Verona: effetti collaterali
Gli ultimi giorni di marzo, il 29, 30 e 31 nella città di Romeo e Giulietta si è tenuto il Convegno Mondiale delle Famiglie. In una realtà che si evolve a livello familiare, accettandone di diverse tipologie, nella città di Verona invece di andare avanti per tre giornate si è tornati indietro di millenni: esattamente nel Medioevo.
Le idee retrograde ed esagerate che si sono concentrate intorno a questo Congresso piuttosto contestato, hanno lasciato l’opinione pubblica attonita. La vasta platea infatti si è trovata di fronte dissertazioni sconcertanti circa il concetto che ancora aleggia intorno l’idea di famiglia tradizionale, schierandosi contro l’aborto che qualcuno asserisce essere un delitto – e in un batter di ciglio vediamo le battaglie riguardo questa tematica combattuta ardentemente negli anni ’70 sfumare nel nulla, tanto che Forza Nuova divulga la petizione a favore di un referendum contro l’aborto – e principalmente la gente pervenuta è anti-gay e anti-gender.
Se partiamo proprio dal gadget, un feto di gomma all’interno di una bustina di plastica con su scritto “l’aborto ferma un cuore che batte”, possiamo affermare che non vengono prese in considerazione problematiche che vanno al di là di tale decisione e accadimento. Non si pensa a donne che magari non sanno affrontare una sofferenza, che magari non sono forti abbastanza nel sostenere la malattia grave del proprio figlio che già nasce con serie patologie oppure l’aborto spontaneo che, di per sé, avviene proprio perché l’organismo della donna non sostiene le funzioni di una gravidanza. Può avvenire dunque per motivazioni varie o addirittura per una gravidanza extra uterina oppure perché si è subito uno stupro e non si vuole tenere il bambino.
Di fatto riteniamo già questa idea fuori luogo e alquanto retrograda, la quale non si allinea ai nostri tempi fatti di modernità e qualsivoglia libertà e decisioni personali. Eutanasia, utero in affitto e nuclei familiari nati da genitori dello stesso sesso rientrano nell’insieme, cicciano anche favole anti gender, in cui i bambini si sentono felici solo con “mamma e papà”, e motti fascisti in difesa proprio della famiglia tradizionale, come libricini dai titoli “Sposalo e sii sottomessa”.
WoW! Bravi, meritereste un applauso. “Sposalo e sii sottomessa”! Patriarcato vero e proprio. Probabilmente non sarà una novità con le tante notizie di cronaca che ci affliggono ogni giorno tra violenze e delitti verso le donne, ma questo titolo invita a non liberare la donna dalla dimensione casa-famiglia, solo dedida al marito, ai figli e a prendersi cura del suo nucleo. Si precludono dunque il lavoro, le sue qualità e capacità espressive, la sua persona e soprattutto la sua libertà. Noi non siamo affatto d’accordo.
Ricordiamo inoltre che il Movimento 5 Stelle si è astenuto dalla manifestazione ma soprattutto contro di essa si sono riversate in strada migliaia di donne, gay e lesbiche per rivendicare i loro diritti e urlare il loro dissenso, appunto.
Inoltre parole e opinioni per noi inaccettabili ed eccessive hanno varcato la soglia di questa riunione collettiva ma senza far davvero tendenza allineandosi alla scelta di Dio, della Patria e della Famiglia come espresso dalla Meloni. Insomma un calderone si è acceso intorno a tematiche scottanti e surreali ma che fanno certamente riflettere: gli ultra-religiosi si schierano a favore del contrario di quanto avviene al passo con i tempi.
Noi rimaniamo increduli di fronte certi avvenimenti ma soprattutto senza parole. Richiediamo solo silenzio, quel silenzio necessario che accresca la possibilità di pensare e far si che la società nasca invece spontanea, che sia sempre linfa vitale, basata sull’equità e sulla libertà personali, senza subire alcun giudizio esterno.
Voi che ne pensate? Dobbiamo ritornare indietro e accettare oppure essere capaci di contrastare qualsiasi provocazione?
Siamo davvero tutti convinti che gli altri possano prendere decisioni al posto nostro?