Intervista a…
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Tiziana Sensi, Barbara Lalli, Rosa A. Menduni, Roberto De Giorgi: “Pippa Bacca: un viaggio fatto di pace”
Abbiamo incontrato gli autori e le ideatrici dello spettacolo ‘Tu non mi farai del male. La storia de viaggio di Pippa Bacca’ che chiuderà la stagione ’18/’19 del Teatro Marconi di Roma e sarà in scena dal 9 al 12 maggio.
Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi, Tiziana Sensi e Barbara Lalli, insieme, hanno dato voce all’artista rivoluzionaria, divulgatrice di pace, Giuseppina Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca.
Attraverso una ricca ricerca storica e tante informazioni, il lavoro di gruppo ha concesso di ordinare i pezzi di un puzzle per proporre al pubblico una rappresentazione dal carattere sociale e civile, che sicuramente può essere di insegnamento a tutti noi.
Ci sarà pertanto da andare a teatro, per acquisire un pezzo di storia a noi finora sconosciuto.
Tiziana Sensi, Barbara Lalli, Roberto De Giorgi e Rosa A. Menduni, quanta ricerca storica avete affrontato per installare lo spettacolo “Tu non mi farai del male. La storia de viaggio di Pippa Bacca” che andrà in scena al Teatro Marconi di Roma dal 9 al 12 maggio?”
Rosa A. Menduni – Roberto De Giorgi: “Abbiamo potuto consultare i cataloghi delle sue mostre e i libri scritti su di lei. Sulla vicenda di Pippa, al di là degli archivi di cronaca, esiste il sito Pippabacca, gestito dalla famiglia, che è una fonte preziosissima sulla sua opera e sulla sua vita. In particolare la sezione ‘Bride on Tour’ documenta il viaggio dalla sua preparazione fino alla brusca interruzione con materiale molto bello ed emozionante. Ma soprattutto per delineare i contorni di un personaggio così affascinante, vitale e complesso è stato fondamentale il contributo diretto di una delle sue sorelle, Rosalia, che ci ha aiutato a non perdere di vista i tratti più reali della sua umanità, a sfuggire alle trappole dell’idealizzazione”.
Barbara Lalli: “Inizialmente tutto quello presente in rete, video, interviste, articoli, foto, canzoni. Poi la lettura di un libro ‘Sono innamorata di Pippa Bacca. Chiedimi perché’ di Giulia Morello che per me è stato molto importante, perché mi ha permesso prima ancora di conoscere la famiglia, di entrare un po’ nella vita più vera di Pippa e infine, grazie soprattutto a Tiziana, l’incontro con Elena Manzoni mamma di Pippa e Rosalia una delle quattro sorelle”.
Tiziana Sensi: “Ho studiato per molti mesi tutto quello che ho potuto trovare di Pippa, ho letto, visto immagini, visionato tante volte un documentario, letto poesie su di lei, una di Alda Merini, ho ascoltato musica scritta per lei, ma la ricerca più preziosa è stato l’incontro ed il poter trascorrere del tempo tra Milano e Roma con Rosalia Pasqualino di Marineo la sorella di Pippa Bacca, che mi ha raccontato Pippa, la cultura dell’autostop, a me estranea, e mi ha condotto per mano nel mondo di Pippa Bacca”.
Vestirsi da sposa, intraprendere un viaggio per giungere a Gerusalemme per la
“pace”. Che significato assume la figura della sposa?
Tiziana Sensi: “Il bianco rappresenta il candore, la purezza incontaminata, per me la luce. L’abito da sposa in questo lungo lavoro su Pippa per me, oggi, rappresenta sposare il mondo, la diversità, come si dice ‘nel bene e nel male’”.
Barbara Lalli: “Il matrimonio richiama subito l’aspetto religioso, ma se ci pensiamo bene è una parola che ci viene in mente anche quando immaginiamo una unione di pensieri, di elementi naturali, di idee, di sentimenti. E in quest’ottica la sposa è la portatrice di un messaggio pacifico e armonioso. La custode del segreto della vita che tuttavia si apre al mondo per cercare di rigenerare le sue cancrene”.
Sul palco due spose, un uomo e un’altra donna: chi sono questi personaggi e chi rappresentano?
Rosa A. Menduni – Roberto De Giorgi: “Nel suo viaggio Pippa era accompagnata da un’altra artista: le spose quindi erano realmente due fino alla prematura separazione precedente alla tragedia. Ma la Seconda Sposa che vediamo affiancare Pippa sulla scena non è una persona, è una proiezione mentale. Tutto quello che accade nello spettacolo si può definire una digressione onirica: di quel giorno tragico non abbiamo voluto raccontare scene affette da morbosità e violenza, ma abbiamo preferito restare nell’ambito del mistero dell’animo di una donna libera e creativa. Questo ci ha permesso di raccontare anche momenti di divertimento, di conflitto, di sorpresa, cercando in tutto questo di restituire la complessità di una persona come Pippa che si esprimeva, letteralmente, attraverso diverse personalità. È quello che abbiamo cercato di fare anche noi attraverso gli altri personaggi che, in questo caso, rappresentano ciò che spesso nella vita poniamo tra noi e i nostri obiettivi: il nostro io speculare, le nostre negatività, piacevoli debolezze o vanità. Alla fine vorremmo che tutti uscissero dal teatro con il desiderio di averla conosciuta e di parlare di lei non per come è morta, ma per come è vissuta”.
Tiziana Sensi: “Pippa Bacca era un’artista poliedrica, fuori da ogni logica convenzionale, fuori dalla retorica del condizionamento culturale banale. Lo spettacolo racconta le ultime 4 ore di Pippa, sola, con l’altra sposa si sono momentaneamente separate e si rincontreranno a Beirut; Pippa si trova su una strada di Ankara, passano poche macchine e nessuna si ferma e, in questa lunga attesa, incontra ‘La donna in Verde’, Eva e l’uomo che rappresenta la parte maschile ma anche una sorta di principe azzurro moderno. Incontra personaggi con cui confrontarsi per confermare a se stessa che è giusto quello sta facendo ma per capire chi sono questi personaggi dovete venire a vedere lo spettacolo, altrimenti svelo troppo e non va bene. Posso dire che il copione scritto da Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi è molto bello e hanno saputo interpretare tutto il mio pensiero, quello che desideravo raccontare di Pippa e per questo li ringrazierò sempre. Bravissimi”.
Le donne oggi ancora subiscono soprusi: come mai gli uomini, secondo voi, vogliono ancora prevaricare sull’Universo femminile?
Tiziana Sensi: “E’ un problema culturale, le donne sono andate avanti e forse per gli uomini che hanno sempre dominato questa donna libera, indipendente e forte, un po’ spaventa. Non si può generalizzare ho incontrato ed incontro uomini straordinari ogni giorno e donne meravigliose, poi ho conosciuto uomini e donne mediocri. L’unica cosa che mi sento di dire è che noi donne dovremmo mettere a nudo la nostra testa, se tutte noi non cercassimo scorciatoie. L’uomo, ritengo, ha in mano da sempre il potere e quando si trova di fronte persone fragili lo esercita. Io non ho permesso a nessuno di mettermi i piedi in testa, non sono mai scesa a compromessi neanche intellettuali e sono una donna che ha pagato caro questo prezzo, ma sono una donna libera ed ogni giorno mi guardo allo specchio e mi riconosco in quella ragazzina semplice che anni fa è partita dalla provincia con tanti sogni in testa e pochi soldi in tasca. Sono rimasta così. Certi uomini avranno pensato di avermi punito, io ho sempre provato una grande pena per loro”.
Barbara Lalli: “Credo che la legge del più forte esisterà sempre ma bisogna creare le condizioni che limitino al minimo la possibilità di esercitare questa forza. Abbiamo il dovere di rivedere i principi su cui stanno rifondando la nostra società. Abbiamo il dovere di opporci alla bruttezza della barbarie che si diffonde e che bussa sempre più forte. Per fare questo abbiamo bisogno degli uomini, quelli ‘belli’ e ce ne sono tanti, ma abbiamo bisogno soprattutto delle donne, dobbiamo cambiare atteggiamento verso il nostro genere. Dobbiamo smettere di competere tra di noi, di giudicarci secondo canoni maschili, di sostenere la tesi del ‘se l’è cercata‘”.
Come le donne possono difendersi dalle continue violenze: quale messaggio quindi risulterebbe forte e risonante affinché difendersi?
Barbara Lalli: “Non lo so se possiamo difenderci da sole, io credo in quanto detto prima, credo nella rete, nella solidarietà, nello scambio. Dobbiamo idealmente vestirci da spose, tutte, perché il bianco non è solo cattolica o maschilista verginità, bianco è luce, è pulizia, è cura delle cose e delle persone, bianca è la schiuma del mare. Cesare Pavese scrisse: ‘Non temiamo il destino. Non ci tireremo indietro. Prima di essere schiuma saremo indomabili onde’. Noi facciamo teatro, questa è la nostra onda, speriamo di coprire il brutto con profumata schiuma bianca. Viva Pippa Bacca. Viva la pace”.
Tiziana Sensi: “La storia di Pippa è una storia di un viaggio fatto di amore, di rispetto e di pace. La violenza è trasversale, può accadere a tutte noi in ogni parte del mondo, ma anche sotto casa. Una donna ogni tre giorni, in Italia, muore per mano dell’uomo che dovrebbe semplicemente amarla e rispettarla. La domanda la giro io a lei? Come possiamo difenderci da tutto il male del mondo? La violenza è parte della natura umana. Alla sua domanda io non so rispondere, forse, ma dico forse, potremmo iniziare a parlare di persone che danno la vita per progetti straordinari, anziché, continuamente accendere proiettori su mediocri personaggi che finiscono sulle prime pagine dei giornali e dei Tg, perché hanno fatto delle azioni orribili. Credo che in questa società diventano ‘star’ persone assolutamente inutili e nocive a loro stesse e soprattutto molti giovani, che identificano il male con il potere e la notorietà. Ma Lei mi insegna che il male e soprattutto questa sotto-cultura dell’odio fanno molta ‘odiens’, in realtà sono una minoranza ma i mass-media gli danno così tanto spazio che sembrano tantissimi. Potremmo difenderci mostrando esempi importanti e soprattutto dando la giusta attenzione alla cultura. ‘Solo la bellezza salverà il mondo’”.
Perché dunque l’esigenza di raccontare la storia di Giuseppina Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca?
Tiziana Sensi: “Perché è una storia che parla di amore, di pace, di fratellanza, di dialogo, di ascolto, di incontro tra culture diverse che possano accrescere il bagaglio di ogni essere umano nel viaggio della vita. E questo mi sembra un momento storico così buio che questa storia mi ha mostrato uno spiraglio di luce. Forse è possibile”.
Barbara Lalli: “La prima volta che ho sentito parlare di Pippa fu proprio in occasione del suo omicidio e immediatamente si compressero nella mia testa domande tipo: ‘Perché c’è sempre qualcuno che rovina tutto? Perché non siamo in grado di riconoscere e rispettare la bellezza delle cose, dei gesti, delle idee?’ E salì prepotente l’esigenza di difendere quella bellezza dal ‘se l’è andata a cercare’”.
Annalisa Civitelli