Tiziana Sensi e Maria Grazia Aurilio
“Il teatro e la psicologia, sebbene partano da approcci differenti, condividono lo stesso obiettivo: esplorare l’essere umano. I punti di contatto tra questi due mondi sono numerosi e affascinanti.”
La rivoluzione digitale è un problema tecnologico o un problema educativo?
Per ricomporre le nostre considerazioni sulla questione digitale odierna, imperante e distraente, si comincia a pensare anche ai suoi pericoli se non utilizzata bene. Cominciano così a palesarsi rappresentazioni che strizzano l’occhio alla tematica.
Le donne si rendono poi protagoniste, al fine di rimandarci le loro illuminanti riflessioni riguardo il vasto mondo dei social, “piazze virtuali” dove, sì, ci si confronta e condivide, ma al contempo oltre a farci “costruire nuove relazioni” di rimando rendono le solitudini tangibili e la violenza sempre più presente.
Per la rubrica Rivoluzione Donna – oggi esuliamo dal suo consueto appuntamento, abbiamo incontrato l’attrice Tiziana Sensi, e la psicoterapeuta Dott.ssa Maria Grazia Aurilio le quali, insieme, hanno scritto una drammaturgia che narra dei tempi attuali; per capire di più, dunque, non solo circa la rappresentazione, ma anche per farci coinvolgere in interessanti riflessioni che riguardano il ruolo che la figura della donna ha in rete.
Tiziana Sensi e Maria G. Aurilio: psicologia e teatro terreni fertili
Dall’interessante quesito con il quale abbiamo aperto la nostra intervista nasce “Daimon 4.0 – Identità in Download” scritto dalla Dott.ssa Maria G. Aurilio e Tiziana Sensi, che andrà in scena (dopo un fortunatissimo debutto in autunno) il 23 gennaio prossimo al teatro Marconi di Roma.
“La sfida, la vera challenge, è scoprire chi siamo davvero al di là delle apparenze digitali.” – scrivono Aurilio e Sensi.
Le due donne si sono quindi unite sia per rinforzare la loro amicizia, competenze e collaborazione sia per ideare “un progetto che non solo racconta della nostra epoca, ma invita anche a riflettere su di essa” partendo dal concetto di Daimon che Platone definiva guida interiore.
Ricerche ed esperienze sono state necessarie per la stesura del testo che diverte e provoca, e invita a fare più di una considerazione sull’uso quotidiano dei social network analizzandone rischi, limiti come anche benefici, dove tra apparenza, veridicità e realtà alterata tutto scorre – almeno sembra – senza alcuna cognizione o consapevolezza.
L’educazione rivolta al digitale deve dunque stimolare e trovare le vie giuste al fine di generare persone migliori ed eliminare false aspettative e/o trappole nelle quali si cade con facilità. Bisogna quindi essere capaci di riconoscere nella digitalizzazione i pericoli; al contrario, un utilizzo informato può essere un grido per campagne che servono alla lotta contro le disuguaglianze e per le donne.
Tiziana Sensi e Maria Grazia Aurilio, cosa porta due donne, apparentemente appartenenti a mondi tanto diversi, a unirsi per scrivere una drammaturgia sugli effetti della rivoluzione digitale?
“Prima di tutto, la stima reciproca e l’amicizia profonda che ci lega. È proprio questo legame che ci ha permesso di unire le nostre esperienze e competenze per creare qualcosa insieme. La vera bellezza sta nella condivisione, nel confrontarsi con visioni diverse e scoprire quanto questo possa arricchirci. Il teatro e la psicologia, sebbene partano da approcci differenti, condividono lo stesso obiettivo: esplorare l’essere umano. L’attore analizza le parole e le azioni del personaggio per comprenderne i desideri, i conflitti e i legami con gli altri soggetti. Allo stesso modo, la psicologia indaga la complessità delle persone attraverso il racconto delle loro vite. I punti di contatto tra questi due mondi sono numerosi e affascinanti. È stata proprio questa sovrapposizione, questa zona d’incontro, a darci la spinta per creare insieme un progetto che non solo racconta della nostra epoca, ma invita anche a riflettere su di essa.”
Si parte dal concetto di “Daimon” che Platone definiva una guida interiore. Cosa ci perdiamo di noi stessi in questo immenso mondo che il web ci riserva?
Tiziana Sensi: “Il ‘Daimon’, quella guida interiore che, secondo Platone, giocandoci un po’, orienta il nostro destino come un GPS emotivo, sussurrandoci chi potremmo essere, quali strade percorrere per realizzare la nostra essenza. Cosa accade ai nostri sogni, desideri, progetti, quando passiamo in media 6-8 ore al giorno connessi, assorbiti in un flusso infinito di notifiche, post e contenuti che leggiamo e andiamo a creare?“
Maria Grazia Aurilio: “Il ‘Daimon’, quella voce autentica e preziosa, rischia di perdersi nel rumore di un feed senza fine, scivolando via ogni volta che scegliamo di scrollare invece di ascoltarci? L’interrogativo che emerge non è solo tecnologico, ma profondamente umano: quanto del nostro destino stiamo delegando a una connessione, e quanto di ciò che potremmo diventare resta intrappolato in un click? Ognuno può ragionare con sé stesso e dare le proprie risposte.”
Tiziana Sensi, cosa significa essere donne sui social network?
“Significa muoversi in un territorio che offre grandi opportunità ma anche sfide complesse. Da una parte, i social sono una possibilità per esprimersi, connettersi, costruire carriere e diffondere idee; dall’altra, possono diventare un terreno insidioso, fatto di pressioni sociali, giudizi e, purtroppo, anche attacchi personali con parole che possono andare dalla violenza all’odio. Significa vivere in bilico tra la libertà di condividere la propria voce e la vulnerabilità di essere esposte a critiche e stereotipi. Essere donne online spesso comporta affrontare aspettative irrealistiche legate all’apparenza, alla perfezione o a standard culturali che raramente lasciano spazio all’autenticità. È un mondo in cui un’opinione forte può essere applaudita, ma anche derisa; dove un’immagine può diventare virale per motivi giusti o sbagliati. È un mix di rischio e potere, di sfida e cambiamento, un terreno in cui le donne continuano a ridefinire chi sono, dentro e fuori la dimensione virtuale.”
C’è più ricerca di perfezione o di rivendicare i propri diritti?
“Domanda complessa. Forse, un equilibrio instabile tra queste due tendenze che convivono sui social. Da un lato, amplificano la pressione verso un’immagine perfetta, non solo fisica ma anche di vita: viaggi incredibili, lusso sfrenato, successi professionali, relazioni idilliache. Questa rincorsa alla perfezione può generare insicurezze, invidia e frustrazione contribuendo a costruire una realtà alterata che, spesso, non corrisponde alla vita vera. Dall’altro lato, sempre più donne utilizzano i social come piattaforma per rivendicare diritti, combattere discriminazioni e denunciare disuguaglianze. Movimenti come ‘MeToo’ e campagne contro il ‘body shaming’ dimostrano che i social possono essere un potente megafono per battaglie sociali. La perfezione diventa meno rilevante quando ci si unisce per una causa che supera l’estetica e si concentra sulla sostanza.”
“Essere donne online spesso comporta affrontare aspettative irrealistiche legate all’apparenza, alla perfezione o a standard culturali che raramente lasciano spazio all’autenticità.”
Quanta ricerca è stata fatta prima di giungere alla stesura della drammaturgia?
“È stato il risultato di un intenso lavoro di ricerca. Abbiamo studiato il fenomeno della rivoluzione digitale nei suoi aspetti più complessi, esplorando non solo dati e statistiche, ma anche i suoi impatti psicologici, sociali ed educativi. Un ruolo cruciale è stato svolto dalla collaborazione con Maria Grazia con una profonda conoscenza dei meccanismi che regolano le dinamiche umane nell’era digitale. Il confronto continuo ci ha permesso di integrare l’analisi scientifica con l’approccio narrativo e teatrale, creando una struttura che fosse al contempo divertente, riflessiva e accessibile a tutti. Abbiamo attinto anche ad alcuni studi di neuroscienze e analisi sui comportamenti legati alla dipendenza da tecnologia. La drammaturgia è nata da un’idea di Maria Grazia e dal desiderio di offrire al pubblico uno specchio che riflette esperienze, stimolando domande e confronto. È stata una ricerca non solo di informazioni, ma di significato.”
Tutto quello che racconta nello spettacolo appartiene a fatti e dati reali: c’è una storia al femminile che l’ha particolarmente colpita?
“Sì, i fatti e i dati sono reali inseriti in un gioco meta-teatrale ironico, divertente a tratti sarcastico e cinico. Esistono tante storie di ragazze e donne che portano con sé esperienze traumatiche e dolorose legate al web e al crime. Recentemente mi ha colpito la vicenda di una donna francese di 53 anni, ingannata da un truffatore che si faceva passare per l’attore Brad Pitt, convinta che star internazionale la amasse. La donna ha divorziato dal marito e ha consegnato al truffatore 830 mila euro, credendo che fossero necessari per le cure contro il cancro. I truffatori sono diventati sempre più abili, scrivendo copioni verosimili e, grazie all’intelligenza artificiale, creano video che sembrano perfetti, se si guardano con occhi innamorati o distratti. Le denunce per le cosiddette ‘romance scam’ sono aumentate, e chiunque subisca una truffa deve trovare il coraggio di denunciare e parlare con le persone che gli sono vicine. Le vittime non devono sentirsi in colpa, mai, in nessuna situazione: tutti possiamo attraversare momenti di fragilità e vulnerabilità.”
Dott.ssa Maria Grazia Aurilio, da un punto di vista psicologico, l’universo femminile subisce di più il fascino dei social network rischiando di rimanerne talvolta vittime?
“I social network sono piazze virtuali, ‘luoghi’ in cui ci si ritrova condividendo pezzi di vita attraverso fotografie, filmati, pensieri, commenti e tanto altro. Sono strumenti di condivisione e forme di comunicazione che aprono a nuovi modi di costruire relazioni. Ma siamo veramente in relazione o sono surrogati che ci estraniano dalla vita reale? Questo è il rischio più grande, io la chiamo ‘solitudine sociale‘.”
Che tipo di strumenti di educazione sarebbe utile offrire ai più giovani su questa tematica?
“È importante che i ragazzi conoscano i codici di comportamento giusti o sbagliati per tutte le attività della vita, istruirli su i comportamenti che riguardano la vita affettiva e amicale, educarli alla qualità dei rapporti interpersonali e al rispetto reciproco. I ragazzi devono essere preparati a riconoscere i segnali premonitori di comportamenti inadeguati e rischiosi: gelosie eccessive, controlli ossessivi, agiti violenti verbali e non. Ciò che vale nella vita reale vale ancora di più nella piazza virtuale.”
Annalisa Civitelli
Foto: Daniele Pedone
Ringraziamo Tiziana Sensi e la Dottoressa Maria Grazia Aurilio per essersi rese disponibili all’intervista, indagando il panorama femminile all’interno di una società web imperante e che ci distrae dalle nostre autentiche personalità.