Pinocchio
Annalisa Civitelli Cinema bambino, burattino, carlo collodi, cinema, gigi proietti, legno, marionetta, matteo garrone, pinocchio, recensione, roberto benigni, romanzo 0
Dal 19 dicembre è nelle sale il nuovo film di Matteo Garrone. La pellicola, che attualmente registra un incasso di 11.662.209 milioni di euro, vanta la coproduzione tra Italia, Francia e Inghilterra
Dopo diciassette anni dalla versione di Roberto Benigni il celebre personaggio, nato dalla penna di Carlo Collodi, torna al cinema. Il comico toscano, dunque, sul grande schermo ri–torna con ‘Pinocchio’ grazie a un ruolo più congeniale alla sua età: il suo mastro Geppetto è un uomo indigente ma con grande dignità e umiltà, valori che cerca di trasmettere al figlio insieme al senso del dovere.
Mastro Geppetto è un povero falegname che cerca di guadagnarsi da vivere: attratto dal teatro dei burattini di legno, ne crea uno tutto suo. Compra un ciocco da Mastro Ciliegia e a lavoro quasi finito la sua creatura prende vita.
Decide così di adottarlo e di crescerlo come un figlio ma Pinocchio – questo è il suo nome – si dimostra disobbediente. Si caccia sempre nei guai e si lascia imbrogliare da tutti, soprattutto dal Gatto (Rocco Papaleo) e la Volpe (Massimo Ceccherini). Le sue avventure però lo cambieranno e lo faranno diventare un bambino vero.
Matteo Garrone sceglie di ambientare il film in un villaggio rurale con artigiani, bottegai e un’osteria, in cui molta importanza è data alla natura e al paesaggio circostante. La fotografia di Nicolai Brüel in effetti risalta il registro fiabesco e in sospeso in un tempo indefinito, isolato da qualsiasi dimensione empirica.
L’atmosfera infatti è simile a quella dei quadri dei Macchiaioli per la luminosità e le figure scure che si stagliano contro lo sfondo. Le immagini sgranate sono aderenti alla scenografia firmata da Dimitri Capuani, che ci conduce in un mondo fantastico ma nello stesso tempo reale: in ogni stanza convivono umani, fate e animali.
Il trucco curato da Mark Coulier inoltre contribuisce a rendere antropomorfi gli animali per sottolineare vizi e virtù propri degli umani. Accurato e lampante è il lavoro svolto sui burattini e sullo stesso Pinocchio: la loro pelle sembra veramente di legno.
Affianco a Benigni troviamo Federico Ielapi che interpreta Pinocchio. Personaggio poco incline alle regole, si lascia incantare da chi gli promette soldi facili senza lavorare, sempre in bilico tra inosservanza, curiosità e coraggio. Il protagonista tuttavia non ascolta neanche i consigli del Grillo parlante (Davide Marrotta), della fata Turchina bambina e adulta (Alida Baldari Calabria e Marine Vacth) e della Lumaca (Maria Pia Timo), tutti soggetti attinenti alla favola originale. Altri interpreti sono i fratelli Massimiliano e Gianfranco Gallo nei panni del Corvo e della Civetta.
La recitazione dell’intero cast è funzionale alla storia: spiccano la Timo che, con la sua lentezza, rende la Lumaca quasi reale; Gigi Proietti (Mangiafuoco) con la sua recitazione teatrale; Maurizio Lombardi con il suo Tonno dalle sembianze tonde e dalla parlata goffa e flemmatica.
La narrazione è fedele al romanzo senza essere troppo retorica né troppo semplicistica: l’opera presenta un andamento scorrevole, dal discolo Pinocchio e dai numerosi personaggi che incontra, ognuno dal carattere dolce, risoluto, ribelle, ingannatore, tranquillo e sognatore.
Lo spettatore rimane coinvolto non tanto dalle avventure del burattino ma dal rapporto tra un padre e un figlio, tra gli amici, tra chi ti imbroglia e di chi invece ti aiuta. Soprattutto, i due protagonisti rimangono sempre uniti nonostante il destino li separi: questo rievoca la relazione che lo stesso Benigni sviluppò ne “La vita è bella”.
Tra delicatezza, come nella scena in cui gli uccellini picchiettano sul lungo naso di Pinocchio e la presenza della fata, e teatralità, l’insieme si dipana attraverso la magia e l’aspetto visivo del girato che non dalle relazioni tra i personaggi che appaiono solo accennate.
Nonostante i precedenti adattamenti, la pellicola di Garrone si configura nel panorama cinematografico come un’operazione visionaria e con insegnamenti che non conoscono età.
Maria Vittoria Guaraldi
Pinocchio
dall’omonimo romanzo di Carlo Collodi
Regia e sceneggiatura Matteo Garrone
con
Federico Ielapi Pinocchio
Roberto Benigni Geppetto
Gigi Proietti Mangiafuoco
Rocco Papaleo il Gatto
Massimo Ceccherini la Volpe
Alida Baldari Calabria Fata Turchina da bambina
Marine Vacth Fata Turchina adulta
Alessio Di Domenicantonio Lucignolo
Enzo Vetrano il Maestro
Maria Pia Timo Lumaca
Davide Marotta Grillo Parlante
Paolo Graziosi Mastro Ciliegia
Enzo Vetrano Faina
Marcello Fonte Pappagallo
Nino Scardina Omino di burro
Maurizio Lombardi Tonno
Costumi Massimo Cantini Parrini
Fotografia Nicolai Brüel
Effetti speciali visivi Theo Demeris e Rodolfo Migliari
Musiche Dario Marianelli
Trucco Mark Coulier
01 Distribution
Genere avventura, fantastico
Italia 2019