Martin Eden
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Uscito nelle sale italiane il 4 settembre scorso, il film diretto da Pietro Marcello è stato premiato alla 76esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Luca Marinelli, nel ruolo del protagonista, conquista la Coppa Volpi come miglior attore
Distribuito da 01 Distribution e già 4° in classifica al Box Office, vanta un incasso pari a 31.900,00 € e 5.839 presenze. La trasposizione liberamente tratta dal romanzo autobiografico di Jack London, ‘Martin Eden’, riprende l’evoluzione del personaggio interpretato dall’artista nostrano.
Martin, caparbio e perseverante, nasce povero ma dentro di sé ha fame di cultura e sete di conoscenza. Autodidatta, attraverso la lettura, riesce a conquistare il suo desiderio: quello di diventare uno scrittore. Salvato Arturo Orsini (Giustiniano Alpi) da un pestaggio, viene poi invitato in casa della nobile famiglia. Qui conosce Elena (Jessica Cressy), la sorella, della quale si invaghisce al primo sguardo.
Eden, grazie ai consigli della stessa, riesce a guadagnarsi un alto livello di istruzione: vuole sentirsi alla sua altezza e affine a una classe sociale a lui lontana che tuttavia lo deluderà.
Il marinaio si fa strada però negli ambienti disagiati della città partenopea dove si svolgono le azioni, lontane dunque dallo scenario americano. La scrittura purtroppo non paga: Martin vive di lavori umili e poco retribuiti ma la sua brama di sapere non lo ferma; egli vaga nei vicoli di Napoli dove la povertà impera; dai rigattieri acquista libri e una macchina da scrivere, con cui inizia il mestiere da lui tanto ambito.
Interessanti i passaggi ci cui il regista si avvale come chiave di lettura: la pellicola è difatti inframmezzata da primi piani espressivi, da particolari minuziosi, e da immagini di repertorio in bianco e nero (frutto di una ricerca iconografica impeccabile e precisa) che trasportano lo spettatore nel lontano Novecento, in una vita di emigrazione, di volti segnati dalla disperazione e dalla fatica, desiderosa di un futuro migliore.
La regia è abbastanza dinamica: Marcello ha la capacità di succhiarci dentro un’avventura in cui le camere seguono sempre il soggetto, imperante sullo schermo. Mentre la trama rimarca le rilevanti differenze socio/culturali dell’epoca, i ricordi–ambizioni di Eden che scorrono come sogni, e le immagini della natura che London riporta nei suoi testi, si ha inoltre l’impressione di seguire un fatto di cronaca paragonabile all’attualità.
La fotografia (Alessandro Abate e Francesco Di Giacomo), sebbene ricercata, trasmette tuttavia un effetto sfumato, che rievoca i toni malinconici di un vissuto remoto. La scorrevolezza del film è dovuta ulteriormente al buon uso della tecnica registica e dal montaggio (Fabrizio Federico e Aline Hervé); la recitazione dell’intero cast è di per sé invitante e Carlo Cecchi spicca nella parte di Brissenden, mentore e amico di Eden. Da contorno Marco Leonardi (Bernardo), Autilia Ranieri (Giulia) e Carmen Pommella (Maria), che ben caratterizzano e rafforzano i loro ruoli attraverso un pathos evidente.
Le musiche (Marco Messina e Sacha Ricci) accompagnano l’opera, variando tra classica e pop; i costumi (Andrea Cavalletto) e l’uso del dialetto contestualizzano la narrazione con consapevolezza rispetto ogni scena, una delle quali vede dei bambini che nuotano sott’acqua in un vortice morbido e avvolgente.
Il film diviso in due parti, vede Marinelli nella prima, audace e temerario, a volte spregiudicato, nello spingersi verso il suo obiettivo; nella seconda, invece, è svuotato di tutto, ha conosciuto e curiosato ogni anfratto della cultura tanto da perdere il suo amore per la vita. Qui lo sguardo ipnotico de “Lo chiamavano Jeeg Robot” diviene sinonimo di “privo di contenuto” e, verso la fine, Eden si rivede giovane e vivace, con addosso le speranze vive e concrete ora appunto spente.
Dai registri malinconici, a tratti duri e strazianti, ‘Martin Eden’ non soffoca ne spegne mai il sentimento filosofico del giovane nel raggiungere il suo proposito sebbene le delusioni iniziali. Emerge per di più lo sfondo politico al quale si accosta il rapporto uomo–collettività–individualismo, in cui traspare l’impulso socialista proprio dell’autore del romanzo, dando voce a una denuncia sociale palpabile.
Annalisa Civitelli
Martin Eden
Soggetto e regia Pietro Marcello
con Luca Marinelli Martin Eden
Jessica Cressy Elena Orsini
Vincenzo Nemolato Nino
Marco Leonardi Bernardo
Denise Sardisco Margherita
Carmen Pommella Maria
Autilia Ranieri Giulia
Elisabetta Valgoi Matilde Orsini
Pietro Ragusa Sig. Orsini
Savino Paparella Edmondo Peluso
Vincenza Modica Annina
Carlo Cecchi Brissenden
Giustiniano Alpi Arturo Orsini
Dario Iubatti Leone
Anna Patierno Carmela
Gaetano Bruno Giudice Mattei
Maurizio Donadoni Renato
Chiara Francini Nora
Aniello Arena François
Rinat Khismatouline Caporale
Piergiuseppe Francione Bibliotecario
Costumi Andrea Cavalletto
Fotografia Alessandro Abate e Francesco Di Giacomo
Montaggio Fabrizio Federico e Aline Hervé
Musica Marco Messina e Sacha Ricci
Sceneggiatura Maurizio Braucci e Pietro Marcello
Produzione Avventurosa, IBC Movie e Rai Cinema
Distribuzione 01 Distribution
Genere Drammatico
Italia 2019
durata 129 minuti