Elena Strata, Francesca Pisani e Fabio Ceccarelli:
“Il gruppo è amplificatore di energie”
Abbiamo conosciuto la compagnia amatoriale “Adulti ma non troppo”, nata nel 2012, in un’occasione particolare. Il 21 dicembre dello scorso anno si è esibita nella performance ‘Ipostile’ all’interno del Teatro Interno dello “Spazio Rossellini – Istituto d’Istruzione Superiore Statale Cine TV Roberto Rossellini” di Roma.
Siamo entrati così in contatto con un mondo che ha attinenza con la danza ma in sé nasconde delle caratteristiche intrinseche legate al movimento corporeo, alla “Biodanza” e alle sinergie che legano ogni fisicità all’altra.
Il gruppo, composto da quaranta persone, è molto accogliente e di certo sempre pronto a vincere nuove sfide e a vivere nuove esperienze con curiosità. La caratterista che lo distingue è la predisposizione all’ascolto, qualità necessaria nel percepire l’altro: ognuno è il motore di ciascun componente del gruppo affinché il lavoro sulle movenze, sull’interazione e sul corpo risulti efficace, al fine di donare alle performance un valore aggiunto e rimandare emozioni a chi guarda.
Abbiamo incontrato tre voci del “Laboratorio Sperimentale Espressivo Coreografico” per conoscere meglio la loro attività e comprendere quanto, di questi tempi, le energie positive siano essenziali come coltivare il benessere fisico e mentale.
Da quanto tempo vi dedicate al “Laboratorio Sperimentale Espressivo Coreografico”?
Francesca Pisani: “Ho conosciuto il coreografo Carlo Crova alla fine degli anni ’80, quando ero all’ISEF e abbiamo lavorato insieme a un primo gruppo sperimentale per diversi anni. Abbiamo interrotto per un periodo, per poi ritrovarci e fare spettacoli a teatro a fine anni ’90. Infine, dopo un’ulteriore pausa, ci siamo ritrovati nel 2012, quando Carlo ha formato il ‘Laboratorio Sperimentale’ che è andato ingrandendosi fino a diventare quello che è oggi: un gruppo composto da circa quaranta persone”.
Fabio Ceccarelli: “Sono stato coinvolto da Carlo Crova, entrando nel gruppo nel 2011: preparammo ‘Apologize’ e ci esibimmo in una manifestazione di ginnastica. L’anno successivo definimmo il nostro primo progetto, più complesso rispetto al precedente, che prevedeva una vera performance composta da più coreografie”.
Elena Strata: “Rispetto a Fabio e Francesca frequento il laboratorio sperimentale da poco più di tre mesi. Sto infatti acquisendo più sicurezza circa le movenze che andranno a comporre le coreografie delle performance”.
Qual è stato il vostro approccio iniziale e come si è sviluppato con il tempo?
Fabio Ceccarelli: “Fui chiamato da Carlo Crova per realizzare l’esibizione ‘Apologize’. All’interno del gruppo lui stesso aveva coinvolto persone, suoi conoscenti, provenienti dall’ISEF, dalla CCF Balduina e dalla Fondazione Don Gnocchi. Mi ritrovai così integrato in un gruppo di adulti e a fare qualcosa che era molto lontano dalle mie corde: mai avrei pensato di arrivare a fare qualcosa di attinente con la danza e addirittura di esibirmi in pubblico. Inizialmente il laboratorio era più legato alla ginnastica poi, con l’innesto dell’esperienza di Carlo e della ‘Biodanza’, si è trasformato in quello che oggi si può vedere ai nostri spettacoli. Questa evoluzione rappresenta tuttora una sfida con me stesso. Caratterialmente ero timido e ‘chiuso’ nelle mie ‘sicurezze’: ritengo che ancora oggi questo percorso sia in grado di aiutarmi a costruire altre certezze”.
Elena Strata: “All’inizio ero molto titubante perché non mi sentivo parte integrante del gruppo e conoscevo solo alcuni di loro. Con il tempo mi sono aperta di più: grazie alla ‘Biodanza’ sono entrata emotivamente più in profondità con gli altri. Devo molto ai tutor, alla loro pazienza e alla loro professionalità: sono infatti riuscita a migliorare la mia coordinazione ed elaborazione della parte coreografica”.
Francesca Pisani: “L’approccio iniziale è davvero lontano ma il ricordo è vivo come fosse ieri. Per me è stato passare dalle sensazioni provate per lungo tempo, svolgendo un’attività sportiva, alle emozioni sempre più forti che arrivavano durante gli incontri. Improvvisamente il protagonista era diventato percepire se stessi e le sensazioni che esplodevano grazie al movimento fatto in un insieme, dove il gesto atletico diventava secondario”.
Che valore ha per voi lavorare in gruppo?
Elena Strata: “Lavorare in gruppo mi aiuta tanto: mi dà forza ed energia, sia fisica sia emotiva. Ritengo inoltre che il confronto aiuti ad affinare il modo di relazionarmi con gli altri. In questo sta il suo valore: l’unione fa la forza!”
Francesca Pisani: “È fondamentale! È grazie al gruppo che le energie si mescolano e si amplificano. Credo che, chi ci guarda, dimentichi di non avere di fronte dei ballerini professionisti e si lasci trasportare dal semplice ma armonico gesto fatto dall’insieme”.
Fabio Ceccarelli: “Il gruppo è l’essenza del progetto ‘Adulti ma non troppo’: la bellezza e le emozioni che le nostre esibizioni suscitano si basano sul gruppo. Inoltre, mi piace osservare tutte le dinamiche che si creano all’interno del gruppo, specialmente in uno numeroso come il nostro, eterogeneo nei caratteri, esperienze e provenienze di ognuno”.
Su che si basa la vostra preparazione per affrontare poi le performance?
Francesca Pisani: “Decisamente sulla partecipazione, la cooperazione e il rigore, necessario in un gruppo di quaranta adulti (che vorrebbero tanto essere indisciplinati, per una volta nella vita!). Tutto ciò sarebbe, però, inutile se alla base non ci fosse piacere di ritagliarsi del tempo nel quale potersi lasciare andare alle emozioni, guidati da chi ci mostra la strada da percorrere insieme”.
Fabio Ceccarelli: “Le nostre sessioni di allenamento si basano su una parte di riscaldamento in cui effettuiamo dello stretching e un minimo di ‘bonificazione muscolare’. Poi, sul momento, viene svolto il programma di preparazione delle coreografie. A ridosso dell’esibizione proviamo lo spettacolo nel suo insieme”.
Elena Strata: “Facciamo un lavoro di preparazione atletica, allenamento allo sforzo e allungamenti muscolari, per passare a quello di coordinazione, di memoria e di sinergie muscolari. Inoltre, ne svolgiamo uno atto all’abbassamento dello stato ansioso con respirazione e musica”.
Sinergia e coordinazione dei movimenti: quanto importanti sono per rendere un corpo agevole e predisposto all’ascolto dell’altro?
Elena Strata: “Come dicevo prima, sono indispensabili nell’ascolto prima di tutto di se stessi e poi dell’altro. Quindi, il lavoro non può prescindere da questi esercizi di coordinamento e di interazione del movimento”.
Fabio Ceccarelli: “Sono fondamentali per noi. I nostri allenamenti si basano esclusivamente su questi due elementi, oltre al lavoro sull’espressività corporea su cui Carlo Crova lavora trasmettendoci i concetti base della ‘Biodanza’”.
Francesca Pisani: “Farei un discorso inverso: mettersi in una condizione di ascolto è fondamentale da parte di chi accoglie e di chi è accolto. Una minima coordinazione è utile per partire con un lavoro nel quale, poi, si è travolti e coinvolti grazie alla reciprocità, che irrompe diventando la protagonista indiscussa di ogni nostra esperienza”.
Quanto è importante muoversi per la propria felicità e benessere?
Francesca Pisani: “Per me il movimento è sempre stato essenziale nella vita. In particolare le esperienze che vivo con questo gruppo rappresentano i momenti in cui realmente mi sento bene, felice e spensierata. Mi dà una carica di energia positiva incredibile!”
Fabio Ceccarelli: “Mai avrei pensato e neanche immaginato che, esibendomi nelle nostre performance, avrei provato così tanta gioia. Mi diverto mentre mi esibisco, arrivo alla fine dello spettacolo e dentro di me dico: ‘ma è già finito!?’”
Elena Strata: “Penso che il movimento sia assolutamente prioritario, per far si che la nostra vita possa essere migliore dal punto di vista fisico, mentale ed emozionale!”
Infine, descriveteci il vostro impatto con il palcoscenico e il pubblico: piacevole oppure negativo?
Elena Strata: “Pur avendo più volte affrontato il palcoscenico in veste di attrice, seppur a livello amatoriale, rimane per me sempre un momento complesso con un forte impatto emotivo. Assolutamente però molto positivo una volta terminata la performance!”
Fabio Ceccarelli: “Negativo mai. Agli inizi c’era tanta soggezione, preoccupazione di sbagliare. Ora, invece, è molto eccitante l’idea di far vivere al pubblico le nostre emozioni”.
Francesca Pisani: “Assolutamente piacevole anche se sempre sconvolgente, in positivo, ovvio!”
Annalisa Civitelli