Al Teatro Cometa Off, nel cuore del quartiere Testaccio di Roma, il 18 dicembre ha debuttato lo spettacolo “Strike” scritto e interpretato da Gabriele Berti, Giovanni Nasta e Diego Tricarico, per la regia di Gianni Corsi. La pièce, presentata in prima assoluta dall’associazione culturale Garrincha, vanta la supervisione artistica di una delle firme più importanti della commedia cinematografica italiana: Massimiliano Bruno. Adatta ai giovani sarà in scena fino al 23 dicembre
La trama è molto semplice: i tre personaggi, lo psicologo tirocinante Dante (Gabriele Berti), lo studente svogliato e con il vizio del Rap, Pietro (Giovanni Nasta), e il ragazzo di strada, Tiziano (Diego Tricarico), si ritrovano a condividere, per motivi diversi, il cortile di un S.E.R.T. In una calda estate romana la struttura sanitaria, che accoglie persone con problemi di dipendenze, si presenta un po’ spoglia ma efficace, resa tale dalla scenografia di Ambramà e Lisa De Benedittis.
Come un vecchio cantiere edile abbandonato, con pochi elementi che rivestono particolare importanza e significato, sul palcoscenico, due recinzioni perimetrali fanno da quinte, tubi innocenti sparsi delimitano lo spazio scenico e una grande bobina di legno per cavi industriali, funge da tavolo o da chaise longue, alla bisogna.
Dante, per terminare il suo percorso di laurea è obbligato a ricevere i pazienti per conto di un fantomatico Psicologo, capo della struttura, che lo sfrutta, non lo paga e gli chiede soldi in prestito. Inappagato, avvilito e nervoso per il ruolo cui è stato relegato sarà lui il punto di riferimento di Pietro e Tiziano, che regolarmente gli portano i loro esami delle urine che, scrupolosamente, Dante cataloga e conserva.
Il giovane psicologo tirocinante sarà anche il trait d’union tra gli altri due protagonisti, apparentemente simili, che invece presentano due distinte problematiche sociali: Pietro è stato lasciato dalla donna che ama, che però continua a seguire perché, secondo lui “è difficile smettere di amare”, mentre Tiziano tra i tre, risulta il personaggio meglio centrato dal punto di vista drammaturgico. Un ragazzo di periferia con problemi economici ma di sani principi etici e morali, che si scoprirà poi, nel corso della narrazione, essere coinvolto in un dramma più profondo.
L’amicizia è la vera protagonista del testo scritto dagli stessi attori e messo in scena da Gianni Corsi. Quest’ultimo, forse, non del tutto sicuro della drammaturgia, pecca un po’ in superficialità, eccedendo infatti nella caratterizzazione dei personaggi nelle loro sfumature, sia per le movenze, sia per alcuni tic. Il probabile intento sta appunto nella resa dell’esibizione, nel volerla più accattivante e scorrevole. Le intuizioni del regista, però, garantiscono al tempo stesso un piacevole effetto per gli spettatori adulti e soprattutto per i giovani, con buone ragioni ma senza certezze, da considerare alla loro prima esperienza in platea.
Molto apprezzati e sostenuti da applausi e incitamenti, i virtuosismi vocali dei protagonisti: efficace il brano Rap, eseguito dal vivo da Nasta; buona l’estensione vocale dimostrata da Gabriele Berti, quando canta a cappella l’aria de “la Donna è Mobile” tratta dal Rigoletto, di Giuseppe Verdi.
A mantenere vivo l’entusiasmo degli astanti e ad accompagnare ogni cambio scena, la colonna sonora curata da Muninn e Chaz Trio, autori di un rap romano molto graffiante, che si sposa perfettamente con le personalità insofferenti ed emarginate dei tre personaggi in scena. Tutto in perfetto stile “Rap”, genere che da un po’ di anni domina le playlist dei millennials appunto, quella “Generazione Y” nata alla fine degli anni novanta – inizio anni duemila, alla quale è consigliato questo spettacolo. I brani registrati trasformano così ogni passaggio temporale in piccoli mini concerti, e la scena in un palco, con tanto di led colorati.
Ci si domanda allora: perché non invitare l’ensemble musicale a cantare dal vivo? Magari sfoltendo parti del testo, non necessarie? Tuttavia, lo spettacolo è godibile nel suo insieme: nonostante alcune incursioni pop, fuori contesto, gli attori offrono una prestazione convincente, in alcuni tratti acerba e di certo da affinare.
Del resto “oggi, a tutti è offerta una palla da bowling da lanciare, il difficile… è fare Strike”.
Fabrizio Nevola
Cometa Off
dal 18 al 23 dicembre
Strike
scritto e interpretato da Gabriele Berti, Giovanni Nasta e Diego Tricarico
regia Gianni Corsi
supervisione artistica Massimiliano Bruno
aiuto regia Veronica Benassi
assistente regia Alessandro Fanelli
colonna sonora Muninn e Chaz Trio
scenografia Ambramà e Lisa De Benedittis
costumi Giulio Morini
organizzazione Susan El Sawi
foto Chiara Calabrò
luci Marco D’Amelio
progetto grafico Daniele Benedetti