La scoperta della meraviglia
La storia dell’arte, oramai omessa dai piani di studi scolastici, entra alla Sala Umberto di Roma. Il 19 novembre si è svolto un esperimento coinvolgente, che ha interessato una platea piena anche di studenti. Un piano, questo, che potrebbe essere introdotto nelle scuole, affinché avvicinare gli alunni a qualcosa di cui sono stati privati
“EsotericArte: I misteri dell’arte italiana medievale” rappresenta un insieme di suggestioni, aneddoti, ipotesi e collegamenti, in cui, come su un ring, due pensieri differenti divergono ma, al contempo, coabitano e si sfidano nello stesso ambiente: il teatro.
Da un lato Elio Crifò e, dall’altro, Piergiorgio Odifreddi, ci guidano all’interno di un mondo esoterico, appunto, il quale si unisce alla simbologia; ai numeri; alla fisica; alla materia; alle religioni; alle storie di alcuni Papi; alla Guerra Santa; alla stregoneria; alle tecniche artistiche; alla poesia; alla musica; all’energia; agli algoritmi e alla psicanalisi.
Si parte dal periodo Romanico dove l’elaborazione dei materiali era all’ordine del giorno, per convogliare al Gotico, dove cattedrali e l’introduzione degli archi a sesto acuto intendevano sovvertire le regole della fisica, andando alla ricerca dell’altezza, per santificare Dio, considerato la porta che conduceva al cielo.
Le due epoche luminose sono in contrasto con l’odierna così buia e ricca di insidie, in cui si ragiona, spiega Crifò, mediante un sistema binario. Uno scambio continuo, dunque, tra paragoni e confronti: Odifreddi ci spiega la differenza tra Esoterico ed Essoterico, quindi tra ciò che viaggia all’interno e ciò che va all’esterno. Inoltre si addentra dentro il concetto di Meccanica Quantistica e il Principio di Indeterminazione.
Ci racconta che Leonardo, per esempio, suggeriva ai suoi allievi di osservare il circostante per trovare un senso ove anche questo non c’era, come Pitagora utilizzava linguaggi diversi a seconda dei suoi uditori (acusmatico in greco), i quali desideravano conoscere i segreti della sua scienza. I matematici sono infatti intesi come apprendisti (nel senso di apprendere).
Sul palco si vive quindi un’alternanza tra i due: Crifò ci introduce ai mosaici di Ravenna, Patrimonio dell’Umanità e nei luoghi dove si trovano queste magnificenze storico-artistiche, come il Battistero Neoniano (dove conscio e inconscio si incontrano creando confusione nell’individuo, mentre sacro e profano non sono distinguibili); si contestualizza l’Arte Bizantina che, secondo l’attore, era l’espressione di certezze e dello Stato Sovrano, perché statica (l’uomo non poteva agire, bensì subiva); nella Basilica di Santa Maria Assunta (Aquileia) di Epoca Ellenistica troviamo invece un’immensità di simbologie dalle diverse accezioni.
Si analizzano inoltre il portale del Duomo di Modena, il protiro e quindi tutta la tridimensionalità insita collegata al sacro; nella Cattedrale di Otranto troviamo il mosaico dell’Albero della vita, pieno di simboli; si descrivono la facciata rettangolare e i cinque portali di San Miniato al Monte a Firenze, attraverso la visione dualistica: due sono ciechi e tre aperti per entrare all’interno (per accedere al divino si necessita di una visione tridimensionale); infine, si analizzano San Marco a Venezia con le sue cupole e la Basilica della Salute.
Grazie a questa lezione viene esplicato il significato del 5, il numero del diavolo, formato dalla somma di 2+3 oppure di 1+4. Si mette in relazione l’armoniosa proporzione aurea, quindi divina, con la stella a cinque punte formata da un pentagono regolare e da linee. Anche il legame tra rettangolo e quadrato è preso in considerazione e può essere infinito. L’8 così entra in scena con il Castel del Monte in Puglia, costruito interamente su base ottagonale.
Grazie a queste chiose abbiamo compreso un po’ di più circa il senso del simbolismo matematico e non solo: l’uso del simbolo, che letteralmente assume il significato di mettere insieme, è proprio del linguaggio delle divinità.
Crifò e Odifreddi guidati alla regia da Massimiliano Vado, nel complesso, chiariscono, attraverso un linguaggio carico di significati, un mondo intriso di insegnamenti e di contenuti. Entrambi sono carismatici: il primo è un ottimo oratore, capace di utilizzare vari idiomi e strapparci qualche risata scaturita da battute ironiche e fresche, al contrario, il secondo è elegante e spiritoso.
La performance si conclude in modo piacevole, sempre con alcune curiosità forniteci da Odifreddi e, inoltre, la troviamo adatta alle scuole. Gli studenti possono così imparare e approfondire le materie da loro apprese, compensando anche le loro lacune come la storia dell’arte e la stessa storia omesse dai piani di studi. Una provocazione che dovrebbe raccogliere chi ci governa.
Annalisa Civitelli
Foto: Luana Iorillo
Sala Umberto
19 novembre
EsotericArte: I misteri dell’arte italiana medievale
di e con Elio Crifò
con la partecipazione straordinaria di Piergiorgio Odifreddi
regia Massimiliano Vado