“I mille pezzi” di Marco Andreoli, in scena al Teatro Studio Uno di Roma per due settimane, dal 14 al 31 marzo, è uno spettacolo complesso, elaborato e profondo all’interno del quale si analizza l’identità dell’essere umano e tutti gli elementi che la compongono nella loro interazione, soprattutto quando quell’identità subisce uno shock. L’interessante regia di Andreoli e la solida interpretazione dei tre protagonisti in scena collaborano per realizzare un lavoro sofisticato e significativo allo stesso tempo
Quando il giovane e bello Massimo Cantera, un uomo realizzato e innamorato, si trova a vivere improvvisamente la fine inaspettata del proprio matrimonio, la sua vita va letteralmente in mille pezzi, ognuno dei quali rappresenta piccole porzioni dell’identità di Massimo stesso. Per rimettere insieme i frantumi di quella che era la sua esistenza, l’inconsolabile Massimo si rivolge ad una psicologa che potrebbe avere la colla giusta per ricostruire la vita dell’uomo.
“I mille pezzi” spinge necessariamente a riflettere su cosa significhi “identità” e come quella di ognuno possa essere soggetta a modifiche, cambiamenti e sconvolgimenti in presenza di eventi inaspettati che possono capitare nella vita di ognuno: si potrebbe quasi affermare che questo è un lavoro di teatro sociale.
Il vero senso della rappresentazione è una comunicazione, un’analisi accurata e drammatizzata che a va al di là del mero concetto di spettacolo teatrale: lo spettatore si trova davanti a quello che potrebbe essere definito un esperimento clinico i cui risultati, come spesso succede nella scienza, necessitano di prove e tempi infiniti prima di diventare inconfutabili.
Al di là di questo, si nota come il testo scritto con grande abilità da Marco Andreoli affondi profondamente le radici nella psicologia, anche con una consapevolezza accademica e informata, mentre dal punto di vista puramente artistico il copione riesce a mantenere alta l’attenzione della platea che aspetta quasi con ansia di sapere quale sarà il risultato di questo tentativo e che si trova di fronte ad una messinscena che, in quanto a cupezza e sfumature surreali, ha quasi le atmosfere di un thriller.
Sebbene il finale sia in qualche modo scontato o prevedibile, la globalità de “I mille pezzi” propone senza dubbio un’interessantissima esperienza scenica che dimostra ancora una volta come su un palco si possa trattare qualsiasi argomento, purché si abbia ovviamente la capacità ed il talento di saperlo fare.
Marco Andreoli si serve di tre attori dalla recitazione matura e sfaccettata: bravissimo il protagonista Alessandro Porcu, altrettanto disinvolta e sicura Susanna Valtucci, impeccabile Gabriele Linari.
Gabriele Amoroso
Foto Glance Road Studio
Teatro Studio Uno
dal 14 al 31 marzo 2019
I mille pezzi
scritto e diretto da Marco Andreoli
con Alessandro Porcu, Susanna Valtucci e Gabriele Linari
produzione LABit e Teatro Studio Uno