Guerra o pace: un duello infinito
La settimana appena trascorsa è stata ricca di Premi Nobel, di notizie belle, di scoperte e di note stonate. Dalla Svezia dove regna la cultura alla Turchia che invade la Siria, si parla di seggiolini anti-abbandono per i bimbi fino ai quattro anni, arrivando alla ginnastica artistica, esattamente ai mondiali di Stoccarda dove la squadra italiana conquista il terzo posto del podio, spiazzando le cinesi. Aspettavamo l’evento dal 1959, sin dai campionati di Basilea.
Dunque, finalmente i seggiolini “salva bebè” sono diventati obbligatori e già si studiano agevolazioni fiscali ma passare dalla bellezza al terrore basta poco. La guerra costringe i popoli a fuggire verso altre terre e la situazione atterrisce tutti toccando, forse, le nostre coscienze; d’altro canto, dal profondo Nord, arrivano i premi tanto attesi che consegnano a personalità esemplari i Nobel per la Pace, la Letteratura, la Medicina, la Fisica e la Chimica.
Tanta pertanto è la ricerca e il lavoro per giungere a questo traguardo che ci fa comprendere quanto nella vita messaggi come questi possano aiutarci ad andare avanti con fiducia e speranza. È l’impegno che conta: ce lo dimostrano celebrità che con costanza sperimentano, osservano e migliorano il loro lavoro ogni giorno. Ma a volte “andare contro” è una questione di scontri e di assoluto desiderio di potere.
A Roma, invece, accade che sul cavalcavia di Via Isacco Newton, viene appeso un fantoccio con le sembianze di Greta Thunberg con su scritto “Greta is your God”; dove ora regna un conflitto disumano la Segretaria generale del Partito Futuro siriano, Hevrin Khalaf, è stata uccisa. La nota attivista si batteva per i diritti delle donne nella sua regione e per la pace fra curdi, cristiano-siriaci e arabi.
Due gesti sprezzanti che ci sentiamo di condannare. L’uno perché attacca la giovane che si batte per il clima, che incita le folle affinché il nostro Pianeta venga risanato, coinvolgendo la collettività mondiale; l’altro perché è un omicidio tremendo a margine di un conflitto apertosi per conquistare territori vicini.
Ma in nome di chi si agisce e perché? E l’ONU è così impotente? Cosa ci dobbiamo aspettare nel prossimo futuro? Come fermare la pazzia dilagante dei grandi che vogliono solo comandare e continuare a vestire i panni dei dittatori?
Una lotta infinita tra ostilità e libertà personale che viene invasa da chi sconfina e non chiede permesso. Lo scenario non ha un equilibrio perfetto ma speriamo in una continua evoluzione, soprattutto perché abbiamo una profonda necessità di umanità e di gentilezza da rivolgere a tutti, senza senza differenza alcuna.