Arretratezza Culturale
Ci ritroviamo dopo due settimane di assenza. Assorbiti dalle rassegne teatrali che si sono sommate alla stagione teatrale in corso, il tempo è stato dedicato completamente alle nuove proposte di un teatro off sempre in fermento.
Ci sentiamo però dentro un caos straordinario. La politica è confusa e continua a confonderci, viviamo nel 2019 ma al contempo le ideologie ci portano indietro di anni, le persone dai trentacinque anni in su pensano che la civiltà giovanile sia morta e che loro si sentano marziani nella e della modernità.
Ieri, per caso, ci siamo imbattuti nella replica di Presa Diretta. Indovinate il tema trattato? Servito su un piatto d’argento il caro Iacona ci illustra il Decreto Pillon e le sue immense sfaccettature. Si torna indietro. Teniamoci pronti. Chiaramente se la legge dovesse essere approvata in Senato.
Insomma, una sorta di W gli uomini e abbasso le donne. Un insieme di idee talmente folli che toccano divorzio, bambini e religione, ma soprattutto l’universo femminile non più libero di essere tale ma mantenuto per pensare alla casa, alla famiglia e alla prole. Libertà negata?
Si. Le femmine non dovrebbero neanche più interrompere la gravidanza: si abolirebbe dunque la legge 194″ che disciplina l’aborto e non solo. Avevamo già toccato questo argomento tempo fa, proprio in occasione della manifestazione nazionale di “Non una di meno” del 24 novembre scorso a Roma contro la violenza sulle donne. Ricordiamo che il 25 dello stesso mese ricorre la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne.
Un mondo fatto di contraddizioni rispetto l’andamento delle vite di oggi. Poveri noi viene da dire! Le voci contro sono tante ma nessuno pare cogliere il senso di tutto questo.
Davvero dovremmo permettere che ciò accada? Invece di andare avanti si retrocede? Non si pensa mai a rieducare chi è instabile? Perché vivere situazioni alienanti quando sono scomode? La violenza all’interno delle mura domestiche dovrebbe divenire sostenibile pur di salvare il matrimonio?
Probabilmente di fronte la promessa fatta davanti a Dio tutto è possibile e c’è proprio da dire: “Si salvi chi può”.
Voi che ne pensate?