L’inesorabile verità di Succi
‘Carne cruda a colazione’ è una proposta artistica in controtendenza e degna di rilievo, decisamente fuori dagli schemi della musica leggera italiana, che ha il merito di collocare la diade testo-musica come una unità comunicativa organica che può rivestire massima importanza nel panorama culturale odierno
Dal 20 settembre scorso è disponibile al pubblico ‘Carne cruda a colazione’ il nuovo album di inediti di Succi, al secolo Giovanni Succi. Co-fondatore e autore del duo rock blues con tinte noir Bachi da Pietra, ritorna in qualità di solista dopo due anni dal primo lavoro “Con ghiaccio” a cui va aggiunto un album di cover di canzoni di Paolo Conte, intitolato “Lampi per macachi”.
Il titolo del disco già di per sé, ci fornisce inequivocabilmente degli indizi al fine di svelare la natura del progetto artistico del cantautore piemontese. ‘Carne cruda a colazione’ è un’idea netta e senza fronzoli, in questo caso senza condimenti, che Succi propone all’ascoltatore.
Le 10 tracce scorrono su un prospetto musicale molto originale, almeno per il mercato italiano, che ci porta alla mente sonorità elettro–pop condite di new wawe con qualche allusione al fusion. I brani toccano, ognuno in modo diverso, le tematiche, quanto mai attuali, riguardanti le ipocrisie, le banalizzazioni e le disattenzioni della nostra civiltà post-moderna in fase decadente.
Succi, persegue il suo intento musicale, esaltando l’aspetto ritmico delle composizioni con l’abbondante uso di suoni elettronici a base minimal, linee melodiche asciutte e con un timbro di voce peculiare nel suo essere ruvido e allo stesso tempo caldo, che ci ricorda nella grana Tom Waits, ma con una tensione espressiva rivolta in basso, più sulla terra che nel cielo.
Il messaggio del nuovo lavoro discografico di Succi, seguendo il filo poetico che propone e secondo lo stile di realizzazione, ci pone con lo sguardo fisso, rivolto su cumuli di macerie fisiche e spirituali, apparentemente irremovibili, che tuttavia, non sono impossibili da oltrepassare, come ci narra in “Cabrio”, bel brano per voce e pianoforte, dove la voce di Succi, alza finalmente lo sguardo dalla cruda terra per volgerlo alle stelle.
‘Carne cruda a colazione’ è una proposta artistica in controtendenza e degna di rilievo, che ha il merito di collocare la diade testo-musica, come un unità comunicativa organica che può rivestire massima importanza nel panorama culturale odierno e capace di generare pensieri in maniera non convenzionale, decisamente fuori dagli schemi della musica leggera italiana; Succi, nella sua narrazione coerente, prende l’ascoltatore per mano e lo conduce senza troppi convenevoli – oserei dire da uomo a uomo – nel senso antropologico del termine, a respirare atmosfere musicali nord europee, degne di un raffinato music club berlinese.
Il nuovo lavoro di Succi è un disco che si apprezza con lo scorrere lento del tempo, un antidoto da auto–somministrare in un momento di provvidenziale otium, proprio per ricostituire quelle qualità e prerogative che la modernità allontana dai nostri orizzonti sempre più confusi e incerti, contribuendo a rendere gli abitatori di questa porzione di secolo sempre più superficiali e distratti.
Sergio Battista
Succi
Carne cruda a colazione
1. Povero zio
2. Algoritmo
3. Grazie per l’attesa
4. I melliflui
5. Cabrio
6. Arti
7. La risposta
8. Grigia
9. Meglio di niente
10. Balene per me
Testi e musiche Giovanni Succi
Produzione Ivan A. Rossi
Etichette La Tempesta Dischi, Soviet Studio
Distribuzione Believe