A teatro dei Filodrammatici a Milano, dal 22 al 27 ottobre, va in scena ‘Old Fools’. Il testo di Tristan Bernays mette al centro l’amore di una coppia non più giovane alle prese con la malattia della demenza in una danza a tratti morbida e a tratti sincopata come i flash che la segnano
Cosa resta di noi quando l’amore e il dolore sono trascorsi? Quando la vita scivola via lungo il piano inclinato che il regista Silvio Peroni efficacemente sceglie per raccontare l’amore di Viv e Tom, i protagonisti di ‘Old Fools’, in scena al teatro Filodrammatici del capoluogo lombardo fino a domenica 27ottobre.
Una lenta caduta, raffinata come questo ritorno a un teatro di parola cui non serve altro che se stesso. Che, inoltre, nell’affidarsi totalmente ai suoi interpreti, restituisce ancora tutta la forza di un modo di stare in scena che, rinunciando alle invenzioni estrose dimostra, tuttavia, di poter affascinare ancora, a patto che gli interpreti – ed è questo il caso – se ne dimostrino all’altezza.
Il piano inclinato: la cura dialoga con la rabbia
Su quel piano inclinato si incontrano quindi i primi sguardi, si rincorrono le prime schermaglie d’amore e poi sdrucciolano due destini, mentre le generazioni si incastrano l’una nell’altra.
Così una donna può essere – o scegliere di non essere – figlia, madre e sposa, e un uomo può scoprirsi bambino e poi improvvisamente anziano, riferimento di un’adolescente in cerca di sé.
E cercarsi, entrambi, a vicenda, ritrovandosi a tenere insieme frammenti della vita che ha vissuto con una parola, che annoda i fili e fa trascolorare uno nell’altro istanti e reminiscenze.
Proprio come accade ai ricordi, evocati in un attimo imprevisto, ogni volta che riconosciamo un lemma, richiamiamo alla mente una situazione già vissuta.
Momenti di memoria e di vita, che si rincorrono apparentemente disordinati, di conseguenza possono diventare messa in scena di altre possibilità, di vissuti reali o immaginati, in cui la cura dialoga con la rabbia.
Old Fools: lo stesso vincolo della vita
Si ripropone qui la stessa struttura di un altro fortunato spettacolo, “Costellazioni”, firmato da Nick Payne, portato in scena anche da Peroni, attinto non solo dallo stesso bacino di questo lavoro, la drammaturgia contemporanea britannica.
Suggestione di due lavori, dunque, che hanno debuttato quasi insieme per mano di due interpreti quasi coetanei, che a poco più di trent’anni sembravano voler portare sul palcoscenico soprattutto una gran fame d’empatia.
Allo spettatore il gusto di ricomporre le immagini in un ordine soltanto suggerito, stretto solo dallo stesso vincolo della vita: da un errore si può tornare indietro, dalla malattia no.
Le contraddittorie sfumature
Quando i fili si ingarbugliano, alle immagini d’amore si sostituiscono la fatica e la disperazione di non riuscire più a districare i nodi della memoria.
Mentre i ricordi costruiti in due vite si sfarinano e si allontanano, pertanto, quello che resta è spesso il peso dell’inadeguatezza, di fronte a un amore che non ci riconosce più e si divincola dal dolore percepito (forse dal proprio?) con una violenza sconosciuta, tornando ad essere animale.
‘Old Fools’, scritta dal drammaturgo britannico Tristan Bernays, è una pièce dolcissima e straziante che trasforma la parabola della demenza in una danza a tratti morbida e a tratti sincopata come i flash che la segnano.
Nella sua costruzione asciutta ed evocativa, gli interpreti Marianna de Pinto e Marco Grossi sono chiamati ad un’interpretazione intensa e accurata che non tradisce le aspettative, lasciando allo spettatore l’emozione (a tratti palpabile) delle molte, a volte contraddittorie sfumature di quello che comunque resta un amore, l’ultimo ricordo prima del buio.
Chiara Palumbo
Teatro Filodrammatici | Milano
Old Fools
dal 22 al 27 ottobre
di Tristan Bernays
Regia Silvio Peroni
con Marianna de Pinto e Marco Grossi
Luci Claudio De Robertis
Musiche Oliviero Forni