Al Chiostro in Campitelli la programmazione invernale dei “Concerti del Tempietto” riprende il suo ritmo. Il 21 settembre l’esibizione al violino – ‘Misia, l’impossibile esiste’ -, con la sola giovane protagonista Misia Jannoni Sebastianini, ha incantanto la platea dopo la visita guidata all’area archeologica del teatro di Marcello
Il 21 settembre scorso, Roma ha vissuto un raro miracolo: la perfezione, quella che solitamente marcisce sotto strati di polvere accademica, ha preso vita gridando vendetta contro ogni compromesso.
Nel cuore del Chiostro di Campitelli, Misia Jannoni Sebastianini in ‘Misia, l’impossibile esiste’ ha scandito le note di Bach e di Paganini, scagliandole come dolci e risonanti proiettili verso la quieta notte romana.
Un pubblico numeroso, incredulo, è stato così trascinato in un viaggio che avrebbe fatto piangere anche le statue.
Immaginate la scena: la storica Roma sotto un cielo che sembra dipinto da Caravaggio, e una folla che inizia la serata con una visita guidata.
“Oh, guarda, le rovine romane… e adesso cosa suonano?”
“Bach e Paganini? Suoni vecchi per gente che ha smesso di sentire!”
“No, amico, non è andata così.”
Misia è scesa in battaglia con un violino che sembrava posseduto da un demone venuto dall’Inferno per ricordarci che la musica è vita e morte insieme. E quello che ha fatto non era suonare – era rivivere ogni dannata nota.
Misia, l’impossibile esiste: Bach, il mostro dormiente si sveglia
“La Sonata n. 1 in sol minore”, Adagio? Una lama sottile che taglia la carne lentamente. Ma la “Fuga, l’Allegro…oh, l’Allegro“! Ha spazzato via la polvere dai secoli come un tornado che distrugge un museo antico.
Misia non ha suonato Bach, l’ha sezionato, ha scavato dentro di lui e ha tirato fuori qualcosa di crudo, di umano, di devastante. Ogni accordo risuonava come una promessa non mantenuta, come la confessione di un peccato irrimediabile.
“La Partita n. 2”, culminata nella “Chaconne”, non è stata solo una performance: bensì una marcia verso la trascendenza. Non c’era più violino, non c’era più musicista. Era pura essenza, un’onda che trascina e non lascia respirare finché non sei troppo stordito per capire se sei ancora vivo o sei già dall’altra parte.
Misia: Paganini, il diavolo al Chiostro
E poi, Paganini. Non è musica quella, è una bestemmia fatta in suoni. “I Capricci, Op. 1 n. 5 e n. 20“? Non sono solo difficili. Sono la dimostrazione che l’impossibile esiste, e Misia lo ha fatto sembrare quasi facile. Quasi.
La platea, che aveva cominciato la serata pensando di ascoltare un tranquillo concerto serale, ha capito che si trovava in mezzo a un rituale oscuro, qualcosa che avrebbe potuto risvegliare antichi dei.
Misia, l’impossibile esiste: un viaggio tra vita e morte
Quello che è successo sabato scorso non era solo un’esibizione musicale. Era una rivolta contro ogni idea prestabilita di cosa sia la perfezione.
Misia Sophia Jannoni Sebastianini ha dimostrato che l’eccellenza, se non la violenti, rimane morta. Lei l’ha risvegliata, e l’ha fatta camminare tra noi.
La gente era in visibilio non perché fosse bella musica – ma perché era viva. Era musica che graffia, che ti scuote, che ti lascia con il cuore in gola, e quando tutto finisce, ti chiedi se potrai mai ascoltare qualcos’altro senza sentirti vuoto.
Se c’è una cosa da imparare da questa serata, è che la quintessenza non serve a nulla se non la metti in discussione, se non la riduci a pezzi per vedere cosa c’è dentro. Misia lo ha fatto, e ci ha mostrato che dentro ci sono il fuoco e le ceneri di tutto quello che credevamo di sapere sulla musica.
Il concerto, a metà tra la follia e la pura bellezza, è stato un calcio nello stomaco al conformismo. Non era solo Bach, non era solo Paganini. Era l’umanità stessa che si spezza e si ricostruisce in ogni singola nota.
E, se non eravate lì avete perso una di quei rari eventi in cui l’impeccabilità ha deciso di mostrarsi in tutta la sua gloria devastante.
Filippo Novalis
Notti romane al teatro di Marcello
Concerti del Tempietto
Festival Musicale delle Nazioni
21 settembre
Misia Sophia Jannoni Sebastianini violino
Bach
Sonata n.1 in sol minore per violino
Partita n.2 in re minore per violino solo
Paganini
2 Capricci Op 1 n. 5 e n.20