‘Picasso, lo straniero’, esposizione tra le più attese ed ora più pubblicizzate dell’anno, si è aperta il 20 settembre scorso a Palazzo Reale di Milano. Fino al 2 febbraio prossimo è così possibile visionare le opere dell’artista spagnolo che viene raccontato in modo insolito. Mediante temi artistici, politici e d’attualità, si punta sulla sua situazione di immigrato incompreso e vituperato che, tuttavia, si è arricchito coltivando amicizie adeguate
Si tratta effettivamente di uni degli artisti più rappresentativi e innovativi del panorama culturale del Novecento; tuttavia, la singolarità della mostra ‘Picasso, lo straniero’ sta nel fatto che il percorso espositivo si concentra in modo particolare su una ricerca d’archivio storica atta a illustrare l’ambiente parigino della prima metà del secolo scorso.
Il New York Times infatti sottolinea come la mostra “ritrae il maestro spagnolo come un emarginato e mette sotto accusa la cultura francese che lo ha reso tale”.
Viene inoltre evidenziato quanti ostacoli il giovane artista spagnolo ha dovuto affrontare quando è arrivato a Parigi per la prima volta, non conoscendo una parola di francese.
Picasso, lo straniero: la diffidenza nei confronti dello straniero
Le opere dell’artista catalano sono più di novanta. Tuttavia, all’interno dello spazio espositivo milanese, sono ben più rilevanti i documenti, le fotografie, i video documenti d’archivio della polizia francese, e le lettere che danno vigore alla tematica della diffidenza nei confronti dell’uomo straniero.
La rassegna mette in particolare evidenza che Picasso fosse sospettato di appartenere a circoli anarchici: venne rifiutato dall’Accademia di Belle Arti per la sua arte troppo avanguardistica e trasgressiva e che, tra l’altro, la stessa fosse stata dichiarata nel periodo bellico pericolosamente ardita e potenzialmente destabilizzante rispetto alla cultura dominante dell’epoca.
Di conseguenza, nel 1929, il Louvre si oppose alla donazione delle “Demoiselle d’Avignone” e la Francia negò all’artista catalano la naturalizzazione. Gli venne però riconosciuta la cittadinanza onoraria nel 1948.
Picasso e le sue importanti amicizie
Lo spunto di tale rappresentazione è il libro di Annie Cohen-Solar dall’analogo titolo ”Picasso, una vita da straniero” che, secondo il commento de the Wall Street Journal “scrive con brio e sferzante ironia, ma la sua rabbia divampa quando mette in relazione gli anni di Picasso in Francia con le ingiustizie della nostra epoca. Si tratterebbe di affrontare, insomma, il tema dell’accoglienza e dell’emigrazione, paragonando il vissuto del genio delle arti figurative con la situazione dei nostri emigrati“.
Paragone calzante? Il giudizio è assolutamente personale, oltre che socio-politico e storico.
Nonostante ciò Picasso allacciò importanti amicizie con collezionisti, collaboratori e acquirenti di tutta l’Europa che lo supportarono consentendogli di esporre in luoghi prestigiosi e di acquisire la fama che gli attribuì prestigio e fortuna.
Secondo la ricostruzione e la lettura data dalla curatela della mostra di Palazzo Reale, dall’opera di Picasso traspare chiaramente la preoccupazione per l’accoglienza, tema che ricorre e ne condiziona l’espressione artistica.
Le opere esposte provengono dal Musée national Picasso di Parigi, Palais de la Porte Dorée, Collection Musée Magnelli Musée de la céramique di Vallauris.
Margherita Manara
Palazzo Reale – Milano
Picasso, lo straniero
dal 20 settembre 2024 al 2 febbraio 2025
Curatrice scientifica Annie Cohen-Solal
Curatela speciale Cécile Debray presidente del MNPP
in collaborazione con il Museo Picasso di Parigi e il Museo Nazionale di Storia dell’Immigrazione