Dal linguaggio filosofico–creativo e attuale l’artista napoletano, che occupa le scene artistiche italiane già dal ’76, mira all’immaginifico collettivo. Con l’esposizione ‘Metamorfosi’ due si vuole diramare un messaggio di speranza, sia a sfondo benefico, sia per diffondere l’iniziativa collaterale le relative opere
Circa un mese fa, al Teatro degli Eroi, nelle vicinanze dell’omonimo Piazzale in zona Prati a Roma, abbiamo assistito allo spettacolo “Noi due” tratto dal libro dell’autrice Paola Nicoletti: “Raccontami il mare che hai dentro (vivere con un figlio autistico)”.
Parallelamente alla rappresentazione teatrale viaggia la mostra dell’artista contemporaneo Carmine Papa: ‘Metamorfosi 2’. Al fine di divulgare il progetto solidale e artistico, del quale i portavoce sono il Direttore Artistico del teatro, Pier Luigi Nicoletti e la stessa Paola, i quadri esposti sono destinati alla sezione dedicata all’autismo e alla disabilità in genere della casa Aicab, grazie ai proventi delle vendite.
La suddetta area è nata da un desiderio spontaneo da parte dei lettori del testo, che hanno sentito l’esigenza di esserci e, dunque, di partecipare con grande enfasi attraverso le foto dei loro volti: “Mettiamoci la faccia” quindi dona all’iniziativa una continuità che confluisce negli eventi di musica, danza e teatro, organizzati soprattutto “su misura per i ragazzi autistici“.
L’artista napoletano, che già dal 1976 è presente nel panorama artistico nostrano, sceglie così di essere l’anticamera dell’idea, con l’intento di coinvolgere altri colleghi. Dallo stile prettamente grafico e astratto, le opere sono frutto di collage colorati a tecnica mista su cartoncino, dalle forme sinuose.
Metamorfosi: i quadri sensoriali
Ispirate alla natura e non solo, le opere rappresentano uno sguardo sul mondo: animali, suoni, note musicali, personaggi fantastici, energie spaziali, costellazioni e “L’isola del silenzio”, per rimarcare i drammatici segni che l’autismo provoca: essere muti.
Essa ci comunica un’isola sperduta chissà dove, luogo di pace. Dalle evidenti sfumature, dall’arancione al giallo, dal marrone al grigio, intorno a sé ha tanti piccoli frammenti o venature che arricchiscono l’insieme. Il contatto con la terra è percettibile: sembra quasi che si stia osservando della roccia granita.
Quadri del tutto sensoriali, essi puntano a stimolare la fantasia di chi guarda ma subentrano anche le emozioni e il coinvolgimento di sentirsi liberi di navigare e di esprimersi secondo il nostro sentire. Una sorta di sperimentazione che spazia nella varietà di linguaggi a nostra disposizione.
Papa proviene da una formazione artistica che lo ha toccato nel profondo fin da ragazzo. L’esperienza diretta con tecniche e materiali e quella indiretta, a contatto con artisti di ogni tendenza, gli ha permesso di crescere nel campo della creatività, sia pittorico, sia nella manifattura dei gioielli.
Metamorfosi: l’artista e il suo linguaggio artistico
La sua versatilità gli consente di giocare con forme di qualsiasi genere e dimensione, abbinate a segni e a linee, grazie alle quali il disegno viene costruito su più piani ma all’interno di uno spazio delimitato (campitura di piano), per costituire un insieme immaginifico e, al contempo, denso di movimento.
È amico del gallerista Antonio Sapone, figlio del sarto di Pablo Picasso, famoso in tutto il mondo; incontra figure del calibro di Picasso, appunto, Matthieu, Kijno, Corpora, Riopelle, Harthung, Treccani, Pignatelli e Magnelli; frequenta lo studio partenopeo “Framart–studio” dell’architetto Nicola Incisetto, ispirandosi alle opere di Hidetoshi Nagasawa, Dennis Oppenheim, Concetto Pozzati, Vettor Pisani, Alberto Burri, Gabriele Amadori e Michele Zaza.
I quadri appesi alle pareti del teatro si susseguono in un turbinio di calma e di dolcezza: incontriamo “Costellazioni” (immagine di copertina) che, dalle linee rette, si compone di elementi distaccati tra loro, i quali tracciano sentieri, percorsi stellari senza mai unirsi/toccarsi, per poi espandersi lungo il tragitto perimetrale, rendendo le posizioni non più precise; “Il pavone”, invece, viene raffigurato con forme rotondeggianti che ne esaltano le curve, a cui possiamo accostare “Il vincitore” e “Note musicali”.
“La barca dei sogni” (foto soprastante al centro) invece ci colpisce al primo sguardo. L’opera esprime forza e vitalità. Un vortice penetrante di colori che delinea un’ellissi piena di forme quadrate e non, e di sogni, che determina l’evasione. L’impeto, come nel quadro precedente, lo troviamo anche in “Suono” e “Il Pavone” (foto soprastanti sinistra e destra). Dal carattere netto, in entrambe le opere la propagazione del moto nell’etere è assai percettibile ed esso rende i disegni vibranti, pieni di energia, appunto, grazie all’insieme ondulatorio tra linee rette e non.
“Il Guerriero”, “I Samurai”, “L’albero vitale” e “Vibrazioni” definiscono l’intera mostra. Essa, a nostro parere, esprime, attraverso un linguaggio figurativo, semplice e accessibile a tutti, qualcosa di puro e di prettamente visivo in cui ognuno può riconoscere qualcosa del suo mondo: ‘Metamorfosi 2’, infatti, già porta con sé la valenza di un percorso personale, in cui ci si incontra, si cambia e si modifica con il tempo e le esperienze. Inoltre, l’utilizzo dei colori diviene istintivo: per di più primari, essi si mischiano al giallo, al verde, ai toni di grigio e del bianco, sempre presente.
Annalisa Civitelli
Foto: Civitas Creativa
Teatro degli Eroi
in esposizione dal 23 al 25 novembre
Metamorfosi 2
mostra di quadri dell’artista contemporaneo Carmine Papa collegata all’evento teatrale “Noi due”
dal libro di Paola Nicoletti “Raccontami il mare che hai dentro” (Edizioni Pendragon)