Per due giorni il teatro Garbatella di Roma diventa la casa di “Giovanna sotto il sego del tempo”: il monologo, scritto da Adriano Marenco e interpretato dall’ottima Patrizia Bernardini, mette in scena una confessione immaginaria fatta da Giovanna di Castiglia, Giovanna la pazza, la regina che pur con una corona in testa non regnò mai
Giovanna di Castiglia, appena diciassettenne, sposa l’austriaco Filippo il Bello, il quale muore dopo dieci anni, nel 1506. Il loro figlio, Carlo V, diventerà l’imperatore di quel “regno dove non tramonta mai il sole”. Sebbene padrona di innumerevoli titoli nobiliari, Giovanna non regnò mai. Internata come pazza prima dal padre e poi dal figlio Carlo, fu addirittura tenuta prigioniera a Tordesillas dal 1509 al 1555.
Ma Giovanna era davvero pazza o soltanto la vittima di un vergognoso maschilismo?
L’autore Adriano Marenco è riuscito a creare un monologo estremamente suggestivo che rappresenta non soltanto una breve pagina di lezione storica ma soprattutto la complessa psicologia di un personaggio come Giovanna di Castiglia la quale, non essendo mai riusciti gli storici a confermare la sua presunta pazzia, appare comunque come una figura fortemente tormentata, complicata e soprattutto sfortunata.
Dal monologo, che a tratti, nel dramma umano narrato, riesce persino a divertire, emerge un’analisi della nobiltà europea dell’inizio dell’era moderna che restituisce allo spettatore l’idea del feroce maschilismo, la sete di potere e la necessità di conquista che di fatto hanno caratterizzato tutta quell’epoca storica tra esplorazioni, guerre infinite e mappe geografiche continuamente ridisegnate.
Patrizia Bernardini, unica interprete in scena, è bravissima: sebbene disturbata da fastidiosissimi e irrisolvibili problemi tecnici, non perde mai un attimo di concentrazione, anzi, riesce con il suo talento a riempire tutti quei vuoti creati dalla sfortuna senza farsi mai distrarre.
La sua Giovanna è davvero un’anima vessata, disperata e forse rassegnata così come è incapace di chiedere aiuto: è questo a renderla umana, vera.
Lo spettacolo è diretto da Alessandra Caputo con grande sobrietà e un uso raffinatissimo delle luci che diventano compagne di scena della protagonista.
Gabriele Amoroso
foto Piero Tauro
Teatro Garbatella
23 e 24 maggio 2019
Giovanna sotto il sego del tempo
di Adriano Marenco
regia Alessandra Caputo
con Patrizia Bernardini
musiche Rodolfo V. Puccio
costumi Antonella D’Orsi Massimo
disegno luci Antonio Belardi