La La Land
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Uscito nelle sale italiane a gennaio 2017, con un’entrata di 7.889.120 euro, la commedia musicale è campione di incassi in tutto il mondo. Diretta da Damien Chazelle è stata presentata in anteprima al 73° Festival del cinema di Venezia, dove Emma Stone, si aggiudica la Coppa Volpi come migliore interprete femminile. Il film, inoltre, ha ricevuto quattordici candidature agli Oscar 2017: eguaglia così il record di “Eva contro Eva” e “Titanic”, con sei statuette. Conquista anche il Golden Globe, il Premio del Pubblico al Toronto International Film Festival e altri riconoscimenti internazionali, affermandosi uno dei migliori ed apprezzati girati del 2016
Avreste mai immaginato di ballare e di cantare in autostrada, bloccati nel traffico? Questo è il prologo di ‘La La Land’, in cui attori, cantanti e ballerini intonano un motivo ritmato e, a passi di danza, si perdono tra le macchine incolonnate e i cofani delle automobili.
La storia si ambienta in epoca moderna ma, trasposta negli anni ’50–’60, ricorda i musical d’epoca. Alcune scene, infatti, omaggiano proprio quei film che ci hanno fatto sognare. La profusione di colori, dalle tonalità vivaci, accese ed elettriche, invade ogni momento del girato. Il richiamo retrò è alla base della pellicola: sfumature azzardate, a volte anche improbabili, si accostano piacevolmente.
I due protagonisti sono sempre presenti: lei, Mia Dolan (Emma Stone), lavora in un caffè ed è un’attrice in cerca di gloria; lui, Sebastian Wilder (Ryan Gosling), è un pianista jazz. Purista e amante del genere, sogna in grande: pensa appunto che questo tipo di musica stia morendo e necessiti di risorgere, viva ed entri nell’animo delle persone.
Sogno e amore sono i temi conduttori: uscire dal proprio stallo è l’intento per cambiare vita; cercare, quindi, di realizzare le proprie aspirazioni. Scritto e diretto da Damien Chazelle, la trama ruota intorno la storia d’amore tra Sebastian e Mia – determinati – i quali si intrattengono in balli, dalle coreografie delicate vecchio stile, canti e passione. Si torna così un po’ indietro nel tempo!
L’atmosfera sfavillante sorprende lo spettatore, il quale si trova immerso nella vita dei personaggi principali che, secondo le scelte registiche, vengono seguiti passo passo nelle loro vicende, attraverso elementi moderni, in quegli anni non ancora esistenti. La Stone e Gosling interagiscono con l’intero cast con disinvoltura e sono in perfetta sintonia nelle ambientazioni che vivono, mentre il livello della recitazione di tutti è molto elevato.
La regia si avvale di scene dinamiche: le dissolvenze sono ottimi escamotage per passare da una scena all’altra; gli esterni percorrono la città di notte e di giorno; i primi piani evidenziano gli stati d’animo di ogni personaggio, dalle espressioni marcate a quelle più dolci e meno ruvide. La felicità, ad esempio, evoca un forte impatto emotivo. Gli stacchi tra le varie situazioni sono scorrevoli e fluidi; il panning si inserisce senza alcun disturbo, inquadrando il panorama cittadino dove si svolgono le azioni; le carrellate rientrano anch’esse, ammorbidendo l’insieme.
Alcune scene meritano: al cinema, lui attende lei impaziente e, all’interno, Mia viene inquadrata di fronte il grande schermo; nel jazz club, al contrario, si balla la musica impetuosa e improvvisata e si lavora con la macchina da presa, per seguire la rapida ritmica. In campo, infatti, si stacca su Mia e Sebastian in maniera alternata e sempre più veloce. L’epilogo è tutto da vedere.
L’attenzione ai particolari spicca: si inquadrano con minuzia gli oggetti di scena; si percorrono le tipiche strade americane; perdersi tra le palazzine basse in stile e colorate è altresì riposante; il design degli interni (firmati da Sandy Reynolds–Wasco) è affine e inerente al look della pellicola. Un plauso va a David Wasco, che ha curato la scenografia. L’uso degli arredi è infatti fresco e altrettanto fresca è la scelta dei costumi (Mary Zophres), che nella loro complementarietà vivono di una forte energia in un sublime equilibrio.
Jazz e swing sono i motivi portanti del film. La particolare armonia del pianoforte, “City of Stars” – composta dal protagonista – riecheggia e, per pochi minuti, delizia i nostri canali uditivi. La colonna sonora, di buon livello, si inserisce nella narrazione con sofisticata euritmia. Composta e orchestrata da Justin Hurwitz è orecchiabile: i testi sono scritti dagli autori teatrali Benj Pasek e Justin Paul, mentre “Start a Fire” è di John Stephens.
Il mondo della musica ci catapulta al contempo nella contemporaneità: l’impostazione di alcune riprese (concerti, servizi fotografici e interviste) rientrano infatti nel mondo attuale, come anche la popolarità e il compromesso di suonare con strumenti elettronici. La presenza stessa di John Legend, Keith, è un esempio dei nostri tempi.
‘La La Land’, chiaro riferimento alla città di Los Angeles, nonostante la bellezza dell’insieme, in alcuni momenti della narrazione è però un po’ forzato. Suddiviso in tempi, che seguono le stagioni, ci fa immedesimare in ogni situazione, facendoci innamorare dei protagonisti. La fotografia, firmata da Linus Sandgren, è molto curata, sebbene, solo a tratti, si percepisce una scrupolosa attenzione alle immagini, che riescono a imprimersi nei ricordi.
Nostalgica e colorata, appunto, la pellicola è un dolce stacco dai ritmi incalzanti e inconsueti. Da vedere quando se ne ha voglia, soprattutto durante particolari periodi di vacanza. Durante la visione, ci si rammenta quanto la lontananza non aiuti le relazioni; infine, ci piace definire il film la storia del caso, per chiederci: “Se le cose non fossero andate così come sono andate?“.
Il film dunque ha trovato spazio nelle nostre multisale. Rende omaggio alle grandi produzioni di Hollywood degli anni Cinquanta e Sessanta, a cui il regista si è ispirato. I balli, infatti, rimandano a “Un americano a Parigi”, a “Cantando sotto la pioggia” e a qualche figura del cinema protagonista di quegli anni, come Gene Kelly. Sul finale uno splendido connubio tra grafica, motion animation, disegni, modellismo e tempo reale, rende tutto più leggero e magico; si riprende la scia di Ginger Rogers e Fred Astaire, si danza tra le stelle e noi continuiamo a sognare nella realtà, intorno a un film che si lascia ancora guardare!
Annalisa Civitelli
Premio Oscar 2017
Miglior Regia Damien Chazelle
Miglior attrice protagonista Emma Stone
Miglior fotografia Linus Sandgren
Miglior scenografia David Wasco
Miglior colonna sonora Justin Hurwitz
Miglior canzone originale City Of Stars
La La Land
Regia, soggetto, sceneggiatura Damien Chazelle
con
Ryan Gosling Sebastian Wilder
Emma Stone Mia Dolan
John Legend Keith
J.K. Simmons Bill
Rosemarie DeWitt Laura Wilder
Finn Wittrock Greg Earnest
Sonoya Mizuno Caitlin
Jessica Rothe Alexis
Callie Hernandez Tracy
Tom Everett Scott Davis
Damon Gupton Harry
Josh Pence Josh
Jason Fuchs Carlo
Miles Anderson Alistair
Costumi Mary Zophres
Fotografia Linus Sandgren
Montaggio Tom Cross
Musiche Justin Hurwitz
Scenografia David Wasco
Produttore Fed Berger, Gary Gilbert, Jordan Horowitz, Marc Platt
Produttore esecutivo Michael Beugg, Mike Jackson, John Legend, Ty Stiklorius, Thad Luckinbill, Trent Luckinbill, Molly Smith
Casa di produzione Black Label Media, Gilbert Films, Impostor Pictures, Marc Platt Productions
Distribuzione Italia 01 Distribution
Lingua originale Inglese
Genere Commedia, drammatico, musicale, sentimentale
Paese di produzione Stati Uniti d’America
Anno 2016
Durata 128 min