Il diritto di espressione
In questi ultimi tempi parla anche la natura. L’Italia frana come crollano i suoi ponti, lasciando la Liguria e il Piemonte in stato di allerta. L’intensa pioggia mangia la nostra terra e le nostre coste, Venezia e Matera annegano nell’acqua, nel fango e nei detriti, e pertanto bisogna necessariamente trovare le risorse per risanare le infrastrutture per permetterci di spostarci in sicurezza.
Magari imparare a costruire con coscienza e non intaccare il paesaggio che abbiamo a disposizione sarebbe già un atto di attenzione e di rispetto per noi stessi e ciò che ci circonda, nonché un atto di civiltà, di gentilezza e di responsabilità verso la natura.
Nel frattempo il “neo popolo” delle “sardine” approda a Milano e non solo (si parla di Padova anche), dove è intervenuto Roberto Saviano, il quale ha espresso: “Questa piazza è bellissima perché non c’è nessun leader, nessuna volontà di dire vaffa o di fare rottamazioni – aggiungendo – questa è l’Italia che ha voglia di incontrarsi e ragionare”.
Una Piazza Duomo gremita che ha visto coinvolte migliaia di persone unite dall’idea a favore dei diritti e di un confronto comune. Un gruppo pacifico e apartitico che aumenta mano a mano, con una gran voglia di vedere la democrazia italiana integra e non “stropicciata” e intaccata da un insidioso sovranismo. Bisognerà di conseguenza prepararsi all’invasione della capitale il prossimo 14 dicembre. Insomma, una carica umana che ha in sé un forte desiderio di giustizia ma soprattutto quello di parlare pulito e cercare una soluzione immediata per il paese Italia.
Dall’altro lato il “Friday for future” si scontra invece con il “Black Friday”, la giornata rivolta al consumismo (definito dal Papa pericoloso) e ai super sconti: una corsa agli acquisti per accaparrarsi i prodotti che più ci fanno gola, approfittando inoltre per fare i regali di Natale. Infine, la settimana dedicata alla donna e alla violenza che la coinvolge si è chiusa ancora con notizie terribili: due donne sono state uccise dai loro compagni, mentre due atti terroristici si riaffacciano sulle cronache mondiali.
Ciò che ci preme evidenziare è la richiesta di giustizia nei confronti della giornalista maltese, Daphne Caruana Galizia, uccisa nel 2017 in seguito a una sua indagine sul governo, di cui aveva scritto nel suo blog. In questi giorni, infatti, si riaffaccia la notizia facendo scalpitare di nuovo l’isola di Malta e le alte cariche dello stato.
Tutti questi fenomeni sono un indice importante: che siano un motore a rodaggio lento che stimolano le masse?
Possiamo pensare quindi a una possibilità che voci e scrittura prendano di nuovo il sopravvento, ma in modo consono? Si può vivere di libertà di parola senza aver paura che la propria vita venga “annientata”? Possiamo dunque auspicare a una comunicazione composta da un linguaggio più aderente alla maturità e alla consapevolezza capaci di avvicinare le masse non con la pancia ma con la testa?
Quanto poi la ragione può indurre a fare le cose giuste, spingendo la gente a pensare che frenare i propri istinti sia la via migliore verso l’onestà? Perché, infine, chi si impegna nel proprio lavoro con passione e dedizione deve rimetterci a causa di complotti sottaciuti?
Non ci resta che attendere il corso degli eventi. A noi rimane l’auspicio che questa vasta eco diventi virale nel divulgare il senso civico nel mondo. Soprattutto che modifichi il pensiero ovvero l’atto del pensare liberamente senza che il codice venga ridotto a pochi vocaboli.