Cultura e voto: largo ai giovani
A volte anche la TV insegna. La notizia della nascita della web radio condotta da giovani studenti, “Radioontheroad”, è di buon auspicio. L’intento è quello di narrare le storie delle periferie capitoline con il patrocinio e la collaborazione di Rai Radio 3.
Essere sul territorio fa di certo scoprire la realtà di ogni giorno. Si parte da Tor Sapienza, luogo di nascita del progetto, per poi estendersi in tutto l’hinterland romano. Ogni puntata prevede degli ospiti che a loro modo descrivono il loro rapporto con le zone meno fortunate di Roma.
Il nome stesso della trasmissione è di per sé mirato: scelto dai quaranta ragazzi/e che due anni fa hanno frequentato il Corso di giornalismo radiofonico “Vuoi fare una radio?”, al Centro di Aggregazione Giovanile “Antropos” (Tor Sapienza – Roma), e ideato dall’associazione di promozione sociale “Zeroviolenza Onlus”, vuole essere testimone appunto del percorso di scoperta e di approfondimento riguardo i rioni più disagiati.
Il fine è dunque mettere in luce le denunce come il malcontento generale ma non solo: viene ascoltato anche chi propone soluzioni al pari di chi promuove cultura, cioè teatro, musica, cinema, arte e altre forme di linguaggio artistico che, seppur discontinui, mettono in luce i quartieri suddetti facendone un polo di attrazione per l’opinione pubblica.
Non si parla però solo di giovani giornalisti in erba ma i giovani stessi sono presi in considerazione dall’attuale governo italiano per un eventuale voto anticipato a 16 anni. In effetti già si vota in Germania, Scozia e Norvegia – in alcuni casi – circa la sfera europea, fuori dalla comunità invece in Brasile, Argentina, Ecuador e Nicaragua; solo a Timor Est, Etiopia, Indonesia, Cuba, Corea del Nord e Sudan, Paesi non proprio in linea con idee democratiche, si vota a 17 anni.
Il perché è presto detto: i fenomeni del “friday for future” e le continue stragi americane, hanno svegliato le coscienze dei/delle ragazzi/e; in tutto il mondo si sono riversati per le strade a favore del clima, mentre in Florida, in seguito alla strage del Liceo Parkakand, sono scesi in piazza contro le armi.
Proprio Enrico Letta, direttore di “Science Po a Parigi”, infatti si esprime a favore dei/delle giovani che stanno dimostrando interesse verso tematiche sociali rilevanti: secondo lui il voto a 16 anni è un “modo per dire a quei giovani che abbiamo fotografato nelle piazze, lodando i loro slogan e i loro entusiasmo: ‘vi prendiamo sul serio e riconosciamo che esiste un problema di sotto rappresentazione delle vostre idee, dei vostri interessi“.
Ma che ne pensano i Millennials? Sono pronti ad accogliere l’iniziativa? Sono consapevoli e abbastanza informati? Sono in grado, inoltre, di saper “cogliere” le esigenze del paese e pertanto scegliere il “capo” migliore?
Secondo noi la politica dovrebbe essere più presente sia sul territorio sia nelle scuole per comprendere a fondo le loro problematiche, idee e ideologie.
Non da meno e da non sottovalutare è la trasmissione di Rai Tre, “Le ragazze”. Condotta da Gloria Guida in modo garbato mette al centro le donne. Loro, “ragazze” del secolo scorso, si raccontano. Narrano le loro esperienze di vita, di crescita, di lavoro, di famiglia e non, e tanto altro.
A noi arriva un quadro sociologico – passato e presente – che ci insegna a pensare quante battaglie siano state affrontate a favore della propria dignità e della propria libertà. La conclusione del programma, proprio per questo, privilegia le nuove generazioni, quelle femminili: sempre grintose, tenaci e piene di entusiasmo, vivono tra studio e buoni intenti per il futuro.
Questo a noi piace davvero e fa in modo di donarci speranza verso un mondo più propositivo. Non a caso a Napoli c’è già fermento per il prossimo sciopero per il clima del 29 novembre. I giovani ci sono, svegli e intraprendenti: loro sono forza e dinamicità al contempo e si impegnano per qualche cosa di positivo, di giusto, di concreto.
Una curiosità. “Ulisse – Il piacere della scoperta” che Alberto Angela porta avanti con fascino batte Maria De Filippi. Possiamo considerare questo un segno positivo, un segno di svolta?