Editoriale 5.
Bullismo e intimidazione
I comportamenti distorti
Voglio aprire il mio Editoriale 5. con una domanda: Ci stupiamo ancora se qualcuno causa atti di delinquenza contro un’altra persona?
Accade tutt’oggi, nell’era multimediale, in cui quasi tutto viene permesso e, a volte, impunito. Addirittura filmare calci e pugni diretti ai più deboli e postarli sui canali You Tube.
Gli ultimi fatti di cronaca ci raccontano dell’intimidazione al giornalista Rai Federico Russo il quale, fuori della porta della sua abitazione, ha trovato del liquido infiammabile sparso sul pianerottolo e una croce rossa di vernice rossa sul muro accanto alla porta. Questo solo perché la recente inchiesta svolta per il programma di Rai Tre, “Report”, si è interessata dei presunti rapporti di alcuni dirigenti della Juve, ultrà e ‘ndrangheta.
Possibile che l’ambiente calcistico sia divenuto un’arma tanto pericolosa? Possibile che qualcuno non accetti le decisioni dell’arbitro in campo e la vittoria di una delle due squadre?
Ci colleghiamo infatti, a proposito di calcio, a un avvenimento che coinvolge il giovane portiere di 24 anni, Riccardo Bernardini, aggredito nella borgata di San Basilio a Roma, dopo una partita di calcio.
Due tifosi, pare, non concordi con le decisioni del ragazzo, avrebbero scavalcato la recensione, per colpirlo successivamente, fargli perdere i sensi e, dunque, fargli perdere l’equilibrio e procurargli altresì un trauma cranico. Ma soccorso da un giocatore espulso, Yuri Alviti, ne avrà per soli quaranta giorni di ospedale. E questo non è un episodio isolato.
Editoriale 5.: la grande sfera del bullismo
Insomma, casi incresciosi che ancor oggi colpiscono l’opinione pubblica e interessano i carabinieri e la polizia atti a indagare su tutti i fronti. Non c’è da dimenticare, inoltre, la sfera del bullismo nelle scuole, che tocca da vicino i ragazzi guidati dalla legge del più forte.
E ci si chiede: Possibile che per sistemare le cose, si necessiti di praticare violenza? L’uso della parola dove è finito? Non siamo in grado di dialogare in modo civile? Ma l’educazione civica, soprattutto, dove si è nascosta? E’ considerata o potrebbe esserlo ancora, una materia da reintrodurre a scuola? I genitori come educano i loro figli, se per loro all’interno delle mura domestiche sono degli “angioletti”?
Una problematica ampia e generale che coinvolge la collettività intera, le famiglie e personalmente, più da vicino, le maestre che tuttavia non sono più le figure da rispettare di una volta ma vengono discriminate e attaccate. Si ritrovano così a vestire un ruolo che non si addice alla loro professione. Invece di educare vengono colpevolizzate.
Sarebbe meglio riscoprire le proprie posizioni. Ognuno nella società vive infatti una specifica funzione e, senza oltraggiare nessuno, non dovrebbe di fatto calpestarla. È ora di cominciare a pensarci, come l’introduzione di punizioni sociali che facciano riflettere chi infligge sofferenza.
Qualcosa che si accosti alle sedute di psicoterapia, alle quali nemmeno uno dovrebbe essere allergico.
Annalisa Civitelli