Cosa significa sentirsi intrappolati nel proprio passato, in una casa che dovrebbe proteggere ma che invece soffoca, in una società che guarda senza vedere? ‘Se camminare fa troppo rumore’ di Giusi D’Urso è un romanzo che affronta il dolore della solitudine e dell’incomprensione. Racconta la storia di Sofia, una donna che lotta contro i fantasmi della sua infanzia e le ferite mai rimarginate della sua anima. Con una scrittura intensa e poetica, l’autrice ci accompagna in un viaggio profondo e toccante, in cui la fragilità diventa forza e il silenzio si trasforma in un grido di resistenza
“Sullo Stretto di Messina mi aspettavo un ponte. Ne avevo sentito parlare tante volte in televisione, come se sul posto fossero già pronte ruspe e ponteggi. E invece non c’era niente. Niente piloni, niente cemento, niente a unire le mie due vite. Il mare, invece, a separarle.”
‘Se camminare fa troppo rumore’ è un romanzo che lascia il segno, non solo per la potenza della storia, ma per il modo in cui Giusi D’Urso riesce a trasformare il dolore, la sofferenza e l’alienazione in materia narrativa densa e coinvolgente. Edito da Il ramo e la foglia, il libro racconta la storia di Sofia, una donna segnata da un passato difficile, alle prese con il peso di una famiglia disfunzionale e con una società che non sa (o non vuole) comprendere il disagio psichico.

Sofia è dunque un personaggio che non si dimentica facilmente. È fragile e al tempo stesso incredibilmente forte. Una di quelle figure che non si limitano a esistere sulla pagina, sembrano infatti vivere davvero, con tutte le loro contraddizioni, paure e speranze.
La sua esistenza è scandita da un trascorso che non le dà tregua, tra ricordi che riaffiorano come schegge taglienti e una quotidianità fatta di solitudine, incomprensione e silenzi assordanti.
D’Urso riesce a costruire il suo personaggio con un’empatia straordinaria, senza mai cadere nella pietà o nella retorica. Sofia non è solo una vittima delle circostanze: è una donna che, nonostante tutto, cerca di trovare una via d’uscita, un senso, una possibilità di riscatto.
“Non è che se uno alza le mani quando perde le staffe è cattivo. Non è cattiveria, è carattere. È che gli uomini non sanno dire le cose a parole e alzano le mani per sfogare la rabbia. Poi gli passa. Poi tutto torna come prima.”
Un viaggio nella mente e nell’anima
Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo è il modo in cui l’autrice ci trascina dentro la mente della protagonista. La narrazione alterna momenti di lucidità e di consapevolezza a passaggi in cui la realtà sembra sfaldarsi, diventando frammentata, incerta, quasi onirica.
Il lettore si ritrova così a vivere l’esperienza del disagio psichico in modo diretto, senza filtri. Sentendo sulla pelle la confusione, la paura e l’isolamento di Sofia.
La struttura narrativa contribuisce a rendere il testo un’esperienza di lettura intensa e immersiva. Non si tratta di una vicenda da leggere passivamente, bensì di un viaggio da compiere insieme al soggetto principale, accettando di perdersi nei suoi pensieri e nelle sue emozioni.
“Non è che se uno alza le mani quando perde le staffe è cattivo. Non è cattiveria, è carattere. È che gli uomini non sanno dire le cose a parole e alzano le mani per sfogare la rabbia. Poi gli passa. Poi tutto torna come prima.”
Se camminare fa troppo rumore: un linguaggio che colpisce
La scrittura di Giusi D’Urso è poetica, evocativa, capace di restituire con pochi tocchi immagini potenti e suggestive. Ogni parola è scelta con cura, ogni frase è carica di significato. Il linguaggio è a tratti crudo, mai gratuito: tutto serve a rendere più autentica l’esperienza di Sofia e a trasmettere la profondità del suo vissuto.
Nonostante la durezza di alcuni temi trattati – la malattia mentale, la violenza domestica, l’indifferenza sociale –, il romanzo non risulta pesante. Al contrario, si legge con il fiato sospeso, spinti dalla bellezza dello stile e dall’intensità della storia.
“Eppure gli equilibri precari hanno dentro piccole felicità intense. Punte di gioia inimaginabile, incastonate in aree cedevoli con un nonnulla. Sono assaggi di bellezza, illusioni sottovuoto, pendii suggestivi e scoscesi. Vivere di equilibri precari è crescere da equilibristi senza reti […]”
Una riflessione sulla società e sulla solitudine
Oltre a essere il ritratto di una donna alle prese con le proprie ferite, ‘Se camminare fa troppo rumore’ è anche una denuncia sottile, eppure potente, nei confronti di una società che troppo spesso ignora chi soffre. Il disagio psichico rimane ancora un tabù, qualcosa di cui si parla poco e male, e chi ne è affetto viene spesso lasciato solo, incompreso o stigmatizzato.
Sofia è il simbolo di tutte quelle persone che faticano a trovare il proprio posto nel mondo, che non riescono a farsi ascoltare, che combattono ogni giorno una battaglia invisibile. Il romanzo invita il lettore a guardare oltre le apparenze, a prestare attenzione a chi ci sta accanto, a riconoscere e accogliere la fragilità altrui.
‘Se camminare fa troppo rumore’ è intenso, doloroso, necessario. È una lettura che scuote, che commuove, che costringe a mettersi nei panni di chi vive ai margini, non solo fisici ma anche emotivi e sociali.
Giusi D’Urso ci regala un’opera che non si dimentica facilmente, che ci invita a riflettere sulla sofferenza, sulla solitudine. Ma anche sulla forza di chi, nonostante tutto, continua a camminare, anche se il rumore dei propri passi può sembrare assordante.
Andrea Di Sciullo
Biografia
Nata a Messina nel 1967, si è trasferita a Pisa negli anni ’80, dove ad oggi vive e lavora. Insegna nutrizione all’università di Pisa come docente a contratto ed esercita la libera professione come biologa nutrizionista.
Ha pubblicato vari testi divulgativi destinati alla famiglia e a un pubblico in età evolutiva: “Mangiando in allegria; mangiare sano e inquinare meno, proviamo?”, Felici Editore, 2008 (coautrice); “Montefoscoli e il museo della civiltà contadina. Piccola guida per piccoli visitatori”, Felici Editore, 2008 (coautrice); “A spasso per Volterra. Giulia ci accompagna attraverso la storia e l’arte della città”, Felici Editore, 2008 (ghostwriter ed editor); “Spunti di nutrizione ed altro”, MdS editore, 2009; “Ti racconto la terra. Apologia del buon cibo fra agricoltura e buone pratiche alimentari”, Edizioni ETS, 2014; “Conosci il tuo cibo. Impara, scegli, gusta!”, Edizioni ETS, 2015; “Il cibo dell’accudimento”, MdS editore, 2016.
Il suo primo romanzo è “Il bene tolto”, Felici Editore, 2009.
Scrive racconti e testi liberi, alcuni dei quali sono apparsi sulle seguenti riviste: “Crack Rivista”, “Rivista Blam”, “Offline”, “Bomarscé”, “In allarmata radura”, “Salmuria”, “Fernweh”, “Al passo coi tempi. Un blog evolutivo”.
È autrice/redattrice presso la rivista “Quaerere”.
Collabora occasionalmente con il periodico “Gardenia” e con alcuni quotidiani locali.
Nel 2024 pubblica “Se camminare fa troppo rumore” edito da Il ramo e la foglia edizioni
Se camminare fa troppo rumore
Giusi D’Urso
Edizioni Il ramo e la foglia edizioni
Collana Romanzi
Genere Narrativa
Anno 2024
Pagine 224