Nell’ambito della rassegna “Tales of Women” (dal 17 al 20 gennaio) , che in tre appuntamenti al Teatro Trastevere di Roma vuole aprire una finestra di riflessione sulla violenza di genere, Gloria Giacopini trova uno spazio originale raccontando la storia della sua coloratissima infanzia. Il suo spettacolo, che ha debuttato a Ferrara e passerà per Formigine, è scritto a due mani con Giulietta Vacis, che ne firma anche la coregia
Per la vitalità e l’intelligenza scenica della sua interprete, la messa in scena risulta ben più che un semplice reading, deliziando il pubblico dalla prima all’ultima parola. Al di là del dibattito di genere, gli artisti sono sempre alla ricerca del linguaggio giusto per quello che hanno bisogno di raccontare. E di certo Giacopini e Vacis rifuggono le etichette e le definizioni facili.
Accolto con calore ed entusiasmo, lo spettacolo si dimostra valido ed efficace e la performer infila colpo su colpo, senza mancare un fiato o perdere una risata, sostenendo il ritmo e scoprendo tempi comici in ogni intercapedine. Leggerezza non vuol dire assenza di contenuti, eppure la Giacopini riesce a farci divertire anche in momenti delicati perché non c’è mai un limite alla paradossalità della vita.
Insieme alla bambina Gloria seguiamo una storia di lotta per affermare un’identità che sia personale e non attribuita. Incontriamo personaggi di tutti i tipi, amichette dalla voce angelica, suore generalesse, mamme isteriche o mamme depresse, al ritmo delle reclam anni ‘90 che ci ricordano l’infanzia.
Quanto sono diverse le definizioni che ci danno gli altri e come invece noi stessi ci vediamo; fin da piccina, Gloria ha dovuto ricordare a tutti di essere una femmina, destreggiandosi fra tragicomiche partite a twister e grembiuli di scuola di tutti i colori. Eppure, sepolta sotto ai compagni nella foto di classe, con orgoglio si sente parte della fotografia anche se non la si vede. Da un’altra parte, non molto lontano, c’è sua madre, che a casa si veste come la tappezzeria del divano perché vuole essere invisibile, e in pubblico riesce a mimetizzarsi con il vaso da fiori.
Ad ogni modo la vita ha un modo tutto suo di riuscire a trovarci, che sia attraverso l’implacabile suor Guglielmina o uno sconosciuto in bicicletta che chiede “Signorina, lei è un maschio o una femmina?“. A questa annosa questione che dà il titolo allo spettacolo, Gloria ha trovato una risposta: “sono una signorina a cui piacciono alcune cose da maschio“. L’autodefinizione è una conquista necessaria che non spetta ad altri se non a noi.
Maria Costanza Dolce
Teatro Trastevere
19 gennaio
Signorina, lei è un maschio o una femmina?
di Gloria Giacopini e Giulietta Vacis
regia Gloria Giacopini e Giulietta Vacis