Elettra Zeppi
“’402′ è la narrazione di una storia drammatica, scioccante, dalla quale emergono differenze sociali e di genere, i rapporti tra le persone, i sentimenti più profondi e spesso taciuti”
Elettra Zeppi, attrice, autrice e insegnante di teatro, comincia prestissimo la sua carriera frequentando l’Accademia A.R.C.E.S. di Roma diretta dal Maestro Enzo Garinei affiancato da Sofia Amendolea; inoltre studia canto e si specializza, dapprima in ambito comico, per poi tornare ad abbracciare tutti i generi, spaziando dal drammatico al brillante, dai classici alla nuova drammaturgia.
Nel corso del suo percorso artistico collabora con nomi del calibro di Max Giusti, Lando Buzzanca, Nadia Rinaldi, Selvaggia Lucarelli, Michele La Ginestra e tanti altri, coltivando contemporaneamente la passione per la scrittura come autrice di numerose drammaturgie di successo, tra le quali “Fermatemi!” e “Blackout”.
Abbiamo incontrato la Zeppi poiché dal 14 al 19 gennaio sarà al teatro Cometa Off di Roma con lo spettacolo “402”: ideato e scritto assieme all’autore Francesco Imundi e diretto da Federico Vigorito, l’attrice sarà affiancata da Gabriele Linari.
Nel thriller adrenalinico Elettra Zeppi interpreta il personaggio di Anna, una donna segnata dalla vita in modo improvviso e indelebile.
Personaggio dalle diverse sfumature, spaventata e fragile, nel corso della storia avrà modo di rivelare una personalità decisa e combattiva, che svelerà poco a poco, un vulcano d’azione ed emozione.
In “402” dall’incontro tra i protagonisti, Anna e Marco, inoltre, scaturisce una serie di eventi in cui vengono affrontate tematiche quali il ruolo della donna nella società, gli illeciti delle ecomafie, la corruzione politica, un dramma d’amore.
Ogni filo quindi intesse una trama univoca conducendo lo spettatore ad un epilogo inaspettato ed imprevedibile.
Elettra Zeppi, da quale esigenza nasce questo testo scritto scritto assieme a Francesco Imundi?
“L’esigenza nasce dal desiderio di voler scrivere un testo che avesse per protagonisti due individui in antitesi, costretti a condividere (chi per una ragione, chi per un’altra) lo stesso spazio in un determinato momento. Altrettanto importante è stata la scelta di voler coniugare il linguaggio cinematografico più attuale con il disegno teatrale, senza snaturarlo mai, amplificandolo, semmai, attraverso la suggestione delle luci e della musica. Fondamentale l’apporto del regista Federico Vigorito, che ha cesellato il tutto attraverso la sua sensibilità.”
Il protagonista maschile è un Senatore della Repubblica accusato di gravi crimini contro l’ambiente. Il tema della sostenibilità vi sta particolarmente a cuore? Dunque, anche se in modo marginale, in che maniera si parla di ambiente nello spettacolo?
“Indubbiamente sì, e anche se la questione ambientale non è il fulcro della storia, ne è comunque un tassello importante e scaturisce conseguenze notevoli. Tuttavia non vorrei spoilerare troppo, è un thriller! Il Senatore protagonista, appunto, ha un ruolo politico notevole: è a capo della commissione illeciti ambientali.”
Attualmente, secondo lei, cosa pensa si stia facendo per risolvere le problematiche climatiche? Come possiamo agire a livello personale per il benessere del Pianeta?
“Personalmente credo che il climate change debba essere in cima agli interessi di tutti noi esseri umani e dovrebbe essere priorità di ogni Paese. È da quando sono nata che sento parlare di iniziative e poco di regole, come se fosse sempre una questione da rimandare. Purtroppo, penso che ormai il tempo sia scaduto.“
“Credo che le donne siano assolutamente pronte a liberarsi dalle dinamiche tossiche derivanti da stereotipi mentali stantii.”
Chi è Anna e da cosa sta scappando?
“Anna è una cameriera ai piani dell’hotel in cui alloggia il Senatore, una donna impaurita che si rifugia nella stanza 402 perché sta fuggendo da un suo superiore che la molesta e la ricatta. È una donna segnata da un dramma recente che le ha cambiato la vita.”
La sua risposta sembra inquadrare certe dinamiche attuali in cui a volte le donne sono costrette a stare. Come, secondo lei, ci si può staccare e liberare dalle prigioni imposte?
“Credo che le donne siano assolutamente pronte a liberarsi dalle dinamiche tossiche derivanti da stereotipi mentali stantii. Probabilmente è una faccenda che alcuni uomini tentennano a capire o più facilmente non accettano, il problema è più loro che nostro. Ciò che si può fare è cambiare atteggiamento, non subire, ma mi sembra che sia una spinta già sostenuta da parte delle donne.”
Cosa lega Anna e Marco?
“Anna e Marco in realtà sono legati in un passaggio delle loro vite, diversissime, che li porta ad incontrarsi e per forza di cose ad un confronto. Sì, sono sospesi nello stesso spazio, nella stessa notte. Costretti dagli eventi e, chissà, forse dal caso.”
Perché la scelta di questi due nomi che fanno eco a un titolo di una canzone di Dalla? Hanno un significato per lei?
“Adoro quel pezzo, amo moltissimo Lucio Dalla. È stato casuale inizialmente, ma c’è un passaggio nella canzone che riguarda esattamente un momento dei protagonisti di ‘402’, e infatti il brano viene citato.”
Una narrazione che condanna le ecomafie ed un certo tipo di cultura maschile egocentrica. Il testo è una sorta di manifesto? Cosa vuole trasmettere al pubblico?
“Non lo definirei un ‘manifesto’, semmai la narrazione di una storia drammatica, scioccante, dalla quale emergono le differenze sociali e di genere, i rapporti tra le persone, i sentimenti più profondi e spesso taciuti. Nello spettacolo succede di tutto: tensioni, sorprese, colpi di scena. Abbiamo voluto concentrare tanta umanità in un mare di disumanità. Il nostro obiettivo è traghettare il pubblico in una vicenda adrenalinica attraverso tutte le emozioni che la stessa potrà suscitare.”
Nuovi progetti in cantiere?
“Certamente. Sia io sia il mio compagno d’avventura Gabriele Linari abbiamo progetti futuri, non necessariamente insieme. Ciò che vogliamo fare insieme è ‘402’, un lavoro che ho nel cuore e spero possa entrare anche in quello del pubblico. Il nostro augurio è che possa viaggiare il più possibile e replicare ancora per tante, tante date.”
Irene Sereia Villani
Ringraziamo Elettra Zeppi per la disponibilità all’intervista.