Roberto Ormanni nel suo nuovo libro ‘Zibibbo, Scodella e la Grande Guerra’, Giannini Editore, romanzo tratto da fatti realmente accaduti, racconta il rapporto speciale tra uomini e muli
“L’estate del 1914, si presentava molto calda lì sul Carso, in quei giorni d’inizio luglio, si ricordava ben volentieri la neve e il ghiaccio dell’inverno. Francesco, come tutte le mattine aveva l’incarico di salire sull’altopiano a monte, ancora più su di quel pugno di case che erano la frazione più a nord dell’abitato di San Martino, per sorvegliare il gregge. E per arrivarci, lassù, a piedi non se ne parlava nemmeno. L’unico mezzo di trasporto possibile era il mulo. Il mulo di casa, il mulo che valeva quanto un tesoro. E già, rimuginava Francesco mentre Zibibbo – che nome, poi da dare a un mulo – caracollava sicuro su per le pietre.”
Il giornalista e scrittore Roberto Ormanni torna in libreria con una nuova pubblicazione: ‘Zibibbo, Scodella e la Grande Guerra’ edito da Giannini. Un libro per celebrare l’anniversario dei centodieci anni della Prima Guerra Mondiale attraverso una storia di complicità.
Approfondiamo così la nostra conoscenza su determinati animali conosciuti con nomi simili, ma che in realtà fanno parte di specie differenti, mentre altri, appartenenti alla stessa classe animale, possono essere chiamati in modi diversi.
Diciamo subito che sono eroi senza nome, senza fama e senza onore: Muli, Ciuchi, Asini, Somari.
Sono quei quadrupedi particolarmente resistenti a lunghi percorsi sui monti e in valli scoscese che si adattano a qualsiasi temperatura, a sentieri e strade prive di passaggi carrabili.
“A onor del vero, Zibibbo non era poi male. Simpatico, con quella testaccia di mulo. Pareva quasi che ti parlasse quando ti guardava con quegli occhioni. Oddio, si diceva Francesco, ecco cosa succede a campare sempre da soli, tu, le pecore, i muli, le vallate i monti e l’Isonzo, più giù in basso, che se ti sporgevi un po’ dai balzi lo vedevi pure. Succede che finisci che parli da solo o, peggio, col mulo. Quella mattina di luglio del 1914, sul Carso, nuvoloni neri si erano addensati sulle montagne fin dall’alba. Francesco Conselvan avrebbe compiuto diciannove anni tra qualche settimana.”
Zibibbo, Scodella e la Grande Guerra: un libro carico di poesia
Introduciamo in questo modo un libro pieno di poesia, di sentimenti a volte spezzati, di ricordi raccontati spesso da persone che non sono più qui con noi ma che ci hanno lasciato il loro amore.
Il mulo rappresentò nella guerra del ’15 / ’18 l’unico mezzo di trasporto attraverso gli impervi sentieri alpini. Autentico mezzo da combattimento, il mulo infatti fu fondamentale per trasportare le armi e rifornire i reparti logistici in alta montagna.
A loro i giovani commilitoni affibbiarono nomi che ricordavano città di provenienza, Goro, Follonica o nomi di conoscenti, quali Gala, Grata, Gina, Dro, Lara, Gisella, appellativi che più comunemente questi giovani soldati attribuirono ai compagni d’avventura, di fatica e di sventura.
“Il nuovo secolo annunciava grandi cambiamenti, strade, ferrovie, e per Francesco il futuro era oltre il Carso, al di là dei monti. Il 28 luglio 1914 la famiglia Conselvan festeggia il compleanno di Francesco. Ci sono anche i Sabadini, i commercianti di stoffe di Sagrado, con la figlia Anna. Il futuro che sogna Francesco sembra avvicinarsi. Ma il 28 luglio le nuvole nere di quell’estate diventeranno rosso fuoco e rosso sangue. E Francesco scoprirà che sarà sempre un mulo a portarlo nel futuro…”
Lo sguardo, un velo di languida tristezza
Tra tutti i muli soldato resterà nel mito Zibibbo, campione di longevità. Reduce della campagna di Russia, visse per ben 36 anni e a lui vennero attribuiti gli onori militari.
Per gli alpini sarà per sempre un eroe, contro tutti i luoghi comuni che hanno a oggetto il mulo, che ancora oggi è considerato un simbolo di cocciutaggine e stupidità, come la capra di Sgarbi.
Sono loro: i muli, parenti stretti degli asini con i quali dividono l’ostracismo della riconoscenza e degli affetti umani, retaggio di un bando medievale ignorante e perfido. Forse anche per questo nei loro occhi traspare sempre un velo di languida tristezza.
I muli e le guerre
Il 28 luglio di centodieci anni fa l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. Il conflitto coinvolse le maggiori potenze mondiali divise in due blocchi: gli Imperi Centrali contro gli Alleati. Furono chiamati alle armi 70 milioni di uomini in tutto il mondo. E in Italia anche 520.000 muli.
Nella prima Grande Guerra mondiale, gli arruolamenti del 1915 venivano da famiglie di agricoltori e allevatori dei piccoli centri montani del Carso. Conoscevano bene i muli, indispensabili animali da lavoro lì sulle montagne.
‘Zibibbo, Scodella e la Grande Guerra’, dalla scrittura fervida e che inquadra fatti realmente accaduti, verrà presentato a Roma il prossimo venerdì 13 dicembre alle ore 17 al Caffè Ristorante Babette, Via Margutta n° 3.
Oltre all’autore saranno presenti Massimo Vincenti, sceneggiatore di fumetti e cartoons, e un giornalista e scrittore della Freelance International Press.
Giuseppe Lorin
Biografia
Roberto Ormanni, giornalista, cronista giudiziario, è autore di manuali sul cinema d’animazione e su Napoli nel cinema, e co-autore delle sceneggiature della serie animata “Ulisse” prodotta da Rai Cartoon.
Fa parte di “3C”, Coordinamento dei Comunicatori della Cultura.
Zibibbo, Scodella e la Grande Guerra
Roberto Ormanni
Edizioni Giannini
Collana Romanzi dai cinque continenti
Genere Narrativa
Anno 2024
Pagine 96