La rassegna “sotto l’Angelo di Castello” quest’anno è diluita nel tempo e lo scorso 24 luglio ha offerto alla platea di grandi e piccini una trasposizione della favola dei fratelli Grimm: “Il Pifferaio magico”. Messa in scena da Tonio De Nitto e interpretata da Fabio Tinella, ‘Hamelin’ mette in luce sia il mestiere dell’attore, che oggigiorno non viene abbastanza considerato, sia il rapporto tra genitori e la loro prole in cui è necessario trovare tempo da dedicarsi e per stare insieme
Chi di voi non ricorda la fiaba del “Pifferaio di Hamelin” o meglio conosciuta come “Il Pifferaio magico”, frutto della trascrizione dei fratelli Grimm? Frammenti di memoria infatti ci riportano a quando, sotto le coperte, ci venivano lette quelle favole dense di metafore e chiavi di lettura.
La leggenda nasce intorno alla seconda metà del XIV secolo e da un lato pare ispirarsi alla peste che si diffondeva proprio in Germania, e trovava nei ratti un vettore idoneo, dall’altro, invece, la fiaba sembra legarsi all’abbandono improvviso di circa centotrenta ragazzi e ragazze che, forse, emigrarono per andare a lavorare in altri luoghi.
La storia si svolge nel 1284 ad Hameln, in Bassa Sassonia (Germania): su richiesta del Borgomastro, un suonatore di piffero magico si trova ad allontanare i topi al suono dello strumento; tuttavia, quando il Sindaco si rifiuta di pagare il lavoro, il pifferaio si vendica e mediante il suono del flauto inganna i bambini della cittadina portandoli via con sé.
Dunque, la rivisitazione di Tonio De Nitto parte da qui, strizzando l’occhio a una contemporaneità tangibile.
Hamelin: la cronaca dei fatti
Prima che la performance inizi grandi e piccini sono invitati a indossare delle cuffie: si sentiranno così cose differenti. La voce della reporter, Sara Bevilacqua, ci mette di fronte a un approccio assai peculiare di presentare la nota favola.
Gli aspetti infatti sono quelli del racconto di cronaca, che si accostano all’attualità, al linguaggio del pettegolezzo e dei social, che pone molti quesiti: Che fine hanno fatto i bimbi? Cosa centra il Pifferaio? E i topi? Insomma, cosa è accaduto ad Hamelin? Chi era l’uomo che accettò di liberare la città in cambio di denaro?
La performance inizia e Fabio Tinella, incastonato dalla ricca gorgiera bianca, entra in scena trascinando un carretto che si trasforma in un teatrino ambulante per marionette.
Tra mimo, canzoni-racconto e due burattini – il Pifferaio e un topo – realizzati da Michela Marrazzi e le cui movenze sono guidate dallo stesso Tinella, l’attore ci prende per mano e ci induce a riflettere sui momenti che viviamo e sul tempo da non perdere.
L’emozione che scuote
Lo spettacolo commuove e tocca le corde emozionali di ognuno. Al termine le cuffie sono ancora necessarie per ascoltare gli ultimi frammenti dell’accaduto. Il gossip dunque prosegue, ma quanto consta l’importanza della notizia di fronte a una rappresentazione dedicata ai bambini e alle bambine?
Si raccolgono poi le testimonianze degli osservatori e delle osservatrici rispetto a ciò che è accaduto. Un quadro che ci indica quanto le persone siano ancora ancorate alle chiacchere e alla curiosità, in un mondo in cui tutti i fatti sono messi in piazza e comunicati in modo persistente.
Quanto dunque è essenziale la libertà dei piccoli e delle piccole, la loro tutela e il tempo da dedicare a loro pur di non tradire le promesse fatte? E, ancora. Quanta valenza ha il lavoro dall’attore, quanto è considerato/a attualmente colui/colei che interpreta un personaggio e ci fa incontrare con il mondo della fantasia e non solo?
Un pensiero da tenere a mente: non solo comprendiamo il valore del mestiere dell’artista che spesso viene sminuito, ma è un sottolineare quanto la propria prole debba essere ascoltata, accolta e rispettata. Prendersi dunque del tempo da trascorrere con le proprie figlie e i propri figli significa non disperdere le energie. Bensì accrescerle nella danza e altrove. Come la canzone “I love you baby” di Jova insegna.
Annalisa Civitelli
Foto: Civitas Creativa
sotto l’Angelo di Castello IV edizione
Castel Sant’Angelo – Roma
24 luglio
Hamelin
liberamente ispirato alla fiaba “Il Pifferaio magico” dei fratelli Grimm
Drammaturgia e regia Tonio De Nitto
con Fabio Tinella
Costumi Lapi Lou
Dramaturg Riccardo Spagnulo
Luci Davide Arsenio
Musiche originali Paolo Coletta
Scena Iole Cilento
Sound designer Graziano Giannuzzi
Voiceover Sara Bevilacqua
Puppet Michela Marrazzi
Produzione Factory Compagnia Transadriatica, Fondazione Sipario Toscana
Spettacolo vincitore del Premio Eolo Award 2023 e del Premio Festeba 2023