Dal 5 al 7 Aprile è andato in scena un delicato monologo, un omaggio alla grande poetessa Alda Merini. Lo spettacolo si è svolto nella suggestiva cornice del teatro dei Documenti, nel cuore di Testaccio (Roma): Monia Manzo, nel ruolo della poetessa lombarda, ci ha mostrato con umiltà e dolcezza la parentesi di serenità della Merini, grazie all’amore vissuto tra lei e Michele Pierri, medico e poeta tarantino
La scena si apre con una scenografia che ci riporta nella dimora della poetessa: abiti d’epoca esposti a sinistra, delle sedie, uno scrittoio, un telefono, un bel vaso di fiori e un letto, più centrali, ci portano in quella parentesi di felicità del Meridione.
Monia-Alda, avvolta da un morbida nuvola celeste come camicia da notte, rimane spesso a piedi nudi; cogliamo così l’intimità delle situazioni sia narrate, sia vissute.
Ci descrive, con grande emozione, il legame tra i due amanti instauratosi con una solida amicizia: lei verrà maggiormente sedotta dalle virtù di Michele, più adulto di ben 30 anni, nel corso di un corteggiamento vecchio stampo. Quattro anni fitti di telefonate e di lettere amorose meravigliose animarono i versi, che stimolarono il sentimento.
“Chi ama agisce senza misura ed è sempre meglio poter naufragare in due“.
“L’amore è meglio dell’elettroshock, ed ha sempre bisogno della presenza di Dio“, diceva la poetessa. Monia-Alda, quindi, ci rimanda l’arte della Merini senza mai cadere nel banale. L’attrice gestisce con disinvoltura l’alternarsi della propria recitazione alle pause sceniche, dovute alle proiezioni sul muro, in cui poesie e foto si susseguono lungo gli archi del teatro stesso: si attinge alla lirica “Luce, Santi e Poeti” e ad alcuni brani tratti dal libro in prosa “La pazza della porta accanto”.
Il buon contributo artistico, quello del video editing, a cura di Francesco Imundi, oltre a questi componimenti inserisce molti ritratti di Ada e di Michele, risalenti agli anni 80.
Un ringraziamento speciale va anche a Carlo Sabelli, light director e music director di “Un Amore Sconosciuto”. I brani da lui selezionati, come “Telefonami tra 30 anni”di Dalla e le note nostalgiche di Einaudi, supportano le battute riguardanti la storia d’amore, mentre le luci predominanti, chiare e blu, accompagnano gli stati d’animo della protagonista.
Il testo è sicuramente da proporre a livello didattico, in quanto essenziale e molto chiaro, soprattutto perché portavoce di un periodo che ha determinato l’importanza della nostra letteratura. Siamo dunque soddisfatti del lavoro della Manzo, come autrice del testo, attrice e curatrice delle scene, coadiuvata dalla valida collaborazione di Sarah Mataloni, in assistenza alla regia.
Due donne al timone di un monologo che funziona sotto tutti i punti di vista.
Alessandra Bettoni
Teatro dei Documenti
dal 5 al 7 aprile
Un Amore Sconosciuto
scritto e interpretato da Monia Manzo
diretto da Sarah Mataloni e Monia Manzo
scene Monia Manzo
luci e fonia Carlo Sabelli
video editing Francesco Imundi