‘La variabile Rachel’ è la nuova, irresistibile Fuggitiva di NN Editore. Ironica, goffa e priva di stabilità lavorativa e amorosa, Rachel ha vent’anni e vive in Irlanda quando la sua vita e quella del suo amico James vengono sconvolte da una catena di eventi causata dai loro rapporti con un professore universitario e sua moglie. Tra sbronze e sbagli colossali, una storia d’impatto, divertente e profonda, narrata a posteriori da una Rachel adulta e consapevole
“Per natura, ero una persona solare. Emotivamente solida, come un cavallo affidabile. Se fossi stata una ragazza incline alla malinconia, forse, mi sarei resa conto che stavo vivendo un trauma, un termine che ancora oggi mi sembra si addica agli altri e non a me.”
‘La variabile Rachel’, di Caroline O’Donoghue, è l’ultimo acquisto della collana Le Fuggitive di NN Editore. In comune tra loro, i libri di questa serie hanno copertine a sfondo rosa raffiguranti dettagli di corpi femminili inscritti nella enne rappresentativa della casa editrice, e protagoniste fuori dagli schemi come Rachel Murray, che si classifica tra le Fuggitive più divertenti e al contempo tra quelle più capaci di coinvolgere emotivamente chi legge.
Al principio del romanzo, Rachel è una donna incinta sui trent’anni che lavora come giornalista a Londra. Una sera, per caso, apprende che il suo ex professore universitario Fred Byrne si trova in coma a seguito di una malattia neurologica.
Questa scoperta è il motore che la spinge a tornare con la mente e con la penna indietro di dieci anni, quando era una ragazzona irlandese dal carattere prorompente, un impiego part-time in una libreria di Cork e un appartamento condiviso con il migliore amico James Devlin.
Le vicende che hanno coinvolto lei, James, il professor Byrne e sua moglie Deenie Harrington hanno segnato uno spartiacque nella vita di tutti loro, oltre che in quella di un altro James importante per Rachel, James Carey.
Cinque personaggi principali, una parabola ascendente di drammi ma anche tanta ironia, amicizia, serate alcoliche: insomma, tanta vita a vent’anni. E una protagonista, Rachel, che è una moderna Bridget Jones con un pizzico di malinconia irlandese alla Sally Rooney.
“Sono passati più di dieci anni, perciò adesso è un vero ricordo e non la fantasia immaginaria che ho cullato sul taxi che mi riportava a casa. Il problema con i veri ricordi è che si sanno troppe cose. E questo li rovina. Posso ancora amare quella serata per ciò che è stata, ma oggi so anche che avrei rimesso piede in quella casa soltanto altre due volte e che di lì a breve non avrei più rivisto Deenie Harrington.”
Legami importanti e rapporti instabili
Nel 2009, Rachel frequenta la facoltà di Lettere all’Università di Cork. Vive con i suoi genitori e, per pagarsi gli studi, lavora in una libreria, dove un giorno viene assunto un suo coetaneo: James Devlin.
Tra i due avviene un colpo di fulmine e in poco tempo sono inseparabili, al punto da andare a vivere insieme in un appartamento scalcagnato. Diventano migliori amici, coinquilini. Non amanti, perché Rachel sospetta che James sia gay, mentre lei ha una cotta per un professore del suo corso: Fred Byrne.
Quando l’uomo pubblica un libro, i ragazzi architettano un piano e lo invitano a tenere una presentazione nella libreria in cui lavorano, affinché Rachel possa sedurlo.
Speranza vana, però, perché Byrne non è interessato a lei, e tuttavia da quella sera entra comunque a far parte della sua vita, in modo davvero inaspettato.
Rachel approfitta del legame nato con lui per chiedergli aiuto nella ricerca di un nuovo impiego: sa, infatti, che sua moglie Deenie lavora nell’editoria, ed è così che ne diventa l’assistente, rimediando un contratto di stage a malapena retribuito.
D’altronde, la crisi dilaga e la frustrazione di Rachel per la sua situazione economica cresce, senza contare che anche a livello sentimentale le cose non vanno per il meglio: dopo la delusione con Byrne, si è innamorata di James Carey, un ragazzo più grande di lei e ugualmente disfunzionale, che sembra ricambiare il suo amore e tuttavia sparisce continuamente, anche per mesi.
L’inettitudine della giovane Rachel in diversi aspetti della sua vita è raccontata da lei stessa con autoironia e quasi mai con biasimo, come se ogni sbaglio commesso, ogni figuraccia, ogni capo lasciato ad ammuffire fino a puzzare nel cestello della lavatrice avessero contribuito a delineare un cerchio che, alla fine della storia, si rivelerà sorprendentemente simmetrico.
“Mi sono sentita sprofondare. Annegare. D’ora in avanti avrei considerato gli ultimi tre anni della mia vita come un preludio a quella circostanza. Ogni seminario, ogni lezione, ogni tesina che a detta di Carey sembrava scritta da Chomsky, ogni caffè e ogni birra bevuti al centro sociale studentesco. Ormai era tutto andato in malora. Sarei stata per sempre Quella Ragazza.”
La variabile Rachel: una ragazza come tante e perciò unica
Nelle crisi di Rachel ci si può rispecchiare. Si comprendono le sue paure, di non trovare un buon lavoro, di non essere circondata da affetti stabili.
Si possono non condividere alcune sue scelte, ma nemmeno lei le condivide con la sé del passato: non è autoindulgente, ma nemmeno autocommiserante.
È umana, Rachel, e si fa amare per questo. E si ama il suo modo di amare, ingenuo, travolgente. L’adorazione che ha per i due James, il modo in cui sostiene il suo migliore amico.
L’autrice O’Donoghue, con ‘La variabile Rachel’, ha scritto un coming of age che fa provare nostalgia per i propri vent’anni sebbene non li ritragga come un’epoca di spensieratezza. Anche i temi pregnanti della narrazione, ovvero l’omosessualità e la bisessualità, l’aborto, le politiche irlandesi sui diritti riproduttivi, non sono trattati in maniera drammatica, semmai toccante.
Un linguaggio fresco e ironico contribuiscono a rendere la new entry de Le Fuggitive un’opera brillante e dal sapore agrodolce. Un po’ per via dei vent’anni della protagonista, un po’ per lo stile tipicamente irlandese di questo romanzo.
Eva Maria Vianello
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Biografia
Caroline O’Donoghue è una scrittrice e giornalista irlandese. Suoi articoli sono apparsi tra gli altri su The Times, The Guardian, The Irish Times e Vice.
È autrice di due podcast di grande successo: Sentimental Garbage, che tratta di cultura e narrativa femminile, e Sentimental In The City, che conduce insieme a Dolly Alderton.
Nel 2020 ha esordito nella narrativa per ragazzi, con “Il giorno in cui ho scoperto di avere un dono” (Garzanti 2021).
La variabile Rachel
Caroline O’Donoghue
Edizioni NN Editore
Collana Le Fuggitive
Genere Narrativa
Anno 2024
Pagine 339