Significativi infine gli stimoli percepiti dai suoi viaggi che hanno reso le sue opere memorabili: il fatto che Escher abbia inoltre voluto trascorrere parte della sua vita in Italia, simboleggia che il nostro Paese ha delle qualità di ispirazione ineguagliabili.
Annalisa Civitelli
Foto dal web
Escher
Palazzo Bonaparte
dal 31 ottobre 2023 al 5 maggio 2024
Nuovo Spazio Generali Valore Cultura
Piazza Venezia 5, Roma
Orari
- dal lunedì al giovedì: 9.00 – 19.30
- venerdì, sabato e domenica: 9.00 – 21.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Informazioni e prenotazioni
Tel. + 39 06.8715111
Patrocinio
- Comune di Roma – Assessorato alla Cultura
- Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi
Prodotta e organizzata da Arthemisia
in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits
Curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e da Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company
- Sponsor Generali Valore Cultura
- Special partner Ricola
- Mobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale
- Media partner la Repubblica e Urban Vision
- Hospitality partner Hotel de Russie e Hotel de la Ville
- Partner Mercato Centrale Roma
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