‘Madre che resta’ è la nuova raccolta di poesie di Patrizia Baglione, un’autopubblicazione con Amazon, che vuole essere la testimonianza in versi di una giovane madre che perde il figlio. Si parla di aborto, di solitudine e profondo dolore
Dopo la raccolta di poesie “Nero crescente” edita da RP Libri, che ha suscitato molto interesse nei lettori e nella critica, Patrizia Baglione decide di pubblicare una nuova silloge senza vincoli editoriali.
‘Madre che resta’ è infatti un’autopubblicazione su Amazon. Già questo induce a comprendere quanto sia stato più importante mettere in primo piano la scrittura, senza preoccuparsi troppo del contratto editoriale.
Una copertina essenziale risalta le gambe di una donna, simbolo di una femminilità che emerge e traccia momenti particolari del proprio vissuto.
L’aborto, la perdita e il distacco
Il libro affronta in poesia il complesso e molto discusso tema dell’aborto. Come scrive Francesca Del Moro nella postfazione “la maternità è un tema ampiamente trattato nella letteratura e in particolare in poesia”.
Nel 1975 Oriana Fallaci pubblica “Lettera a un bambino mai nato”, il monologo di una donna che aspetta di dare alla luce un figlio e considera la maternità non come un dovere, ma una scelta responsabile. Basta volere un figlio per costringerlo alla vita? Dare la vita o negarla?
Interrogarsi sul tema dell’aborto è dunque ancora oggi fondamentale per comprendere ciò che vive una donna nel momento della perdita, del distacco.
Anche un “Clandestino a bordo” di Dacia Maraini affronta la perdita di un figlio fortemente desiderato. Qui l’autrice indaga sui significati mitologici, erotici del corpo e ne analizza il linguaggio, il piacere, il senso di colpa, la violenza, il dolore.
Patrizia Baglione, dopo aver vissuto la perdita del figlio, rompe il silenzio e lascia che sia la poesia a raccontare una scelta decisamente difficile che l’ha segnata profondamente: “Provo a scrivere parole/che non hanno avuto ossa, né padri”.
Sono parole cariche di sofferenza, solitudine, morte. I versi dell’autrice sono prevalentemente brevi, ma riescono a trasmettere la dimensione di un lutto che attanaglia l’anima giorno dopo giorno.
I simboli: la caverna, le pietre
La caverna così diventa simbolo di protezione. Nella psicologia junghiana essa delinea l’archetipo dell’utero materno, riconduce ai miti di origine, rinascita e iniziazione di numerosi popoli: “In principio era la caverna la tua dimora. /Accogliente aspettava/di vederti crescere le gambe”.
I simbolismi caratterizzano la scrittura di Patrizia Baglione, la arricchiscono di intensità ed efficacia espressiva. “Mio figlio è venuto a portare pietre”, dove le pietre rappresentano forza e purezza, sono un dono di protezione del figlio verso la madre, che nella sua assenza dovrà recuperare l’equilibrio interiore dopo il traumatico distacco.
La forza della parola
Nonostante il flusso doloroso che attraversa le pagine di ‘Madre che resta’, esiste però una luce che resiste, è la forza della parola, della poesia che diventa atto d’amore: “Ho chiesto di stare/attaccata alla vita/che m’inonda di te/senza fare ritorno”.
Non manca quindi la sacralità della parola che traduce il buio in canto di speranza, solo chi attraversa determinate situazioni può comprendere quanto sia faticoso riprendersi.
Patrizia Baglione con coraggio ed estrema sincerità ha cercato di raccontare in versi la sua esperienza e ne è nata una testimonianza poetica matura che ha lasciato il segno.
Da leggere con la giusta attenzione che merita.
Michela Zanarella
Biografia
Patrizia Baglione (Arpino, 1994), già laureata in Scienze dell’educazione, studia per conseguire la laurea Magistrale in Linguistica Moderna.
I suoi testi sono apparsi in diverse riviste letterarie: “Poetarum Silva”, “Le parole di Fedro”, “Transiti Poetici”, “Poesia del nostro tempo”, “Atelier”.
Ha pubblicato: “La mia voce” (Quid Edizioni, 2019); “Malinconia delle nuvole” (Kimerik Edizioni, 2020) – silloge presentata su Rai Radio Live – e “Nero crescente” (RPlibri, 2022), recensito da Franco Manzoni sulle pagine del “Corriere della Sera” nella rubrica “Soglie”.
Nel 2020 ha vinto il “Premio Kalos alla Cultura”; è giurata in diversi concorsi letterari.
Redattrice de “Le parole di Fedro” con la rubrica “Il Femminile” e di “Laboratori Poesia”.
Madre che resta
Patrizia Baglione
Edizioni Amazon
Collana
Genere Poesia
Anno 2024
Pagine 86