Un mondo magico e grottesco, un protagonista alcolizzato che ha dimenticato la sua stessa storia e che, per aver salva la vita, deve raccontare delle storie. Creature oscure, pericoli ovunque, misteri da risolvere: questo è ‘Jack 44’ di Stefano Ingegneri, un romanzo dalle premesse buone, e tuttavia troppo ambiziose per il modo in cui poi vengono sviluppati gli eventi
“Forse lui era ancora vivo, ma colpito da qualche strano sortilegio. Sentire le sue stesse storie che non capiva come potessero nascondersi in quella testa dolorante dimostrava che il mondo fuori dalla bottiglia straripava di vicende assurde come la sua.”
‘Jack 44’ è un romanzo di Stefano Ingegneri edito da PAV Edizioni. La si potrebbe definire un’opera metanarrativa, poiché gran parte della narrazione è basata sul fatto che il protagonista a sua volta narri una serie di storie.
Fin dalle prime pagine, la situazione in cui si ritrova Edward, questo il nome del personaggio principale che però sarà chiamato così soltanto nelle pagine iniziali, è a dir poco bizzarra: l’uomo, divenuto piccolo come uno gnomo, scopre di essere imprigionato all’interno di una bottiglia di whisky.
Ciò è percepito da lui come una sorta di contrappasso: forse è morto e, siccome in vita è stato un ubriacone, questa è la pena che dovrà scontare.
Si sbaglia, però: ha ancora con sé la sua vita ma, se non vuole perderla in modo orribile, dovrà raccontare novelle sufficientemente interessanti a un pubblico molto esigente e composto da creature per metà uomini e per metà animali che, per qualche motivo, si ostinano a chiamarlo Jack 44.
“Jack 44 attese che gli animi si placassero per continuare le sue favelle, inimmaginabili storie racchiuse inspiegabilmente nella sua testa. In alcuni istanti, gli sembrò addirittura che le labbra si muovessero da sole, come se appartenessero a qualcun altro. Chissà, forse era merito di quest’altro che la sua paura si stesse affievolendo. O forse era solo la coscienza di essere vicino alla fine.“
Misteriose creature nella Città Senza Nome
Così, nella prima parte del libro, ai lettori è presentata una sequela di racconti che lui stesso narra ai suoi carnefici e che apparentemente non hanno alcun legame tra loro.
L’unico elemento in comune è il carattere fantasy delle vicende, popolate da personaggi assurdi come i Giganti del Mare, gli Uomini Ombra, gli Uomini di Legno Ardente, tutti abitanti di una Città Senza Nome o di un Labirinto con mille passaggi segreti e pericoli sempre in agguato.
Tutto ciò che Jack 44 racconta non è frutto della sua immaginazione: d’altronde, essendo esposto ai fumi dell’alcol, non riuscirebbe a mentire nemmeno volendo. Al contempo, però, non ricorda da dove gli vengano quelle memorie, anche perché non arrivano mai a una conclusione, si interrompono sempre bruscamente.
Chi era, quindi, Edward, o Jack 44, prima di finire in quella bottiglia? Il mistero incuriosisce e sembra prospettare uno sviluppo interessante della vicenda. La matassa, però, è ben lungi dall’essere sbrogliata.
“Chissà, forse in un imprecisato momento della storia, un dottore dei sogni riuscirà a estrapolare una spiegazione a tale follia rinchiusa nella mia mente. Chissà, forse riuscirà a comprendere il significato di quei particolari che a me risultano insignificanti. Chissà, forse darà un senso a tutto questo. Eh sì, perché… io non lo vedo.“
Jack 44: una buona penna che è uscita troppo dai margini
La seconda parte del racconto, purtroppo, perde mordente. Tutto ciò che accade al protagonista, dopo essere uscito dalla sua prigione alcolica, assume un ritmo schizofrenico con cui è difficile stare al passo.
Dalle storie di Edward/Jack si passa ai suoi sogni, che lui stesso ammette essere assurdi, e tuttavia continua a giustificarsi con i lettori dicendo a più riprese frasi del tipo: “Chi sono io per giudicare ciò che accade in un sogno?“
Il problema è che i sogni, come le storie, sono numerosi e, man mano che si avanza con le pagine, si dà un’occhiata a quanto manca alla fine del libro e si inizia a temere che tutto si concluda senza una risposta.
Un finale non esaltante
E, in effetti, è quel che succede; ovvero, una spiegazione arriva, ma non è sufficiente a chiarire ogni dubbio sorto nel corso della lettura.
Il che è un peccato, perché il potenziale, a questo romanzo, non mancava: creature magiche, figure leggendarie, avvenimenti incredibili e una fitta rete di personaggi avvolti da tanti di quei misteri che l’autore avrebbe potuto scrivere un sequel, o magari due, trovando così il modo di dare più spazio ai tanti avvenimenti.
Anche la scrittura scorrevole e senza troppi fronzoli di Ingegneri è un pregio che avrebbe potuto risaltare di più se gli eventi fossero stati meno intricati e la storia non fosse finita, come si suol dire, a tarallucci e vino.
Anzi, birra, in questo caso: per capire perché, non resta che tuffarsi nel mondo ad alto tasso alcolemico di Jack 44, consapevoli che ci si potrebbe perdere all’interno del Labirinto.
Eva Maria Vianello
Jack 44
Stefano Ingegneri
Edizioni PAV
Collana
Genere Fantasy
Anno 2024
Pagine 163