Dal 29 novembre al 1° dicembre all’Altrove teatro studio capitolino è andata in scena ‘La battaglia di Roma’ a cura di Alessia Sambrini, di e con Pierpaolo Palladino. In questa lettura teatrale, declinata in romanesco, si rievoca un momento emblematico per la storia italiana, quello del 10 settembre 1943 quando, dopo l’annuncio da parte di Badoglio dell’armistizio firmato a Cassibile, Roma viene lasciata solo e allo sbando
Un uomo è al centro del palco. Intorno a lui, nell’atmosfera raccolta del teatro Altrove di Roma, ci sono pochi elementi: una sedia, un leggìo, alcuni strumenti musicali.
Lui è solo, eppure occupa tutto lo spazio scenico a disposizione declamando un testo talmente ben strutturato da richiamare alla vista dello spettatore tutto ciò di cui parla: in un attimo si materializzano le armi, il Verano, piazza san Paolo, la caserma, la spiaggia di Ostia, gli spari, la paura che ghiaccia il sangue, il terrore che fa venire i brividi anche se è settembre e fa caldo.
L’evocazione, dunque, possiede un potere immaginifico intenso e deciso.
Il protagonista di questa partitura delicata e tagliente, lineare e sfaccettata allo stesso tempo, è Pierpaolo Palladino, artista versatile e fine, che rivela una grande incisività nell’interpretazione di un’opera di cui è anche autore. A supportarlo, la lettura musicale di Pino Cangialosi al pianoforte e percussioni, e di Fabio Battistelli al clarinetto.
La battaglia di Roma: la città sola e allo sbando
‘La battaglia di Roma’ è un racconto teatrale, declinato in romanesco, che ricorda un momento emblematico per la storia italiana, quello del 10 settembre 1943 quando, a ventiquattro ore dall’annuncio da parte di Badoglio dell’armistizio firmato a Cassibile una manciata di giorni prima e all’indomani della fuga verso sud del re e dei rappresentanti delle istituzioni italiane, Roma viene lasciata da sola e allo sbando.
L’intreccio di fatti storici e di sogni privati è lo spunto narrativo del lavoro che rievoca la giornata in cui a porta San Paolo, viene combattuta la più grossa battaglia tra l’esercito regolare italiano e le armate tedesche. Accanto ai militari ci sono i carabinieri, i bersaglieri, i granatieri, così come la gente comune, i civili, gli uomini e le donne che compongono la comunità.
Pierpaolo Palladino offre così un affresco di volti del popolo e dei soldati, talvolta smarriti altre volte coraggiosi, spesso spaventati eppure valorosi, inducendoci a puntare lo sguardo ad un passato considerato troppo lontano.
Lasciare traccia del passato
In un periodo estremamente delicato come quello odierno, parlare di guerra di liberazione, dunque, diventa un obbligo per ricordare e assume il significato di un monito, affinché niente venga dimenticato, o considerato semplicemente superato.
Richiamare alla mente, lasciare traccia di ciò che è stato, oggi è attuale più che mai anche ad ottanta anni di distanza.
Sarebbe un peccato se uno spettacolo tanto ricco di sfumature non venisse proposto agli studenti. Potrebbe essere l’occasione per capire che le battaglie escono fuori dai libri scolastici e prendono la forma e la voce delle persone che le hanno sperimentate, che le hanno subite.
Ci si può quindi perdere nelle parole di Francesco, detto Franco, che sente il gelo della guerra anche se si trova a combattere sotto il sole; ci si riconosce nei movimenti confusi della mente di Alfredino o nei desideri di Bordin il Cispadano che preferisce il nebbione di casa sua alla bellezza di Roma; ci si sorprende nel vedersi sorridere per le furberie bonarie di Ascione “er sor Cafone” o per le movenze sofisticate del professore di Palermo.
Ne ‘La battaglia di Roma’ tutto è storia, eppure tutto è in noi, si veste della nostra pelle, delle nostre paure, delle nostre speranze. L’importante è averne sempre consapevolezza.
Simona Rubeis
Teatro Altrove
dal 29 novembre al 1 dicembre
La battaglia di Roma
Lettura scenica a cura di Alessia Sambrini
di e con Pierpaolo Palladino
Musiche Pino Cangialosi
eseguite dal vivo da
Pino Cangialosi pianoforte e percussioni
Fabio Battistelli clarinetto