‘Vermeer, il tempo perduto’ di Giovanna Strano, edito da Morellini Editore, ripercorre le vicende del pittore olandese Vermeer e dei suoi estimatori attraverso i secoli. Ricco di nozioni sulla storia dell’arte, il romanzo risulta da principio lento e frammentario, per farsi più avvincente nella parte dedicata al falsario Van Meegeren e la sua musa Johanna, i cui intrighi artistici e passionali danno slancio alla narrazione
“Quanti occhi si sono posati su un capolavoro, quanti se ne poseranno. Innumerevoli emozioni, pensieri, parole verranno stimolati da esse. L’umanità si affanna intorno, e loro sempre lì a registrare occhi su occhi, sguardi su sguardi, respiri su respiri. Al cospetto di esse si incrociano vite e destini.”
‘Vermeer, il tempo perduto’, scritto dalla dirigente scolastica, giornalista e autrice Giovanna Strano, ci conduce in un viaggio attraverso i secoli, sulle tracce del celebre pittore olandese Jan Vermeer e delle sue opere. Il fulcro della narrazione è la “Veduta di Delft”, il capolavoro del 1660 che campeggia sulla copertina del libro e che funge da filo conduttore tra le varie epoche e i personaggi che popolano la storia.
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Il romanzo, infatti, si struttura in una serie di episodi che hanno come protagonista l’arte di Vermeer e la sua eredità culturale, accolta via via da diverse figure realmente esistite, le cui vicende vengono narrate in forma romanzata dall’autrice Strano.
“L’individuo nella sua vita occupa sicuramente uno spazio, e maggiormente un tempo. E più esso scorre più cresce il bagaglio di tempo che una persona si porta dietro. Esso rischia di diventare un tempo perduto, a meno che non venga salvato attraverso le opere. Un lavoro minuzioso di annotazione, di trascrizione stratificata dei pensieri, la ricostruzione lenta e precisa di ciò che è stato.”
Tra amanti dell’arte e amanti e basta
I primi personaggi che incontriamo sono quindi lo stesso Jan Vermeer e la moglie Catharina, che vivono le difficoltà economiche e il riconoscimento tardivo del talento del pittore. In verità, la storia ha principio subito dopo la morte del pittore, quindi lui non prende mai parte in prima persona alle vicende narrate, se non nei ricordi dell’amata moglie e dei futuri estimatori.
Successivamente, infatti, la narrazione si sposta su Théophile Thoré-Bürger, lo studioso francese che nel XIX secolo riscoprì l’eredità del maestro olandese, e sulla sua amante Apolline, una donna affascinata dal genio pittorico dell’artista. Galeotta per il loro amore fu la “Veduta di Delft” che, dopo aver provocato in loro una sorta di sindrome di Stendhal, li spingerà a uscire allo scoperto con il marito di lei e a fuggire insieme in Olanda per dedicare la loro vita alla ricerca di altre opere di Vermeer.
Il titolo del romanzo non può che ricondurre anche allo scrittore francese Marcel Proust, autore del celebre libro “Alla ricerca del tempo perduto”. Con la sua nota ossessione per la “Veduta di Delft”, Proust rappresenta un ulteriore anello di questa catena narrativa, offrendo un punto di vista letterario e intimista sul valore dell’arte e della memoria.
Infine, il romanzo si concentra sulle vicende del falsario Han Van Meegeren, eccellente imitatore dei dipinti di Vermeer, e della sua musa Johanna, protagonisti della trama più coinvolgente e appassionante, oltre che passionale, dell’intero libro.
“La vita degli altri è quella che vediamo come in un film, proiettato da una cinepresa che però s’inceppa, mostrandone solo i fotogrammi. Le immagini si susseguono intermittenti, facendoci vedere unicamente i momenti più belli, nei quali vorremmo essere noi i protagonisti. Siamo lì attenti a cercare di capire e desidereremmo piombarci dentro per fare in modo che sia la nostra vita.”
Vermeer, il tempo perduto: non giudicare un libro dalla copertina, né dalle prime pagine
Se dunque, da un lato, il progetto narrativo di Strano è ambizioso e affascinante, dall’altro il romanzo fatica a decollare nelle sue prime pagine. La sezione dedicata a Vermeer in sé e ai suoi estimatori, per quanto ricca di dettagli storici e riflessioni esistenziali, manca di una vera e propria trama e rischia di risultare dispersiva.
Il ritmo narrativo, in questa prima parte, è piuttosto lento e potrebbe scoraggiare chi è in cerca di una lettura più dinamica. Tuttavia, con l’avanzare della storia, la scrittura si fa più avvincente e la parte dedicata a Van Meegeren e alla sua abilità di falsario introduce un elemento di tensione e mistero che rende il testo più coinvolgente. Il rapporto tra Han e Johanna è inoltre particolarmente ben sviluppato e offre una lettura intrigante delle dinamiche tra artista e modella, tra creatore e inganno.
La scrittura di Strano è accurata ed essenziale, e si sofferma a più riprese su dettagli storici e artistici. L’autrice rende vivide le atmosfere delle varie epoche, immergendo il lettore in un racconto che oscilla tra la documentazione storica e la finzione romanzesca. Tuttavia, il libro avrebbe potuto beneficiare di una maggiore coesione narrativa nelle sue prime parti, per evitare il rischio di risultare frammentario.
In conclusione, ‘Vermeer, il tempo perduto’ è un’opera che offre spunti di grande interesse per gli amanti dell’arte e della storia, ma che richiede ai profani una certa pazienza nelle sue fasi iniziali. Il/La lettore/lettrice che supererà l’ostacolo della lentezza iniziale sarà ricompensato da una seconda parte più avvincente, in cui il mistero e la passione per l’arte si intrecciano in modo magistrale. Le vicende di Van Meegeren e Johanna rappresentano così il punto più alto della trama, rendendo omaggio al fascino senza tempo di Jan Vermeer e della sua opera.
Eva Maria Vianello
Biografia
Giovanna Strano è dirigente scolastica, giornalista pubblicista, scrittrice. Collabora con riviste specializzate del mondo educativo.
Per Edizioni Simone, Euroedizioni e StreEdizioni ha pubblicato manuali di preparazione dei dirigenti scolastici e dei docenti. È autrice di opere letterarie di vario genere.
Per Morellini Editore, oltre a “Vermeer, il tempo perduto”, ha pubblicato “I fantasmi di Dioniso. Mario Tommaso Gargallo e il sogno del Teatro Classico a Siracusa” (2021), mentre nel 2023, è uscito per Soncini Editore il suo romanzo “Ho ucciso Andy Warhol”.
Vermeer, il tempo perduto
Giovanna Strano
Edizioni Morellini Editore
Collana Varianti
Genere Narrativa
Anno 2024
Pagine 256