Zarra, De Persio, Masciello e Di Giovanni
“Rapporti familiari mancati e ineffabili“
Al teatro Di Documenti di Roma, martedì 26 novembre ha debuttato lo spettacolo “Gli Esclusi” scritto da Roberta Calandra e diretto da Valentina Ghetti, che sarà in scena fino a domenica 1 dicembre (no sabato). A tal proposito abbiamo incontrato gli interpreti maschili: Leornardo Zarra, Alessio De Persio, Dario Masciello e Luca Di Giovanni.
I personaggi sono sei giovani figli di che si incontrano in un esperimento dai connotati inquietanti che li vede combattere per affermare finalmente la propria identità distrutta dalla storia.
Sono figli di famiglie illustri, distrutti psicologicamente da esigenze di potere politico o culturale: Rosemary Kennedy (interpretata da una intensa e camaleontica Caterina Gramaglia), Lucia Joyce (di cui una delicata ed elegante Camilla Ferranti veste i panni), Benito Albino Mussolini (Leornardo Zarra), Aldo Togliatti (Luca Di Giovanni), Giorgio Agnelli (Dario Masciello) ed Eduard Einstein (Alessio De Persio).
I protagonisti maschili di quest’opera, tanto interessante quanto sbalorditiva e che lascia senza parole, ci raccontano dei caratteri controversi di ogni personaggio interpretato e del perché, appunto, si sentivano esclusi; ma anche dei loro rapporti con i familiari, con le donne e delle emozioni che hanno provato a rivestire i propri ruoli.
Dietro, dunque, ogni personalità si nascondono quelle incertezze dell’esistenza, le insicurezze del non essere state accettate né incitate a vivere appieno quelle che erano le vere inclinazioni.
Leornardo Zarra, Alessio De Persio, Dario Masciello e Luca Di Giovanni pertanto ci mettono di fronte a delle vite spezzate, in bilico, che non hanno avuto probabilmente la forza di reagire alle circostanze.
Leornardo Zarra, in che modo Albino Mussolini era un escluso?
“Albino è stato nascosto al mondo, ed è stato vittima di uomini e di disegni politici ed economici che lo hanno strappato alla vita.”
Che rapporto aveva con suo padre?
“Rivendicava le sue origini, forse ignorando che il motivo per cui sua madre Ida fu rinchiusa in manicomio, che lui fu pedinato costantemente e che continuamente fu affidato a persone diverse era proprio riconducibile a quel padre che cercava ovunque.”
Che rapporto aveva con le donne?
“Me lo sono chiesto, e dato il suo carattere ed essendo emarginato, credo ne fosse intimorito, non avendo più avuto contatti con la madre forse poteva temere l’abbandono di una donna e quindi essere già spaventato dall’idea di affezionarsi all’altro sesso. Questo almeno è quello a cui ho pensato.”
Quali emozioni ha provato nell’indossare i panni di Albino Mussolini?
“Un senso di responsabilità nei confronti di una giovane vita messa a tacere, strappata al mondo, continuamente bloccata da un sistema che ignorava e da persone che nemmeno conosceva.”
Alessio De Persio, in che modo Eduard Einstein era un escluso?
“Edward era un escluso perché era stato escluso dalla vita del padre ma in qualche modo poi, nei fatti, è stato escluso anche da quella della madre. A lui sono mancate un po’ le figure importanti: quando si vestiva da donna era anche un modo per cercare un compiacimento, un’approvazione da parte della madre che poi non è avvenuta. Era escluso perché anche lui un artista ma non gli è stato permesso di esserlo e l’hanno distrutto per questo.”
Che rapporto aveva con suo padre?
“Il rapporto che aveva con suo padre era un rapporto di odio ma in qualche modo se ne sentiva attratto, una forma di amore malato che lo faceva soffrire molto.”
Che rapporto aveva con le donne?
“Non ne ha avute molte e questa mancanza la colmava con il cibo.”
Quali emozioni ha provato nell’indossare i panni di Eduard Einstein?
“Ho provato delle bellissime emozioni nel vestire i panni di un personaggio così complesso, così bello e difficile Questo personaggio è diventato quasi una seconda pelle quindi sono stato coinvolto e tirato dentro come io immaginavo succedesse anche nella vita, anche se un attore non dovrebbe fare così però Edward mi ha preso e mi ha coinvolto molto.”
Dario Masciello, in che modo Giorgio Agnelli era un escluso?
“Premetto che su Giorgio si trovano veramente poche informazioni. Completamente escluso sia prima sia dopo la sua morte. Escluso perché ‘diverso’. Giorgio era un’artista. Amante della pittura e soprattutto della poesia. Disinteressato agli affari di famiglia tanto da minacciare la vendita del suo pacchetto di azioni Fiat. Escluso perché troppo sensibile, vulnerabile. Un’anima saturnina.”
Che rapporto aveva con suo padre?
“Più che con il padre, mi sono concentrato sul rapporto col fratello Gianni. Completamente bullizzato da quest’ultimo e portato da questo comportamento all’esasperazione. Un astio così profondo da spingere Giorgio a sparare un colpo di fucile verso il fratello Gianni, mancandolo. Dopo questo episodio iniziò tutto. Iniziò la condanna di Giorgio. Il giorno seguente venne portato in manicomio e di lui non si poteva più parlare.Voleva solo essere amato.”
Che rapporto aveva con le donne?
“Un solo vero amore: la poetessa Marta Vio.”
Quali emozioni ha provato nell’indossare i panni di Giorgio Agnelli?
“Mi sono avvicinato all’anima di Giorgio in punta di piedi. Fondamentali, per me, sono state le Costellazioni familiari sul personaggio. Ho scoperto tanti lati in comune con la mia, di anima. ‘Chi ha la presunzione di affermare di non essersi mai sentito escluso in alcune situazioni della propria vita?’ Ho provato molte e contrastanti emozioni. Rabbia, amore, comprensione e soprattutto desiderio di riscatto. Fragilità e responsabilità.”
Luca Di Giovanni, in che modo Aldo Togliatti era un escluso?
“Aldo Togliatti era escluso da un senso tradizionale di famiglia, era escluso dagli affetti. Aldo Togliatti era escluso perché i suoi genitori naturali erano sempre impegnati, erano sempre al lavoro, perché erano due persone importantissime, due persone che hanno fatto la storia d’Italia ed Europa. E quindi non avevano tempo per una famiglia normale, per essere dei genitori. Aldo Togliatti era escluso perché mentre il babbo provava a difendere il partito che aveva creato, lui stava chiuso in hotel a Mosca durante la sua infanzia. E poi ha passato tutta l’adolescenza in collegio, sempre in Russia. E poi quando è tornato in Italia aveva quasi 20 anni o poco più e non parlava bene neanche l’italiano, quindi era veramente un pesce fuor d’acqua.Quando era in Russia da bambino non aveva una vita normale come tutti gli altri bambini e non giocava. Quando è tornato in Italia non conosceva nessuno, la cultura e la lingua italiana la conosceva poco, quindi era proprio un escluso a 360 gradi, dentro e fuori del sistema familiare.”
Che rapporto aveva con suo padre?
“Il rapporto di Aldo Togliatti col padre è più che altro un buco nero, è un’assenza, è un vuoto, è un silenzio, è una promessa non mantenuta. Aldo voleva bene al padre, forse aveva il mito del padre. Leggeva tanto, studiava, era un intellettuale, voleva essere forse come lui, ma non aveva nessun rapporto con lui perché il babbo non c’era mai. Il babbo era un nome e tutti gli dicevano sempre ‘tu sei il figlio di’. Aveva un rapporto di subordinazione emotiva che assomiglia quasi a una sindrome di Stoccolma. Perché in fondo lui non l’ha mai rinnegato veramente il padre, però l’assenza del padre potrebbe averlo fatto impazzire.”
Che rapporto aveva con le donne?
“Credo che Aldo sia morto vergine, altresì che Aldo non avesse nessun rapporto con le donne. La sua timidezza era eccessiva e anche se in gioventù aveva qualche amico, forse anche qualche amica, non è mai riuscito ad avere un rapporto con le donne.”
Quali emozioni ha provato nell’indossare i panni di Aldo Togliatti?
“Le emozioni di un attore che interpreta un personaggio. Questa domanda mi sembra troppo capziosa per dare una risposta abbastanza intelligente. Posso solo dire che io sono comunista, quindi è stata emozionante interpretare il figlio di un grande uomo, questo sì.”
Gabriele Amoroso
Ringraziamo Leornardo Zarra, Alessio De Persio, Dario Masciello e Luca Di Giovanni per aver accolto la nostra richiesta all’intervista